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Sicurezza contro il bioterrorismo
Martedì alla periferia di Parigi sono stati arrestati quattro uomini sui quali, secondo indiscrezioni, grava il sospetto della preparazione di un attentato batteriologico nella capitale francese.
Nel corso della perquisizione del loro appartamento sono stati rinvenuti una ingente quantità di denaro, falsi passaporti, manuali d'istruzione, un computer, attrezzature militari di protezione chimica e batteriologica, bombole di gas, provette con sostanze chimiche.
Come viene affrontata a livello internazionale e nazionale la minaccia bioterrorismo?
Il tema è stato oggetto del 'Third Ministerial meeting on health security and bioterrorism'', al quale sono intervenuti i responsabili della sanità del G7 (Italia, Canada, Giappone, Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti) e del Messico, il Commissario dell'Unione Europea per la protezione della salute.
Durante il meeting è stata concordata una strategia comune per fronteggiare le gravi conseguenze di una eventuale diffusione intenzionale del virus.
Infatti, i rappresentanti dei vari Paesi hanno definito un piano di sicurezza globale contro il bioterrorismo e, contemporaneamente, si sono attivati per migliorare i rispettivi piani nazionali di sanità pubblica contro gli effetti della diffusione del vaiolo.
Inoltre, per valutare l'attuale risposta in caso di emergenza sanitaria da vaiolo, è stata programmata, nel corso del 2003, una prima esercitazione internazionale, che, attraverso il sito web della 'Global Health Security Iniziative', utilizza in via sperimentale Internet per trasferire dati e condividere le esperienze di numerosi Paesi.
Altra iniziativa avviata durante il meeting, è stata la creazione di una nuova Rete internazionale tra i laboratori ad alto livello (Global Health Security Laboratory Network) che coordini e renda omogenee le capacità di effettuare diagnosi rapide ed accurate sia a livello nazionale che internazionale, così da migliorare la sorveglianza sanitaria globale e da rispondere alla diffusione di malattie in modo tempestivo ed efficace
''Dopo il Third Ministerial meeting on health security and bioterrorism'', in Italia si è svolta una recente riunione della Commissione emergenze, nella quale il Ministro della salute ha reso noto che è pronto il Piano sanitario italiano contro il bioterrorismo.
Alla riunione hanno partecipato il capo del nucleo politico-militare di Palazzo Chigi per i problemi del bioterrorismo, il direttore della sanità militare, i rappresentanti dei medici di famiglia, dei pediatri e dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma.
Il ministro ha sottolineato che al momento non vi è un concreto pericolo di attacco bioterroristico, ma è importante comunque essere pronti all'eventualità.
Secondo il Ministro Sirchia uno dei punti fondamentali è il sistema di allerta rapido da parte dei sanitari che non avendo visto negli ultimi anni casi di vaiolo si trovano, oggi, in difficoltà nel riconoscerli.
Per questo è stata evidenziata la necessità di attivare corsi di formazione rivolti a medici di famiglia, pediatri e medici di pronto soccorso per saper identificare ai primi sintomi malattie come vaiolo e antrace.
I gruppi di lavoro all'interno della Commissione nazionale per le emergenze metteranno a punto le fasi operative del programma di formazione e di allerta.
Anche i cittadini dovranno essere informati sui possibili pericoli; i 50 mila studi dei medici di famiglia, a detta del segretario della Federazione Italiana Medici Generici (FIMMG) potranno diventare luoghi di informazione.
Nel Piano sono anche indicati i centri di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura delle persone colpite da infezioni virali.
Nel corso della perquisizione del loro appartamento sono stati rinvenuti una ingente quantità di denaro, falsi passaporti, manuali d'istruzione, un computer, attrezzature militari di protezione chimica e batteriologica, bombole di gas, provette con sostanze chimiche.
Come viene affrontata a livello internazionale e nazionale la minaccia bioterrorismo?
Il tema è stato oggetto del 'Third Ministerial meeting on health security and bioterrorism'', al quale sono intervenuti i responsabili della sanità del G7 (Italia, Canada, Giappone, Francia, Regno Unito, Germania, Stati Uniti) e del Messico, il Commissario dell'Unione Europea per la protezione della salute.
Durante il meeting è stata concordata una strategia comune per fronteggiare le gravi conseguenze di una eventuale diffusione intenzionale del virus.
Infatti, i rappresentanti dei vari Paesi hanno definito un piano di sicurezza globale contro il bioterrorismo e, contemporaneamente, si sono attivati per migliorare i rispettivi piani nazionali di sanità pubblica contro gli effetti della diffusione del vaiolo.
Inoltre, per valutare l'attuale risposta in caso di emergenza sanitaria da vaiolo, è stata programmata, nel corso del 2003, una prima esercitazione internazionale, che, attraverso il sito web della 'Global Health Security Iniziative', utilizza in via sperimentale Internet per trasferire dati e condividere le esperienze di numerosi Paesi.
Altra iniziativa avviata durante il meeting, è stata la creazione di una nuova Rete internazionale tra i laboratori ad alto livello (Global Health Security Laboratory Network) che coordini e renda omogenee le capacità di effettuare diagnosi rapide ed accurate sia a livello nazionale che internazionale, così da migliorare la sorveglianza sanitaria globale e da rispondere alla diffusione di malattie in modo tempestivo ed efficace
''Dopo il Third Ministerial meeting on health security and bioterrorism'', in Italia si è svolta una recente riunione della Commissione emergenze, nella quale il Ministro della salute ha reso noto che è pronto il Piano sanitario italiano contro il bioterrorismo.
Alla riunione hanno partecipato il capo del nucleo politico-militare di Palazzo Chigi per i problemi del bioterrorismo, il direttore della sanità militare, i rappresentanti dei medici di famiglia, dei pediatri e dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma.
Il ministro ha sottolineato che al momento non vi è un concreto pericolo di attacco bioterroristico, ma è importante comunque essere pronti all'eventualità.
Secondo il Ministro Sirchia uno dei punti fondamentali è il sistema di allerta rapido da parte dei sanitari che non avendo visto negli ultimi anni casi di vaiolo si trovano, oggi, in difficoltà nel riconoscerli.
Per questo è stata evidenziata la necessità di attivare corsi di formazione rivolti a medici di famiglia, pediatri e medici di pronto soccorso per saper identificare ai primi sintomi malattie come vaiolo e antrace.
I gruppi di lavoro all'interno della Commissione nazionale per le emergenze metteranno a punto le fasi operative del programma di formazione e di allerta.
Anche i cittadini dovranno essere informati sui possibili pericoli; i 50 mila studi dei medici di famiglia, a detta del segretario della Federazione Italiana Medici Generici (FIMMG) potranno diventare luoghi di informazione.
Nel Piano sono anche indicati i centri di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura delle persone colpite da infezioni virali.
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