Piano di prevenzione in edilizia, buone pratiche e formazione
Bologna, 23 Nov – I dati infortunistici ci mostrano, come sempre, che uno dei comparti più a rischio nel mondo del lavoro è quello dell’edilizia, con particolare riferimento ai tanti infortuni mortali che ancora avvengono per le cadute dall’alto.
Per questo motivo è bene tornare a parlare del Piano Nazionale della Prevenzione in Edilizia 2021-2025 (PP7 Edilizia), delle strategie pianificate e delle iniziative ed azioni del Piano finalizzate a ridurre il numero di infortuni sul lavoro e l’insorgenza di malattie professionali. E una di queste iniziative, che potrà avere utili ricadute in materia di prevenzione, è connessa alla seconda edizione del concorso “ Archivio delle buone pratiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro nei cantieri temporanei o mobili”, organizzato dalle Regioni ed Inail con il contributo del Consiglio Nazionale Ingegneri.
Per parlarne abbiamo intervistato il 12 ottobre 2023, durante Ambiente Lavoro 2023 a Bologna, Antonio Leonardi, Direttore del Dipartimento Prevenzione ASP Catania e Coordinatore del Gruppo Edilizia del Coordinamento Tecnico delle Regioni. Leonardi a Bologna era relatore al convegno “Il piano nazionale della prevenzione in edilizia ed i piani mirati seconda edizione del concorso nazionale ‘Archivio delle buone pratiche per la salute e la sicurezza nei cantieri temporanei o mobili’” proprio per parlare dello stato di attuazione del piano nazionale edilizia e del concorso sulle buone pratiche.
Nell’intervista le domande riguardano, tuttavia, non solo il piano e il concorso nazionale (c’è tempo fino al 5 dicembre 2023 per presentare le buone pratiche!), ma anche il tema della formazione. Infatti essendo quest’ultimo un tema di cui lui continua ad occuparsi, anche a livello di Coordinamento Interregionale, ne approfittiamo per fargli alcune domande sul futuro Accordo unico in grado di accorpare, rivisitare e modificare gli attuali accordi attuativi in materia di formazione (ai sensi dell’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008, come modificato dalla legge 215/2021).
Cosa è e che obiettivi ha un piano nazionale della prevenzione in edilizia?
Come si svilupperà il concorso nazionale delle buone pratiche nei cantieri temporanei o mobili?
Quali sono le regole e scadenze del concorso?
Veniamo all’Accordo unico in materia di formazione. Perché il grande ritardo nella sua elaborazione e approvazione?
Quali sono gli aspetti più caldi della bozza di agosto dell’Accordo Unico?
Quando potremo avere una versione approvata in sede di Conferenza Stato-Regioni?
L’intervista si sofferma su vari argomenti:
- Piano nazionale della prevenzione in edilizia e piani mirati di prevenzione
- Piano nazionale della prevenzione in edilizia e concorso buone pratiche
- Accordo unico in materia di formazione: i ritardi e le previsioni
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di visualizzare integralmente l’intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.
L’intervista di PuntoSicuro ad Antonio Leonardi
Piano nazionale della prevenzione in edilizia e piani mirati di prevenzione
Partiamo dalla nascita del piano nazionale e arriviamo ai suoi sviluppi. Cosa vuol dire “piano nazionale della prevenzione in edilizia”?
Antonio Leonardi: Mi piace la domanda: “cosa vuol dire un piano nazionale di prevenzione edilizia”… Perché il piano nazionale edilizia nasceva già quasi un decennio fa, quando si chiamava solo piano Edilizia, ed era l'unico piano che nell'ambito del sistema delle Regioni era stato elaborato. Poi a quello seguì il piano Agricoltura e poi gli altri. E poi questo piano Edilizia cominciò a fare parte del primo Piano della prevenzione – quello del 2015-2019 - e adesso è parte invece strutturale del nuovo piano della prevenzione 2020-2025 che detta le linee strategiche di un quinquennio della prevenzione in tutta Italia e in tutte le Regioni. E la prevenzione è a tutto tondo, a 360 gradi, va quindi dalla tutela della salute pubblica, alla sicurezza nutrizionale, agli screening e alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per la prima volta [il piano] fa parte di un piano nella prevenzione con un preciso programma (…) E quindi detta degli obiettivi strategici che tutte le Aziende Sanitarie del territorio regionale devono portare avanti e in termini di vigilanza e in termini di controllo, ma anche in termini di assistenza, di informazione, di formazione e di comunicazione.
Tra l'altro all'interno del piano - per la prima volta in questo piano della prevenzione - sono previsti i piani mirati di prevenzione, che sono dei piani che devono essere specifici per alcuni settori produttivi o per alcuni fattori di rischio, perché considerati, dal sistema della Regioni, prioritari per vari motivi.
In particolare, per quel che riguarda il piano Edilizia, noi abbiamo fatto un piano mirato di prevenzione per il rischio di caduta dall'alto semplicemente perché ancora, purtroppo, un terzo dei morti sul lavoro (…) avviene per cadute dall'alto, in particolare in edilizia.
Ecco perché abbiamo voluto dedicare a questo un piano mirato che praticamente in tutte le Regioni (…) si sta attuando, è in corso in questo momento. E prevede un modo diverso di attuazione, un sistema proattivo: per cui prima si incontrano le aziende, con una scheda di autovalutazione che è stata elaborata dal gruppo nazionale edilizia delle Regioni che poi in ogni Regione viene adattata al contesto regionale. (…) E successivamente a questa scheda di autovalutazione, e a seguito anche della produzione di documenti di buone prassi, di buone pratiche, per quel che riguarda la caduta dall'alto, in tutte le Regioni, in questo momento, stanno partendo piani mirati con incontri con le aziende, con attività iniziali di assistenza, alla quale seguiranno anche, nell'ambito del piano mirato, poi le attività di vigilanza. (…)
(…) Il primo piano edilizia, ce lo ricordavamo qualche tempo fa, prevedeva già l'obiettivo di realizzare un archivio delle buone pratiche. Eravamo intorno agli anni 2017/2018 ed era un auspicio, era una un'idea che avevamo lanciato all'interno del gruppo nazionale.
