Inail: raccomandazioni per la salute e sicurezza nei cantieri post sisma
Ancona, 27 Mar – La crisi sismica in Italia iniziata nel 2016 ha interessato una superficie di circa 8.000 kmq di quattro regioni e più di centoquaranta comuni, spesso custodi di ingenti patrimoni storico-culturali. E in queste comuni i “cantieri post sisma” sono ambiti caratterizzati da un rischio infortunistico elevato sia per la precarietà dei manufatti su cui si va ad operare, sia per il particolare contesto ambientale e sociale.
E in questi luoghi di lavoro “alle usuali norme antinfortunistiche, si deve aggiungere l’attenta scelta delle tecniche d’intervento al fine di non indurre sollecitazioni all’edificio tali da comprometterne la sua stabilità locale o globale ovvero si deve tener conto degli effetti collaterali delle tecniche d’intervento in modo da mettere in atto preventivamente accorgimenti provvisionali e misure di protezione tali da scongiurare conseguenti eventi dannosi per i lavoratori”. E bisogna tener ben presente “il contesto ambientale entro cui l’intervento si colloca, allargando l’analisi prevenzionistica a scala maggiore, dal cantiere a quella urbana, se non suburbana”.
Servono, dunque, “scelte progettuali e organizzative mirate, in quanto queste assumono un rilievo fondamentale ai fini prevenzionistici. Da esse dipende il livello di sicurezza e salute non solo nel cantiere ma anche nel contesto entro cui il singolo cantiere agisce”.
Quali sono le raccomandazioni di salute e sicurezza nei cantieri post sisma?
Quali sono le raccomandazioni di salute e sicurezza nei cantieri post sisma?
A presentare in questi termini il tema della salute e sicurezza in questi cantieri edili è un recente documento prodotto dalla Direzione regionale Marche dell’Inail, con il coordinamento di Giuseppe Semeraro (Inail, Direzione regionale Marche) e dal titolo “Cantieri post sisma. Raccomandazioni di salute e sicurezza”.
Il documento è un manuale pratico contenente regole tecnico-prevenzionali e comportamentali correlate alla specifica realtà ambientale, da attuare negli interventi edilizi della ricostruzione post sisma.
E le raccomandazioni presenti nell’opera – che ha visto l’apporto collaborativo anche della Regione Marche, dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro del Veneto, della Direzione regionale Inps-Marche, degli Organismi Paritetici dell’Edilizia, degli Ordini e Collegi Professionali e dell’Associazione temporanea di professionisti denominata MITULA CPS - sono organizzate secondo le voci delle lavorazioni previste nel “Prezzario unico del cratere del centro Italia”, adottato con l’ordinanza del 14/12/2016, n. 7, dal Commissario del Governo per la Ricostruzione, poi aggiornato con l’ordinanza del 4 luglio 2018, n. 58, del Commissario del Governo per la Ricostruzione.
In particolare si indica che le voci di prezzario analizzate “sono quelle riferite agli interventi che consentono di ‘chiudere le situazioni di emergenza’ e di ricondurre i cantieri alla situazione di normalità”.
Le schede prevenzionistiche elaborate, che possono essere di supporto al coordinatore della sicurezza, al progettista e alle imprese, “contemplano l’analisi dei rischi, le risorse umane e i materiali necessarie all’esecuzione del singolo intervento e in modo particolare contengono:
- le scelte progettuali ed organizzative generali;
- le procedure/ prescrizioni operative generali;
- le misure preventive e protettive generali;
- le misure di coordinamento generali;
- le misure di coordinamento contro i potenziali rischi interferenti.
Il contesto ambientale dei cantieri
Il documento indica che il contesto ambientale con il quale ci si deve confrontare durante i lavori, “soprattutto nelle aree epicentrali, in cui si sono verificati diffusi crolli e danni gravi alle strutture, è caratterizzato dalle seguenti criticità:
- pericolosità di accesso agli edifici che non sono stati messi in sicurezza e possibilità di crolli intempestivi;
- presenza di macerie, anche contenenti materiali pericolosi (come i materiali contenenti amianto);
- presenza di ostacoli (macerie o sistemi di sostegno delle strutture residue posti nei luoghi di transito);
- presenza di immobili anche di pregio storico e monumentale severamente danneggiati dal sisma;
- esiguità degli spazi e degli accessi dovuti alla particolare conformazione urbanistica”.
