
La prevenzione dei rischi psicosociali nel settore edile

EU-OSHA ha presentato la relazione "Mental health in the construction sector: preventing and managing psychosocial risks in the workplace" (Salute mentale nel settore edile: prevenzione e gestione dei rischi psicosociali sul luogo di lavoro) che analizza le evidenze attuali e propone strategie per affrontare le problematiche del settore edile concentrandosi sulla salute mentale dei lavoratori.
Il 46% dei lavoratori del settore edile nell'UE è sottoposto ad elevate pressioni legate alle tempistiche e a un carico di lavoro superiore alla norma. A queste sfide si aggiungono l'insicurezza occupazionale e finanziaria, oltre alle nuove richieste derivanti dall'innovazione tecnologica e dalla transizione verde. Questi fattori contribuiscono all'aumento dei rischi psicosociali, con ripercussioni negative sulla salute mentale. Inoltre, condizioni di lavoro difficili, come l'esposizione a rischi all'aperto o attività pericolose, rendono i lavoratori particolarmente vulnerabili. L'assenza di un luogo di lavoro fisso, che spesso porta a isolamento sociale, rappresenta un ulteriore fattore di rischio per il benessere psicosociale.
Presentiamo un riassunto della relazione.
Salute mentale nel settore edile: prevenzione e gestione dei rischi psicosociali sul luogo di lavoro
Nel 2023, la Commissione europea ha richiesto un'iniziativa faro per promuovere "Ambienti di lavoro sani e sicuri", concentrandosi sui rischi psicosociali e sulla salute mentale sul lavoro, con particolare attenzione a settori spesso trascurati come agricoltura ed edilizia. In risposta, il rapporto “Salute mentale nel settore edile: prevenzione e gestione dei rischi psicosociali sul luogo di lavoro“, analizza i rischi psicosociali nel settore edile, il loro impatto sulla salute mentale dei lavoratori e il ruolo positivo delle organizzazioni nella prevenzione di tali rischi per migliorare il benessere mentale.
I rischi psicosociali sono influenzati dalle condizioni di lavoro e dalle culture maschili “macho”.
I rischi psicosociali sul lavoro derivano da cattive condizioni di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro, oltre che dal contesto sociale. Più della metà dei lavoratori europei considera lo stress comune sul lavoro, con un impatto crescente sulla salute mentale, sulle organizzazioni e sulle economie. Nel settore edile, che impiega 18 milioni di persone nell'UE, i lavori sono fisicamente e mentalmente impegnativi. Il 46% dei lavoratori è soggetto a pressioni di tempo e sovraccarico di lavoro, in un contesto dominato da PMI (95% delle imprese con meno di 20 dipendenti) che spesso faticano a gestire i rischi psicosociali.
L'ambiente di lavoro edile è caratterizzato da esposizione a sporco, rumore, vibrazioni e condizioni avverse, oltre che da un alto rischio di incidenti. I lavoratori devono affrontare richieste fisiche, psicologiche e cognitive significative, che aumentano lo stress. La cultura del settore, prevalentemente maschile e machista (oltre il 90% degli occupati sono uomini), favorisce la minimizzazione dei problemi di salute mentale, stigmatizzando la richiesta di aiuto e promuovendo comportamenti dannosi, come l'abuso di sostanze. Questo si riflette in una minore sensibilità del settore al tema, con il 71% delle imprese che evita di affrontare apertamente le questioni psicosociali.
Ulteriori fattori di rischio includono subappalto, precarietà lavorativa, esposizione a condizioni climatiche difficili, mobilità frequente e natura temporanea dei progetti. Carichi di lavoro elevati, mancanza di autonomia, supporto e riconoscimento, risultati imprevedibili e intensità di lavoro aumentano il rischio di problemi mentali come stress, burnout e depressione. Inoltre, aspettative irrealistiche e conflitti di ruolo aggravano il disagio, generando sentimenti di irritazione e affaticamento. Questi fattori rendono cruciale affrontare i rischi psicosociali per migliorare le condizioni lavorative nel settore edile.
