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Storia del futuro non vissuto da Gabriele

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Edilizia

19/12/2003

Immagini di una assenza. I legami interrotti da un infortunio mortale in una mostra fotografica itinerante nei cantieri. Dedicate qualche attimo a queste immagini...

“Stritolato sotto gli occhi dei colleghi” (Eco di Bergamo 12 dicembre 2003)
“Muore sotto la ruspa - Vittima un romeno di 37 anni” (Corriere della sera 16 dicembre 2003)
“Operaio muore schiacciato - Tragedia in cantiere nel Bresciano, l’uomo colpito da un braccio meccanico" (Corriere della sera 17 dicembre 2003)

Titoli di giornali che, purtroppo, ricorrono troppo frequentemente. Ci si sofferma, si prova dispiacere, ma talvolta non si pensa che quelle morti hanno interrotto legami ed hanno negato un futuro non solo alla vittima dell’infortunio.

Per sensibilizzare tutti coloro dai quali dipende la sicurezza nei cantieri ( datori di lavoro, lavoratori, responsabili della sicurezza...), l’Osservatorio per la prevenzione degli infortuni di Udine ha promosso la realizzazione di una mostra fotografica da portare all’interno dei cantieri edili.

Non immagini violente di incidenti, niente slogan, solo immagini e brevi didascalie.
Immagini di una assenza, quella di Gabriele Simeoni, morto il 15 luglio 2003 in un cantiere edile, schiacciato da una lastra di cemento.
E' nata così la "Storia del futuro non vissuto da Gabriele Simeoni", mostra itinerante nei cantieri edili.

Una tuta vuota immortalata nelle immagini di un futuro che non potrà mai essere. La tuta vuota, col permesso dei genitori, é diventata la protagonista di un racconto breve, della sua vita mancata.
Immagini di un matrimonio che non potrà essere mai celebrato, di momenti di vita e di lavoro che non potranno mai essere.

L'idea e la realizzazione sono di Gianfranco Angelico Benvenuto, il creativo che, già dagli anni 80, fotografando gente comune, celebra l'elogio della normalità.

Il messaggio che vuole trasmettere é: "amate la vita e difendetela perché e irripetibile. Si deve e si può lavorare in sicurezza. Si lavora per vivere, non per morire."

La ragazza che si vede nelle immagini è la vera fidanzata di Gabriele che, con coraggio, ha accettato di interpretare se stessa, nella speranza che questa iniziativa possa contribuire alla prevenzione degli infortuni nei cantieri.
Immagini che, nella normalità delle situazioni, fanno commuovere al pensiero che ogni giorno in Italia tre persone perdono la vita sul lavoro, e con esse muore il loro futuro e una parte del futuro delle persone che sono loro accanto.

La mostra è sostenuta e condivisa da: INAIL, Osservatorio per la Prevenzione degli Infortuni di Monfalcone, CGIL, CISL, UIL, Cassa Edile di Gorizia, Confartigianato e Piccole e Medie Imprese del Friuli Venezia Giulia.

Dedicate qualche istante alla storia di Gabriele...

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