
La partecipazione dei lavoratori alla gestione della sicurezza

Milano, 9 Dic – L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA), anche attraverso una specifica campagna di informazione, ha più volte sottolineato l’importanza della partecipazione dei lavoratori alla gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche perché spesso sono proprio i lavoratori a possedere esperienze e conoscenze approfondite sul modo in cui il lavoro viene svolto e a poter contribuire all'elaborazione di misure di protezione e prevenzione realistiche ed efficaci.
Tuttavia poiché non sempre nei luoghi di lavoro questa partecipazione dei lavoratori viene richiesta, stimolata e utilizzata, ci soffermiamo oggi proprio su un progetto di “sicurezza partecipata” applicato al mondo dei cantieri edili.
Se ne è parlato durante un incontro di riflessione in materia di promozione della cultura della prevenzione, dal titolo “ WORKERS' MEMORIAL DAY 2016: buone pratiche per una cultura della prevenzione”, che si è tenutopresso il “ Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita” di Milano il 28 aprile 2016 in occasione della “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”.
Nell’intervento “La partecipazione dei lavoratori ai processi di sicurezza”, a cura dell’Ing. Giuseppe G. Amaro, si presenta la “sicurezza partecipata” quale metodo per il miglioramento continuo della sicurezza.
In particolare si racconta che fra l’autunno del 2010 e la primavera del 2011, nel cantiere di Porta Nuova Garibaldi a Milano, “si è svolto un percorso pilota che ha coinvolto attivamente i lavoratori nella costruzione” del processo della “sicurezza partecipata”, un processo ideato e sviluppato da l’ing. Amaro in partnership con diverse realtà e con il supporto e collaborazione di alcune imprese e di enti come Inail Lombardia, Ministero Del Lavoro - Dip Milano, Asl Milano, Filca – Cisl, Provincia di Milano, Cpt.
Riprendiamo uno degli obiettivi dichiarati del progetto: costruire regole condivise insieme agli operai per la sicurezza in cantiere.
Nell’intervento sono, infatti, indicate le radici del problema:
- “approccio al problema basato sulla prescrizione di norme e sanzioni;
- ampia divergenza tra regole e prassi di comportamento. Perché?
- risparmio di tempo e risorse economiche;
- modifiche nelle condizioni di lavoro scarsamente prevedibili legate all’andamento del cantiere;
- valutazioni errate del rischio da parte di singoli operatori”.
Il percorso del progetto ha presupposto una fase di indagine di ascolto e coinvolgimento degli attori attraverso:
- “un ciclo di interviste ad esperti, tecnici di cantiere, preposti;
- giornate in cantiere di shadowing;
- focus group con i lavoratori e i tecnici;
- un concorso di idee sulle buone pratiche in sicurezza;
- vari confronti creativi su lavorazioni, attrezzature e procedure specifiche (…berlinese, gru, sega circolare, stoccaggio ferro, jet grouting…);
- mediazione su problemi specifici (… la presa …);
- il PSC partecipato di un’opera passerella podio-podio;
- Open Space Technology”.
Nelle slide dell’intervento è riportata la sintesi di alcuni contenuti emersi nella fase di ascolto su vari temi: sicurezza e tempi, sicurezza e burocrazia, sicurezza e cultura, sicurezza ed ergonomia, sicurezza e committenza, sicurezza e lavoro sommerso.
Ad esempio riguardo a “sicurezza e tempi” si indica che i tempi della sicurezza sono “percepiti in modo differente:
- per chi organizza il processo: “una sicurezza organizzata ti consente di ridurre i problemi dei ritardi”;
- per chi opera sul campo: “la sicurezza si fa al 90% operativamente e al 10% sulla carta”.
E si sottolinea che “le tempistiche strette sono motivo di stress, e dunque di rischio, per i lavoratori”.
Altre frasi emerse nella fase di ascolto sono relative a “sicurezza e cultura”.
Si è detto che se la “sicurezza è legata alla formazione pratica del tecnico”…, “bisognerebbe che i tecnici facessero un po’ di cantieri per rendersi conto”.
E la sicurezza dovrebbe affrontare:
- le differenze generazionali “gli operai più anziani, se ripresi, rispondono – abbiamo sempre lavorato così e non ci è mai successo niente”;
- le differenze interculturali “gli operai stranieri provengono da realtà diverse con condizioni di lavoro molto più rischioso”.
E riguardo a “sicurezza e ergonomia” si è sottolineato che spesso i dispositivi di protezione individuale (DPI) non sono utilizzati:
- perché progettati male: “il casco d’estate diventa insopportabile”. E qualche lavoratore ricorda che le protezione “installate sulle macchine” spesso vengono tolte “perché interferiscono sulle lavorazioni”;
- perché la percezione del pericolo è soggettiva: “quando succede un incidente è sempre per noncuranza del singolo”, “lavorare in quota fa un po’ paura all’inizio, poi ti abitui…”, “se vedo qualche mio collega che non lavora in sicurezza lo riprendo: deve pensare anche a noi!”.
L’intervento affronta poi il tema degli obiettivi da perseguire, ad esempio in relazione all’elaborazione di un documento metodologico da sottoporre al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Rimandiamo, infine, alla lettura integrale delle slide che riportano alcuni aspetti relativi alla percezione soggettiva della sicurezza, ai primi risultati del progetto, alle azioni svolte e ai risultati finali che riprenderemo in un prossimo articolo di PuntoSicuro.
Concludiamo segnalando che nell’intervento sono stati proposti dei video e presentati anche alcuni casi studio con riferimento a tre cantieri: cantiere di Porta Nuova/Garibaldi a Milano, cantiere del Museo Egizio di Torino e cantiere di Torre Regione Piemonte.
“La partecipazione dei lavoratori ai processi di sicurezza”, a cura dell’Ing. Giuseppe G. Amaro,intervento al convegno “WORKERS' MEMORIAL DAY 2016: buone pratiche per una cultura della prevenzione”; Intervento: “ Parte 3”.
Video 1: Montaggio in altezza al cantiere Porta Nuova, Milano
Video 2: Test soccorso gruista cantiere Regione Piemonte
Video 3: Sicurezza partecipata
RTM

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