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Imparare dagli errori: i rischi e la prevenzione nell’uso dei pesticidi
Brescia, 21 Nov – Quello dell’uso dei pesticidi, dei fitofarmaci, in agricoltura è un tema che si ricollega sia alla prevenzione dei rischi in un comparto, quello agricolo, non carente di pericoli per i lavoratori, sia al tema della tutela della salute dei lavoratori immigrati. Lavoratori che, come la cronaca ricorda, sono spesso utilizzati come braccianti nei campi in condizioni proibitive e con scarsa attenzione alla sicurezza.
Riprendiamo il tema con una puntata di “Imparare dagli errori”, dedicata in questo caso alle malattie professionali. E lo facciamo riprendendo i contenuti di una ricerca presentata al 74° Congresso Nazionale SIMLII e pubblicata sul secondo supplemento del numero di luglio-settembre 2011 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia.
Nel poster congressuale “Effetti dei pesticidi sulla fertilità e sulla funzionalità tiroidea” – a cura di M. Barbaro, M.A. Tringali, L. Miceli, S. Gangemi, A. De Luca, C. Alibrando, F. Schembri, M. Ceruso, G. Trimarchi, C. Abbate – si sottolinea che i pesticidi sono “sostanze chimiche largamente utilizzate in agricoltura, in grado di produrre effetti avversi sulla salute umana, quali disturbi della funzionalità tiroidea, alterazioni dello sviluppo e della funzionalità degli apparati riproduttivi maschile e femminile, aumentata incidenza di patologie neoplastiche, abortività precoce”.
Lo scopo della ricerca presentata nel poster è quello di “valutare la correlazione tra alterazioni della fertilità e della funzionalità tiroidea ed esposizione lavorativa a pesticidi”.
Il campione è costituito da 63 soggetti, tutti di sesso femminile, con età media di 44 anni, che “lavorano in serre ubicate nella provincia di Messina, esposti a pesticidi (benomyl, maneb, mancozeb). A tutte le lavoratrici è stato somministrato, con modalità autocompilativa, un questionario riguardante i dati anagrafici (età, comune di residenza, stato civile), le abitudini di vita (fumo, alimentazione, sport), le abitudini lavorative (anzianità lavorativa, sostanze utilizzate) e lo stato di salute, con particolare riguardo per la presenza di patologie tiroidee e di alterazioni della riproduttività (numero di aborti spontanei)”.
In conclusione la ricerca, attraverso “l’analisi dei dati ottenuti dalla valutazione dei questionari somministrati con modalità auto compilativa” ha evidenziato una “notevole percentuale di lavoratrici con alterazioni della funzionalità tiroidea e con pregressi aborti spontanei, che, pertanto, potrebbero essere giustificati dall’ esposizione occupazionale a pesticidi”.
Ad esempio dall’analisi del campione è risultato che il 19% del campione esposto ai pesticidi (12 lavoratrici su 63) risulta affetto da gozzo multinodulare ed il 50% di questo ha avuto un aborto spontaneo.
La prevenzione
Sui problemi correlati all’uso in sicurezza dei fitofarmaci e ai rischi correlati in ambito professionale, PuntoSicuro si è soffermato in passato con diversi articoli.
Riprendiamo ad esempio alcune indicazioni già presentate e relative al manuale “ Sicurezza in agricoltura e utilizzazione dei prodotti fitosanitari” - prodotto dall’ Azienda Unità Sanitaria Locale di Latina, dall’Assessorato alla Sanità e dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio - rivolto ai formatori dei corsi che gli agricoltori seguono per ottenere il rilascio del “patentino” per l’utilizzo di fitosanitari.
Vengono presentate alcune norme comportamentali che possono limitare al minimo i rischi di intossicazione dell’operatore e i rischi di inquinamento dell’ambiente. Sono regole che “vanno seguite sempre, anche quando una determinata operazione non presenta apparentemente pericoli; in particolare è indispensabile porre molta attenzione se si opera in ambienti chiusi (serre, magazzini), in quanto la dispersione delle sostanze tossiche è più lenta che all’aperto e la possibilità di intossicazione più elevata”.
Queste alcuni suggerimenti:
- “non trattare in presenza di vento e comunque disporsi sempre sopra vento e non trattare nelle ore più calde;
- non effettuare la distribuzione della miscela fitoiatrica con l’irroratrice ferma;
- non trattare durante il periodo della fioritura con insetticidi, acaricidi o PF (prodotti fitosanitari, ndr) dichiarati, in etichetta, tossici per le api e per gli insetti pronubi (gli insetti impollinatori, ndr) in genere;
- accertarsi che sul campo non stazionano animali o persone”.
