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L'Italia della sicurezza sul lavoro ultima in Europa (2)
Nello scorso articolo abbiamo analizzato l'utilità dei controlli nelle aziende effettuati dalla task force istituita dal Ministero del lavoro nel '98.In questo periodo, dal 5 al 21 luglio, la squadra sta effettuando controlli nelle province di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria.Si abbandona così il Nord Italia dove, dai controlli effettuati, risulta ancora una scarsa attenzione alla prevenzione antinfortunistica.Consideriamo, ad esempio, il caso di Brescia: nelle 131 aziende controllate sono state individuate 104 violazioni delle norme antinfortunistiche; inoltre degli 884 lavoratori presenti erano in "nero" ben 287, 118 dei quali extracomunitari e 28 minorenni.Altre considerazioni emergono analizzando i risultati dell'indagine conoscitiva della commissione Lavoro del Senato, resa nota a febbraio. Molte delle inosservanze delle norme deriverebbero dal ''meccanismo'' del subappalto delle lavorazione.Le grandi aziende, nella maggior parte dei casi, hanno raggiunto un certo grado di sicurezza nei propri stabilimenti.Il problema è che molte lavorazioni vengono appaltate all'esterno, ad aziende più piccole, arrivando agli estremi dei cantieri edili dove la parcellizzazione è estrema.Vale per tutti l'esempio di un cantiere delle Ferrovie Nord Milano a Varese, dove lo scorso 14 aprile un operaio albanese è precipitato da un traliccio, e dove i lavori erano affidati a tre ditte di cui due svizzere.In molti casi il subappalto arriva fino ad affidare i lavori a "liberi professionisti" con contratti di "collaborazione".Un contributo ad una migliore assistenza dei lavoratori viene dal Governo che, con l'approvazione del decreto legislativo 38 del 23 febbraio 2000, ha introdotto l'assicurazione obbligatoria anche per i lavoratori parasubordinati.
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