E chiaramente anche in questo contesto “si è tenuti a rispettare, in quanto applicabili, le norme cogenti previste per gli ordinari cantieri fissi”. E nel caso non fossero applicabili, “le misure alternative devono garantire livelli di sicurezza accettabile” e rispettare comunque le misure generali di cui all’art. 15 del d.lgs. 81/2008. È il caso, per esempio, “di impossibilità di montaggio ed uso di ponteggi o di piattaforme mobili di lavoro in elevato (PLE) nei lavori in quota di edifici danneggiati dal sisma e dell’utilizzo del gancio di una gru mobile come ancoraggio per dispositivo di protezione individuale contro la caduta dall’alto”.
Il documento indica poi che di fondamentale importanza “sono le risultanze dei sopralluoghi, eseguiti da un professionista abilitato, finalizzati al rilievo dei danni e delle vulnerabilità presenti nell’edificio e del contesto ambientale entro cui operare. Ciò permetterà di individuare, anche se solo qualitativamente, il rischio associato ai lavori di miglioramento/adeguamento sismico del fabbricato e consentirà anche di analizzare le priorità di intervento, le modalità di realizzazione in sicurezza degli interventi e le specifiche procedure di emergenza”.
In questo senso dovranno essere mappati “gli edifici limitrofi a quelli oggetto di intervento, il loro stato di sicurezza statica e i potenziali rischi su di loro indotti dall’esecuzione del medesimo intervento”. E se il caso lo richiede “si dovrà valutare la necessità di puntellarli e/o di mettere in atto un sistema di monitoraggio del suo stato durante l’esecuzione dei lavori”.
Inoltre a valle dell’indagine svolta sul sito “si dovranno individuare:
- le vie di circolazione per i mezzi di soccorso e dei percorsi di emergenza;
- le zone in cui vi è un pericolo di crollo e di un punto esterno di raccolta in caso di emergenza;
- l’area in cui verranno posizionati i mezzi ( gru a torre, autogrù, PLE, …) tenendo conto del contesto ambientale (urbanizzato o meno), di eventuali pericoli di crollo, della presenza di vincoli esterni che ne limitano la scelta;
- i percorsi e gli accessi sicuri per il cantiere;
- gli elementi strutturali/non strutturali pericolanti che dovranno esser preventivamente rimossi”.
L’indice del nuovo documento Inail
Concludiamo l’articolo riportando l’indice integrale del documento “Cantieri post sisma. Raccomandazioni di salute e sicurezza”:
Sommario
Presentazione
CAPITOLO I - ASPETTI GENERALI
Prefazione
La struttura dell’opera
Il contesto ambientale
L’ambiente e l’organizzazione del cantiere
Interventi preliminari all’esecuzione di lavori
La gestione delle emergenze
CAPITOLO II - LAVORI GEOLOGICI
Aspetti generali
Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario
Le schede grafiche di sintesi
CAPITOLO III - SCAVI E MOVIMENTO DI TERRA
Aspetti generali
Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario
Le schede grafiche di sintesi
CAPITOLO IV - DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Aspetti generali
Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario
Le schede grafiche di sintesi
CAPITOLO V - CONSOLIDAMENTI
Aspetti generali
Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario
Le schede grafiche di sintesi
CAPITOLO VI - ADEGUAMENTO SISMICO
Aspetti generali
Le schede prevenzionistiche per voce di prezzario
Le schede grafiche di sintesi
Bibliografia
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Direzione regionale Marche dell’Inail, “ Cantieri post sisma. Raccomandazioni di salute e sicurezza”, documento realizzato dal Raggruppamento temporaneo professionisti MITULA CPS Foligno costituito da Paolo Moressoni, Silvia Desantis, Pietro Carlo Pellegrini, Marco Petterini, Andrea Giannantoni, Giorgio Leoni, Emiliano Maiarelli, Luciano Angelucci, Daniele Castellani, Fabio Sorrentino, MDAlab, con altre collaborazioni e il coordinamento di Giuseppe Semeraro (Inail, Direzione regionale Marche), edizione 2019 (formato PDF, 10.07 MB).
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