I luoghi di lavoro temporanei, le pratiche gestionali e organizzative incidono sulle dinamiche del posto di lavoro e sui sentimenti di isolamento
Il settore edile presenta molteplici fattori di rischio psicosociale che influenzano negativamente la salute mentale dei lavoratori. L'assenza di un posto fisso di lavoro può generare isolamento sociale, sentimenti di sradicamento e una minore percezione del sostegno sul lavoro, aggravati dall'alto turnover, dalla presenza di lavoratori temporanei e dai conflitti all'interno dei team. Il cambiamento continuo del luogo di lavoro incide negativamente sull'equilibrio tra vita privata e professionale, aumentando lo stress e riducendo il tempo di riposo. Problemi di comunicazione, inclusi quelli derivanti da barriere linguistiche, e una scarsa cooperazione sono tra i principali fattori di stress per i lavoratori edili.
Le difficoltà organizzative, come le interruzioni della catena di fornitura, la scarsa accessibilità dei leader e il basso supporto emotivo, intensificano i sentimenti di scarsa autonomia e controllo sul lavoro. Le PMI, predominanti nel settore, spesso non riescono a garantire adeguate misure di sicurezza psicosociale a causa di carenze di risorse finanziarie, temporali e umane. Inoltre, la mancanza di regolamentazioni specifiche per la gestione dei rischi psicosociali negli appalti edili e la scarsa applicazione delle pratiche di sicurezza durante i progetti peggiorano ulteriormente la situazione.
L'insicurezza lavorativa e finanziaria rappresenta un fattore di stress cruciale. Il settore è particolarmente vulnerabile alle recessioni economiche, ai cambiamenti geopolitici e alle condizioni macroeconomiche. Pertanto, i sentimenti di insicurezza e incertezza si intrecciano con fattori di mercato, politici e socioeconomici più ampi. Inoltre, le modalità di lavoro precarie e le pratiche di subappalto (comuni nel settore), il lavoro sommerso, le retribuzioni basse e i ritardi di pagamento fanno sorgere sentimenti di insicurezza lavorativa e finanziaria. I lavoratori e i migranti poco qualificati e con status socioeconomico inferiore corrono un rischio maggiore di esposizione a questi fattori di stress. I pagamenti tra imprese e le pressioni sui costi (ad esempio i materiali) possono rappresentare fattori di stress per gli imprenditori, poiché i ritardi nei pagamenti e l’inflazione influiscono sullo sviluppo e sulla redditività dell’impresa, nonché sui pagamenti degli stipendi. Tutti questi fattori inducono stress lavorativo e contribuiscono all’ansia, allo stress finanziario, all’instabilità, all’incertezza e, in alcuni casi, al burnout.
Il cambiamento climatico, l’innovazione tecnologica e la transizione verde creano nuove richieste di lavoratori
La diffusione delle tecnologie digitali nel settore edile, pur migliorando l'efficienza e sostenendo la transizione verde, introduce nuovi fattori di stress. Tra questi: necessità di competenze avanzate, sorveglianza lavorativa, equilibrio vita-lavoro, autonomia ridotta e sovraccarico cognitivo. La digitalizzazione può causare tecnostress, burnout, affaticamento digitale e malattie muscoloscheletriche. Inoltre, la mancanza di leadership adeguata a gestire la trasformazione digitale aggrava alienazione e isolamento.
Parallelamente, i lavoratori edili sono esposti agli effetti del cambiamento climatico, come ondate di caldo ed eventi meteorologici estremi, con rischi per la salute mentale e fisica. Lavorare in condizioni di caldo estremo aumenta ansia, depressione, stress, affaticamento e problemi cognitivi, oltre ad incrementare l'incidenza di colpi di calore e decessi. Le interruzioni ei ritardi dovuti alle condizioni meteorologiche intensificano le pressioni lavorative, influenzando negativamente sul ritmo di lavoro e sul rispetto delle norme di sicurezza. La connessione tra cambiamenti climatici e salute mentale necessita di un’ulteriore ricerca per mitigarne gli impatti.
