Gli studenti e la gestione delle emergenze
Parlando di sicurezza in relazione alla scuola si potrebbero toccare tanti differenti elementi, siano questi strutturali e/o culturali, tutti di uguale importanza.
Presentiamo oggi la tesi di Valeria Franchetto “Gestione delle emergenze: conoscenze, (in)formazione e procedure nell’Università degli Studi di Trento” Premio AiFOS 2017 - Menzione Speciale, Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio (Università degli Studi di Trento), dove si è analizzata la tematica della conoscenza che gli studenti universitari hanno di ciò che è la gestione delle emergenze in ambito universitario.
In prima battuta, con il supporto di AiFOS – Associazione Italiana Formatori ed Operatori per la Sicurezza sul Lavoro, a tutte le Università un sondaggio composto da cinque quesiti per comprendere il livello di conoscenza degli studenti.
Non avendo ricevuto lo stesso numero di risposte da tutte le regioni e, poiché in alcuni casi i numeri non erano nemmeno confrontabili, al fine di creare un indice di valutazione delle conoscenze degli studenti che fosse stabile e garantisse la ripetitività del metodo sono stati adottati procedimenti matematici. Nello specifico si è adottato il metodo maximum beneficio con riduzione percentuale in funzione del numero di risposte pervenute associando, inoltre, ad ogni quesito un valore atto alla standardizzazione dei valori.
In questo modo è stato possibile creare un indice, denominato, ICE – Indice di Conoscenza delle norme comportamentali da adottare in caso di Emergenza, che ha permesso di individuare il livello di conoscenza delle norme comportamentali a livello nazionale. Allo stesso modo l’indice ha permesso di valutare il livello di conoscenza in relazione al percorso di studi intrapreso dai partecipanti al sondaggio.
I punteggi più alti dell’indice sono stati ottenuti, per lo più, dalle regioni settentrionali e da percorsi di studi scientifici e di ingegneria. Picchi rilevanti, per quanto riguarda le norme comportamentali da adottare in caso di terremoto, sono stati rilevati per le regioni del Centro Italia, senza rilevanti variazioni in relazione al percorso di studi.
Le classifiche finali assumono la seguente forma.
Successivamente ci si è concentrati sull’Università degli Studi di Trento andando ad analizzare, per mezzo di un sondaggio più approfondito, anche gli aspetti “pratici” che entrano in gioco durante un’emergenza: si sentono gli altoparlanti? Gli studenti sanno riconoscere la segnaletica ed orientarsi nella struttura? I docenti favoriscono l’esodo durante le simulazioni? Quali sono i dati che si ottengono dalle simulazioni di evacuazione?
A tutte queste domande ed altre si è cercato di dare una risposta, teorica o pratica; una di queste risposte è stata la creazione di una piccola “guida” e della revisione di tutte le procedure di emergenza (incendio, terremoto, primo soccorso…) ad hoc per ogni struttura universitaria.
Allo stesso modo si è cercato di capire se “formare” gli studenti su queste tematiche può avere ripercussioni positive, non solo in ambito universitario, ma anche nella vita di ogni giorno. A tale fine alcuni studenti sono stati sottoposti ad un esperimento per verificare l’efficacia della formazione.
Durante questo esperimento è stato sottoposto loro, anche, un quesito su come relazionarsi in presenza di un altro studente con disabilità motoria. A tale si riportano le risposte di alcuni studenti.
Si osserva la volontà dai partecipanti al sondaggio di salvare il collega, gesto che, però, in alcune occasioni non è la soluzione ottimale.
Complessivamente, considerati i risultati numerici ottenuti dal sondaggio a livello nazionale, quelli dall’Università degli Studi di Trento, i dati forniti dal Servizio Prevenzione e Protezione dell’Università degli Studi di Trento ed i pareri raccolti dagli studenti dell’Ateneo Trentino si ritiene che lavorare nell’ambito della formazione, per quanto riguarda le norme comportamentali da adottare in caso di emergenza e la gestione delle stesse, non può che avere effetti positivi. Questi effetti, a mio parere, non risultano limitati strettamente all’ambito universitario in cui potrebbero essere applicati, ma avere ripercussioni nella vita di tutti i giorni di ogni studente che altro non è che un tassello del nostro futuro.
Valeria Franchetto
Clicca qui per scaricare la tesi (pdf)
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Rispondi Autore: Stefano Solarino - likes: 0 | 10/04/2018 (11:31:08) |
Condivido la chiusa dell'articolo, ed aggiungo che la somministrazione di informazioni relative ai rischi naturali e ai comportamenti da adottare dovrebbe diventare obbligatoria ed essere inserita nei programmi scolastici già dai primi gradi di istruzione https://www.youtube.com/watch?v=PY1nsvMzzYQ |