Piano nazionale della prevenzione in edilizia e concorso buone pratiche
Ne avevamo parlato anche in una intervista al nostro giornale. Parliamo allora del concorso nazionale delle buone pratiche nei cantieri temporanei o mobili…
A.L.: Sì, mi ricordo che ne abbiamo alcuni anni fa, sicuramente prima del Covid.
Adesso questo auspicio è diventato realtà. E non c'è cosa più bella di quando un auspicio diventa realtà, grazie anche l'impegno un po' di tutti quelli che lavorano nell'ambito del Piano nazionale edilizia. Una prima edizione del concorso buone pratiche fu lanciata dal 2019 e subito dopo scoppiò il Covid, quindi ha risentito di tutti gli anni del Covid.
Adesso abbiamo lanciato la seconda edizione del Concorso Buone Pratiche che è, tra l'altro, un esempio straordinario di sinergia nazionale - tra il sistema delle Regioni, il coordinamento tecnico della Regione, l'INAIL e il Consiglio Nazionale degli ingegneri che collabora a questo programma. Si prevede in questo progetto la possibilità di partecipare appunto ad un concorso per presentare delle buone pratiche per la sicurezza nei cantieri, delle buone procedure, delle buone modalità di approcciare le lavorazioni, tutte le possibili lavorazioni che si possono svolgere in cantiere, per approcciarle in maniera sicura, in maniera organizzativamente tale da abbattere il più possibile i rischi e anche, perché no?, con tecnologie innovative, con metodologie magari nuove e tali che possono avere dei requisiti di originalità, di replicabilità, eccetera
Quali sono le regole di questo concorso?
A.L.: Il concorso è partito il 5 settembre e c'è tempo fino al 5 dicembre. Ci sono tre mesi di tempo per poter partecipare al concorso presentando queste buone pratiche.
Bisogna collegarsi al sito di Inail nazionale e c'è una piattaforma che permette proprio di pubblicare la buona pratica. (…)
In queste piattaforme sono anche enunciati alcuni criteri che sono quelli ovviamente dell’efficienza prevenzionale, ma sono anche quelli dell'originalità (perché la buona pratica deve essere qualcosa di originale), della replicabilità (non può essere presentata una procedura che può essere replicabile solo in un cantiere specifico) (…) e altri criteri. Sono 6, 7 item con una pesatura.
Chi si collega alla piattaforma vede questi requisiti e in base a questo poi queste buone procedure saranno valutate dal Comitato scientifico, fatto dalle Regioni, da Inail e dal Consiglio Nazionale degli ingegneri, che premierà anche le migliori buone pratiche. (…)
Sono tre le categorie che possono partecipare a questo concorso: c'è la categoria imprese, c'è la categoria professionisti (in particolare il coordinatore per la sicurezza nei cantieri) e c’è la categoria enti pubblici ed organismi paritetici. (…)
E saranno premiate le prime tre buone pratiche per ognuna di queste categorie; quindi alla fine saranno premiate nove buone pratiche…
(…)
Accordo unico in materia di formazione: i ritardi e le previsioni
Veniamo all’Accordo unico in materia di formazione. Perché il grande ritardo nella sua elaborazione e approvazione?
A.L.: Premettiamo ovviamente che questo lavoro è frutto dell'attività delle Regioni, sotto l’egida del Coordinamento del Ministero del Lavoro, dell'ispettorato Nazionale del Lavoro e dell'INAIL. All’interno di tutto ciò è stato poi costituito anche un gruppo ristretto che sta lavorando da un bel po'.
Devo dire che questo gruppo ha lavorato moltissimo, con riunioni con la periodicità di una settimana e ha sfornato una prima bozza, che è assolutamente una bozza perché intanto ha messo insieme tutti i corsi previsti dai vari accordi per l'obiettivo. Che è poi quello che noi chiamiamo l'“accordone” - ormai da quasi un decennio parliamo dell'accordone che ha l'obiettivo di mettere insieme tutto, una sorta di Testo Unico della formazione.
Quindi è stato fatto già un grosso lavoro per mettere insieme questi corsi. Per far sì che almeno tutte le metodologie organizzative, i requisiti, … siano comunque unici per tutti i corsi e non ci siano più differenze tra un corso e l’altro.
Detto questo ci sono ancora tante altre problematiche che devono essere risolte.
Abbiamo avuto una riunione con le parti sociali. Le parti sociali hanno espresso le loro osservazioni su questa bozza (quella di agosto, ndR) (…)
L'attività non è semplice e ci sono anche una serie di punti aperti che vanno approfonditi perché spesso si hanno anche delle divergenze di opinione tra vari enti e tra le parti sociali stesse. (…) Quindi ci sono ancora i punti aperti che vanno sicuramente approfonditi prima di arrivare alla stesura finale.
(…)
Per quanto riguarda una previsione dei tempi, l’Accordo arriverà entro i primi mesi del 2024?
A.L.: L'auspicio è questo. Diciamo che è un auspicio concreto. Sicuramente nel 2024 deve uscire fuori, questo è chiaro…
Io in realtà parlavo di inizio 2024…
A.L.: Speriamo, dipende da tanti fattori e soprattutto anche dalla collaborazione di tutte le istituzioni che sono coinvolte.
Link per accedere al concorso buone pratiche in edilizia
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
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