Sesso, età, nazionalità, esperienza lavorativa e status professionale sono collegati a una maggiore esposizione al rischio
I lavoratori del settore edile affrontano diversi rischi psicosociali legati a fattori sociali e professionali, che variano in base a istruzione, esperienza, status familiare e relazioni sociali. Gruppi vulnerabili come migranti, donne, giovani, lavoratori LGBTQ+, autonomi e poco qualificati sono particolarmente esposti a discriminazioni, molestie e altre forme di stress.
Lavoratori migranti: spesso sovrarappresentati nel settore, affrontano barriere linguistiche, separazione familiare, incarichi spiacevoli e condizioni di salute mentale preesistenti come il PTSD. I lavoratori distaccati, un sottogruppo di migranti, devono gestire lo stress aggiuntivo legato al lavoro lontano da casa e alla normativa applicabile.
Donne: costituiscono solo il 10% della forza lavoro. Rischi specifici includono dispositivi di protezione non adatti alla loro antropometria, accesso limitato a strutture igieniche e molestie di genere. Questi fattori contribuiscono a maggiore ansia, emarginazione e disagio mentale.
LGBTQ+: la loro bassa visibilità è attribuibile alla cultura machista del settore. Spesso subiscono bullismo e discriminazioni, adottando tratti maschili come difesa, con impatti sulla salute mentale che richiedono ulteriori ricerche.
Giovani lavoratori: la loro inesperienza li espone a incidenti e li rendono vulnerabili al bullismo ea pratiche inadeguate di sicurezza. Una bassa autostima può limitare la loro capacità di contrastare condizioni lavorative sfavorevoli.
Anziani: sebbene meno inclini allo stress psicosociale, affrontano rischi legati a cambiamenti fisiologici, monotonia e discrezione delle competenze, che possono generare insoddisfazione.
Lavoratori autonomi e poco qualificati: gli autonomi affrontano insicurezza economica e orari prolungati, mentre i meno qualificati subiscono più spesso violenza psicologica, aumentando ansia e conflitti sul lavoro.
Manager e PMI: le sfide per i manager includono la frammentazione del settore, gare d'appalto e subappalto, che generano pressione e incertezza. I proprietari di PMI sono vulnerabili a ritardi nei pagamenti e difficoltà economiche, con impatti diretti sulla sostenibilità e sul benessere psicologico.
La salute mentale e il benessere organizzativo dei lavoratori dipendono in gran parte da condizioni di lavoro psicosocialmente sicure
Le pressioni temporali e le molestie sul lavoro sono associate a un aumento degli infortuni, mentre la mancanza di supporto gestionale ei conflitti di ruolo alimentano depressione e burnout. I lavoratori in ufficio ei professionisti specializzati sono particolarmente vulnerabili a queste condizioni rispetto a chi lavora in cantiere. Invece, il lavoro a distanza sembra offrire una protezione contro il burnout.
Un altro problema rilevante è il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), più comune nell'edilizia rispetto ad altri settori, spesso aggravato da pratiche di sicurezza sul lavoro insufficienti. Comportamenti come abuso di sostanze derivano da un ambiente lavorativo mal progettato, scarsa organizzazione e supporto sociale inadeguato. Il suicidio rappresenta una delle conseguenze più gravi: gli uomini nel settore edile hanno un rischio triplo rispetto alla media nazionale, con tassi elevati anche in paesi come l'Australia. Le cause includono insicurezza lavorativa, difficoltà finanziarie e l'esposizione al suicidio di colleghi. Iniziative mirate, come il programma Mates in Construction, hanno dimostrato efficacia nella riduzione del rischio.
Le conseguenze aziendali includono aumento di assenteismo, turnover e presenzialismo, oltre a una riduzione della produttività e della soddisfazione lavorativa. L'esposizione a una cultura tossica e a condizioni ergonomiche avverse contribuisce al disimpegno e all'insoddisfazione, influenzando sui margini di profitto. Infine, i rischi psicosociali ei relativi problemi di salute mentale diminuiscono l'attrattività del settore, rendendo difficile attrarre e trattenere i lavoratori, un problema critico in un contesto di carenza di manodopera e declino demografico.
