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CADUTE: UN RISCHIO SOTTOVALUTATO

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Edilizia

16/01/2006

Le cadute nei luoghi di lavoro sono tra le maggiori fonti di infortunio ma altrettanto abbondantemente sottovalutate. Due casi di cronaca e una “IMMAGINE DELL'INSICUREZZA” confermano l’alto grado di rischio.

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Le cadute nei luoghi di lavoro sono tra le maggiori fonti di infortunio (vedere i dati più recenti nell’articolo pubblicato nel numero 1340).

Ma il rischio cadute è anche altrettanto abbondantemente sottovalutato, rischio che invece è confermato da due recenti casi di cronaca e da una “immagine dell’insicurezza”:

Nell’immagine che riportiamo, inviataci da un lettore, vediamo come il “notevole impegno” dedicato nell’allestimento del trabattello si sia risolto in un rischio notevolissimo: la mancanza delle sponde laterali all’ultimo piano rende completamente inutile il ponteggio!

 

 

Che il rischio sia elevato lo confermano anche due casi di cornaca riportati dal Corriere Adriatico  e da Il Giorno del 13 gennaio: in entrambi due operai sono morti per le conseguenze di una caduta.

Nel primo caso, un trentaduenne è scivolato mentre lavorava in un cantiere a Monte Vidon Combatte (AP) rimanendo trafitto da un tondino sporgente di una armatura.

L’operaio al primo piano dell'edificio stava predisponendo il necessario per effettuare la gettata, quando improvvisamente è scivolato ed è finito sopra un tondino di ferro che sporgeva da un pilastro in cemento armato. Gli altri operai che lavoravano con l’infortuno, non si sono neanche accorti dell'incidente. Solo successivamente, non riuscendo a trovare il collega, lo hanno trovato, ma troppo tardi.

L’altro infortunio è avvenuto nel depuratore di Pero (MI): un tecnico di 58 anni, è morto affogato nel liquame del depuratore, anch’egli morto senza che nessuno se ne sia accorto e senza che nessuno abbia potuto aiutarlo.

Secondo le prime ricostruzioni, il tecnico è caduto in una fossa di liquame all’interno di una camera dell’impianto dove, l’altro ieri, si era provveduto alle operazioni di sigillatura. Secondo quanto riferito dalla società che gestisce gli impianti di trattamento delle acque del depuratore, l’uomo ha percorso l’ambiente in direzione opposta rispetto all’ingresso ed è caduto in un punto «depresso» della camera, dove era ancora presente del liquame.

 

Casi che devono far riflettere sulla necessità assoluta di prevedere precise e “inderogabili” procedure di sicurezza che possano evitare incidenti tanto banali quanto pericolosi.

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