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IL FATTORE UMANO NELLA GESTIONE DELLE EMERGENZE

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Gestione emergenza ed evacuazione

13/02/2006

Criteri, metodi e soluzioni operative per la selezione degli addetti alle squadre di emergenza, antincendio e di primo soccorso. Gli atti di un convegno svolto a settembre a Bologna.

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PuntoSicuro, comincia la pubblicazione (in più articoli) degli atti del convegno tenutosi a Bologna il 13 settembre 2005: “Il ruolo critico del fattore umano nella gestione delle emergenze, criteri e metodologie per la selezione degli addetti alle squadre di emergenza sanitaria, antincendio e primo soccorso”.
Il Convegno intende evidenziare l’importanza del fattore umano e degli aspetti psicologici nelle relazioni di aiuto, rinvenibili in tutte le situazioni di emergenza sanitaria o antincendio. L’obiettivo è quello di focalizzare l’attenzione di tutte le figure professionali interessate alla gestione delle emergenze sull’importanza di una specifica selezione del personale da adibire alle “squadre antincendio e di primo soccorso” tramite un controllo preventivo che ne valuti le attitudini psico-fisiche. Nel corso del Convegno è stato presentato a tal fine un protocollo applicativo in grado di verificare gli aspetti dell’idoneità fisica e psicologico-relazionale. L’approccio criteriologico, metodologico e normativo alla base del medesimo protocollo sarà inoltre supportato tramite i più recenti approfondimenti della giurisprudenza di merito in tema di “responsabilità” dei ruoli coinvolti nel processo di gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro.
Di seguito il giudizio sul convengo del ns collaboratore avvocato Rolando Dubini.

Sì è trattato di un convegno di elevato valore scientifico, nel quale i relatori hanno approfondito con rara competenza tutti gli aspetti riguardanti il tema proposto, prospettando anche (ad esempio nella pregevolissima relazione del Dott. Simonazzi) nuovi approcci a vecchi problemi.

In un contesto nel quale anche la stampa specializzata in materia di sicurezza e igiene del lavoro si limita a ruminare, assai spesso, il trito e ritrito, a ribadire temi arcinoti con linguaggi incompatibili con la volontà di comunicare contenuti e prassi applicabili concretamente in azienda, è veramente il benvenuto l'approccio fresco e innovativo che emerge da questo convegno, ad un problema di grande rilievo, che riguarda in maniera decisiva ogni tipo di attività lavorativa, quale quello della gestione delle emergenze.

Avvocato Rolando Dubini

Di seguito il primo intervento (i successivi saranno pubblicati nei prossimi numeri di PuntoSicuro, mentre per gli abbonati alla banca dati ci sarà a breve la possibilità di scaricarli tutti).

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Introduzione

Dott.ssa G. Di Filippo

 

Tutta la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ha definito gli ambiti interessati dalle procedure di valutazione dei rischi all’interno degli ambienti di lavoro individuando anche le figure interessate e le responsabilità specifiche. Negli ultimi anni dal punto di vista normativo tali concetti sono stati sempre più dettagliati e le organizzazioni, sia pubbliche che private, hanno recepito l’argomento sicurezza e prevenzione in un ottica sempre più ampia anche se collegata soprattutto agli adempimenti legislativi relativi ai rischi per la sicurezza e all’igiene del lavoro. Ma l’evoluzione della normativa ha posto l’attenzione anche sulle trasformazioni di carattere sociale dei metodi di lavoro e dei comportamenti degli individui. Quindi è importante che il sistema sia pronto a recepire nuovi processi di prevenzione e protezione che mirino al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.  Si è fatto molto a livello tecnologico sul miglioramento delle misure di sicurezza degli impianti, delle apparecchiature, degli ambienti di lavoro, ecc., ma ancora carenti rimangono gli aspetti organizzativi e operativi collegati ad un adeguato sistema di gestione della sicurezza e delle attività di prevenzione.

È in questo ambito che si inserisce la “psicologia dell’emergenza” volta a valutare i comportamenti e le problematiche di tipo psicologico che si manifestano in una situazione di emergenza. L’efficacia degli interventi di aiuto in caso di incidenti o calamità naturali dipende anche dall’adozione di sistemi idonei a valutare eventuali reazioni psicologiche negative delle persone coinvolte. È quindi importante tenere conto del “fattore umano” nella selezione del personale coinvolto negli interventi di aiuto al fine di valutare le attitudini specifiche e focalizzare la formazione ed i sistemi di apprendimento. Ogni sistema infatti, è costituito fondamentalmente dall’interazione di tre elementi: l’ambiente, l’individuo ed il comportamento che questi mette in atto, posti in un rapporto di reciproca influenza.

La prevenzione e la gestione dell’evento accidentale deve quindi, necessariamente, prendere in considerazione tutte e tre le componenti, con una particolare attenzione al soggetto che rappresenta l’elemento più complesso e flessibile del sistema e per questo il più vulnerabile. Di conseguenza un piano di gestione dell’emergenza risulta insufficiente se si limita a monitorare solo gli aspetti oggettivi quali la struttura fisica del luogo, le vie di fuga, gli aspetti tecnologici. Quindi, diviene necessaria una buona conoscenza dei meccanismi psicologici che si innescano nel soggetto in una situazione di crisi, principalmente al fine di prevenire comportamenti inadeguati che l’individuo potrebbe manifestare, qualora sottoposto ad una situazione di stress eccessivo conseguente all’insorgenza di una situazione percepita come non ordinaria, imprevista e di pericolo; in secondo luogo, si potrebbero utilizzare tali elementi come parametri per la scelta degli individui a cui attribuire la responsabilità della salvaguardia delle persone e del luogo di lavoro.

Questo contributo (gli atti del convegno, ndr), utilizzando un approccio multi-disciplinare, tenta di sottolineare il ruolo fondamentale dell’individuo nella gestione dell’evento accidentale poiché, anche di fronte a piani di emergenza teoricamente ben strutturati, possono insorgere comunque delle situazioni imprevedibili che il soggetto deve essere in grado di fronteggiare. La formazione diviene dunque lo strumento principale affinché il soggetto sappia rispondere in maniera adeguata, automatica e tempestiva ad una richiesta di emergenza riducendo i comportamenti imprevisti. Evidenzia inoltre l’importanza che riveste la conoscenza dei processi più o meno inconsci che possono insorgere in una situazione di stress e delle rispettive modalità per farvi fronte. Fornisce una panoramica della responsabilità che ogni individuo possiede all’interno dell’azienda in quanto detentore di uno specifico ruolo per la sicurezza. Propone una serie di criteri ed una metodologia per la valutazione di idoneità psico-fisica degli addetti alle squadre di emergenza utilizzando l’esperienza di un’azienda USL. Infine, presenta l’esperienza di un caso di gestione delle emergenze in uno stabilimento a rischio rilevante che sottolinea l’importanza della comunicazione e della partecipazione dei lavoratori. 

Ringraziamenti.
Si ringrazia per la collaborazione la Dott.ssa Laura Quaciari e la Dott.ssa Lucia Marino.

Il convegno è stato organizzato da Alfa Ambiente Consulting

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