Affrontare i determinanti organizzativi per tutelare la salute mentale dei lavoratori
Le migliori pratiche per prevenire i problemi di salute mentale nel settore edile prevedono interventi olistici che combinano strategie individuali e organizzative. Questi interventi mirano a sensibilizzare sulla salute mentale, riducendo lo stigma e fornendo strumenti per identificare e gestire i rischi psicosociali. Esempi includono programmi di formazione come Constructiv, operatori di primo soccorso per la salute mentale (The Lighthouse Construction Charity, MENTUPP), e kit per valutare i rischi sul posto di lavoro (Fundación Laboral de la Construcción, Impedire).
Sul piano organizzativo, è fondamentale affrontare i determinanti strutturali della salute mentale, come il carico di lavoro, le pressioni temporali e la comunicazione. Le misure raccomandate includono l'eliminazione delle condizioni di lavoro precarie, l'adozione di modalità flessibili, il supporto finanziario d'emergenza (PORR) e la creazione di ambienti inclusivi (Malareforbundet, Women in Construction). Questi interventi migliorano il benessere e mitigano i rischi psicosociali.
Le linee guida delle parti sociali dell'UE rafforzano l'impegno delle aziende nel valorizzare il benessere mentale tanto quanto quello fisico, inviando un messaggio positivo ai lavoratori. Ricerca e pratica dimostrano che interventi organizzativi, come condizioni contrattuali sicure, maggiore autonomia lavorativa e revisione regolare del carico di lavoro, riducono i rischi psicosociali e migliorano la qualità della vita lavorativa.
Inoltre, migliorare la sicurezza e lo status lavorativo, attraverso migliori salari, opportunità di carriera e condizioni contrattuali stabili, favorisce soddisfazione, produttività e coinvolgimento dei dipendenti.
Ulteriori ricerche e indicazioni
Sulla base dei risultati generali dello studio, sono emerse una serie di lezioni apprese per ricercatori, organizzazioni e responsabili politici, che includono:
▪ Diversificare i metodi di ricerca e colmare le lacune della ricerca, in particolare quelle relative a LGBTQ+, donne, digitalizzazione, cambiamento climatico e suicidio.
▪ Implementare approcci misti e partecipativi (individuali e organizzativi) mirati ai determinanti organizzativi della salute mentale. Gli approcci dovrebbero mirare al cambiamento organizzativo, impegnarsi a valutare e affrontare i rischi psicosociali alla pari dei rischi per la salute fisica e promuovere una salute mentale positiva sul posto di lavoro.
▪ Interventi specifici per la salute mentale sul posto di lavoro che facilitano servizi di intervento e trattamento che garantiscono riservatezza, revisioni regolari del carico di lavoro e fornitura di modalità di lavoro flessibili. Si suggerisce inoltre di fornire servizi di ritorno al lavoro, fondamentali per il recupero dopo un episodio di malattia mentale.
▪ Integrare le disposizioni in materia di SSL, comprese quelle relative ai rischi psicosociali e alla salute mentale, nei criteri di gara e nelle pratiche della catena di fornitura, assistere le imprese edili con risorse limitate per affrontare la salute mentale e garantire che il personale dell'ispettorato del lavoro sia sufficientemente formato e qualificato per garantire l'attuazione nazionale della SSL.
▪ Garantire che i contratti collettivi di settore adottino una prospettiva della salute in tutte le politiche, compresa la salute mentale, e considerando l'interazione tra condizioni fisiche e rischi psicosociali. Questa prospettiva dovrebbe diventare la norma nei forum di discussione, nei dialoghi sociali e nelle iniziative politiche e legislative per migliorare il benessere mentale nel settore. Includere le esigenze delle donne e dei gruppi minoritari in queste discussioni è assolutamente necessario.
▪ Aiutare le imprese di costruzione con risorse più limitate e i lavoratori autonomi ad affrontare i rischi psicosociali e a salvaguardare la salute mentale.
▪ Sostenere e promuovere le risorse comunitarie per la salute mentale per migliorare l'accessibilità ai servizi specialistici.
▪ Incoraggiare la cooperazione tra le istituzioni nazionali in materia di SSL in tutta l'UE per fornire orientamenti su misura per la varietà di professioni e lavoratori nel settore edile
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Federica Gozzini

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