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Infortuni: Nord e Sud a confronto
Nel numero di giugno del periodico “Dati Inail” è stato presentata una analisi dell’andamento infortunistico prendendo in considerazione la ripartizione geografica del territorio nazionale in 5 aree.
Si osserva che l’andamento infortunistico nel 2002 rispetto all’anno precedente mostra riduzioni in tutte aree “con flessioni più accentuate nel Nord Est (-3,5%) al Centro e al Sud (-2,7%) e più moderate nelle regioni del Nord Ovest (-1,7%) e nelle Isole (-1,5%).”
Il rapporto Inail prende poi in esame gli indici di frequenza degli infortuni, in questo caso sono le Isole e il Nord-Ovest a collocarsi al di sotto della media nazionale.
Il Nord-Est è la zona del Paese nella quale in complesso si raggiungono livelli medi di rischio più alti (47 ,38 infotuni per 1000 abitanti, contro i 38,42 della media nazionale).
La siderurgia è l’attività economica nella quale , a livello nazionale ,si registra la maggiore frequenza di infortuni (76,61 per 1000 addetti); l’industria siderurgica risulta essere la più pericolosa anche al Nord –Est (91,11), al centro (80,23) ed al Sud (87,37).
Mentre nel Nord-Ovest è l’ agrindustria ai vertici della classifica della frequenza degli infortuni (71,11). Tale settore invece risulta agli ultimi posti nelle altre aree geografiche.
“Frequenze molto elevate si riscontrano anche nelle Industrie manifatturiere e in particolare, in quelle della Trasformazione dei minerali non metalliferi e in quelle del Legno, sia a livello nazionale […] che per le singole aree territoriali.
Tra le attività meno rischiose, quelle delle Elettricità, acqua e gas, agli ultimi posti in tutte e cinque le ripartizioni geografiche del Paese.”
Si osserva che l’andamento infortunistico nel 2002 rispetto all’anno precedente mostra riduzioni in tutte aree “con flessioni più accentuate nel Nord Est (-3,5%) al Centro e al Sud (-2,7%) e più moderate nelle regioni del Nord Ovest (-1,7%) e nelle Isole (-1,5%).”
Il rapporto Inail prende poi in esame gli indici di frequenza degli infortuni, in questo caso sono le Isole e il Nord-Ovest a collocarsi al di sotto della media nazionale.
Il Nord-Est è la zona del Paese nella quale in complesso si raggiungono livelli medi di rischio più alti (47 ,38 infotuni per 1000 abitanti, contro i 38,42 della media nazionale).
La siderurgia è l’attività economica nella quale , a livello nazionale ,si registra la maggiore frequenza di infortuni (76,61 per 1000 addetti); l’industria siderurgica risulta essere la più pericolosa anche al Nord –Est (91,11), al centro (80,23) ed al Sud (87,37).
Mentre nel Nord-Ovest è l’ agrindustria ai vertici della classifica della frequenza degli infortuni (71,11). Tale settore invece risulta agli ultimi posti nelle altre aree geografiche.
“Frequenze molto elevate si riscontrano anche nelle Industrie manifatturiere e in particolare, in quelle della Trasformazione dei minerali non metalliferi e in quelle del Legno, sia a livello nazionale […] che per le singole aree territoriali.
Tra le attività meno rischiose, quelle delle Elettricità, acqua e gas, agli ultimi posti in tutte e cinque le ripartizioni geografiche del Paese.”
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