Inoltre:
- “prima di eseguire qualsiasi trattamento su colture arboree è bene verificare che non siano presenti erbe spontanee sottostanti in piena fioritura; in questi casi è bene falciare le erbe prima di effettuare il trattamento;
- non trattare nelle ‘aree di rispetto’ relative a punti di prelievo di acque destinate al consumo umano (per legge non trattare entro un raggio di 200 metri);
- rispettare le distanze dai corpi idrici prescritte in alcune etichette di PF; in genere almeno 10 metri di distanza da qualsiasi corpo idrico (es. fiumi, laghi e fossi)”.
Durante il trattamento è necessario:
- “se si effettuano trattamenti nelle vicinanze di abitazioni, strade e colture confinanti, verificare che la nube irrorante non esca dall’appezzamento trattato”: in particolare è necessario “tenere conto che, anche nelle condizioni climatiche ideali, si verifica sempre una certa ‘deriva’ (nube antiparassitaria che deborda di 5-10 metri dall’appezzamento) e, pertanto, in prossimità di colture la cui produzione è destinata all’alimentazione umana (fruttiferi, fragole, ortaggi, ecc.) o a quella animale (medicai, prati, ecc.), è consigliabile irrorare i due filari esterni solamente verso l’interno dell’impianto. In questo modo si evita, o perlomeno si riduce al minimo, la deriva e le conseguenze negative connesse (fitotossicità, raccolta ritardata, residui tossici superiori ai limiti di legge);
- “farsi aiutare solo da personale munito di patentino nel caso di prodotti molto tossici, tossici o nocivi;
- durante tutte le operazioni sopra descritte è assolutamente vietato fumare, mangiare, bere e portare qualsiasi oggetto alla bocca”.
Altri comportamenti corretti che possono portare ad una riduzione del rischio:
- “leggere attentamente le etichette e le schede di sicurezza di tutti i prodotti chimici utilizzati;
- segregare i prodotti fitosanitari in luoghi dove l’accesso è garantito solamente a personale qualificato;
- allontanare dall’area da trattare persone e animali;
- utilizzare i dispositivi di protezione individuale;
- effettuare le operazioni di trattamento quando il vento spira in maniera tale che la nube non investa l’operatore;
- effettuare le operazioni rispettando sempre il tempo di rientro, ossia il tempo che deve trascorrere tra l’ultimo trattamento e il diradamento, la potatura ecc.;
- durante i trattamenti, non mangiare, fumare e bere, eseguire correttamente le operazioni di pulizia degli ugelli delle macchine irroratrici;
- aver cura dell’ambiente dove tali operazioni vengono eseguite;
- utilizzare correttamente le macchine e provvedere costantemente alla loro revisione e manutenzione”.
Questi, infine, alcuni DPI da utilizzare nelle specifiche fasi di lavoro:
- “preparazione distribuzione: tuta, guanti, occhiali, stivali, copricapo, mascherina;
- rientro nelle colture trattate senza rispetto del tempo di rientro: tuta, guanti, stivali, copricapo, mascherina
- rientro nelle colture trattate con rispetto del tempo di rientro: tuta, guanti, stivali”.
In particolare l’operatore agricolo “dovrà indossare i dispositivi di protezione individuali già fin dal momento della preparazione della miscela che è la fase più critica in quanto comporta il contatto diretto con il prodotto fitosanitario allo stato puro o ad alta concentrazione. Questa fase comprende operazioni di pesatura del prodotto, miscelazione con acqua e travaso nel mezzo utilizzato per irrorare. La preparazione della miscela dovrà avvenire all’aperto, in assenza di vento e il più possibile vicino al campo da trattare”.
“ Effetti dei pesticidi sulla fertilità e sulla funzionalità tiroidea”, a cura di M. Barbaro, M.A. Tringali, L. Miceli, S. Gangemi, A. De Luca, C. Alibrando, F. Schembri, M. Ceruso, G. Trimarchi, C. Abbate, poster al 74° Congresso Nazionale SIMLII “2011 - Dall’Unità d’Italia al Villaggio Globale - La Medicina del Lavoro di fronte alla globalizzazione delle conoscenze, delle regole, del mercato”, pubblicato in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXIII n°3/suppl.2, luglio-settembre 2011 (formato PDF, 41 kB).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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