Settore veterinario e controlli: buone pratiche e dispositivi di protezione
Napoli, 10 Ott – Nei giorni scorsi il nostro giornale si è soffermato su un progetto innovativo di approfondimento ed individuazione degli aspetti del lavoro del medico veterinario e delle autorità competenti preposte ai controlli, che “comportano rischi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che non sarebbero evidenziati se la valutazione dei rischi fosse effettuata con criteri generici o per analogia ad altre attività”.
Questo progetto di prevenzione - presentato dal Dipartimento di Veterinaria e produzioni animali dell’ Università degli Studi di Napoli “Federico II” e realizzato in collaborazione con la Direzione Regionale Inail Campania e gli Uffici del Ministero della Salute UVAC (Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari) e PCF (Posti Controllo Frontalieri) – ha portato alla pubblicazione del documento Inail “ Elaborazione di buone pratiche per i lavoratori del settore veterinario. I processi dei controlli ufficiali alle importazioni ed agli scambi intracomunitari”.
Se nel primo articolo di presentazione del documento ci siamo soffermati, in particolare, su aspetti e criticità del lavoro dei medici veterinari e degli operatori coinvolti nelle attività di controllo, oggi affrontiamo i seguenti argomenti:
I lavoratori del settore veterinario e il Regolamento UE 2017/625
Il documento segnala che il Regolamento UE n. 625 del 2017, entrato in vigore il 14 dicembre del 2019 disciplina “l’esecuzione dei controlli ufficiali e delle altre attività ufficiali effettuate dalle autorità competenti degli Stati membri e l’esecuzione dei controlli da parte della Commissione negli stati membri e nei paesi terzi, l’adozione delle condizioni che devono essere soddisfatte in relazione ad animali e merci che entrano nell’Unione da un paese terzo e l’istituzione di un sistema informatico per il trattamento delle informazioni e dei dati relativi ai controlli ufficiali”. E i controlli sono volti “a valutare gli alimenti e la sicurezza alimentare, l’integrità e la salubrità, in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione di alimenti e la fabbricazione e l’uso di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti; valutano, inoltre, i mangimi, in termini di sicurezza in qualsiasi fase della produzione, della trasformazione, della distribuzione e dell’uso”.
Si segnala che il Regolamento “contiene anche prescrizioni in materia di salute e benessere animale, di prevenzione e riduzione al minimo dei rischi sanitari per l’uomo e per gli animali derivanti da sottoprodotti di origine animale e prodotti derivati (Art.1)”.
Rimandiamo alla lettura del documento Inail che si sofferma su molti altri articoli e dettagli del Regolamento (UE) 2017/625.
Le buone pratiche per un miglioramento complessivo della sicurezza
Il fine ultimo del documento è quello di individuare e definire le buone pratiche per raggiungere un miglioramento complessivo della sicurezza sul lavoro nel settore.
Le buone pratiche sono presentate in alcune tabelle, per ciascuna delle attività lavorative descritte nel documento, con indicazione dei rischi previsti, dei relativi fattori che possono influenzarli, dei danni attesi, delle misure di prevenzione da mettere in atto e dei DPI da utilizzare.
Riprendiamo parzialmente, a titolo esemplificativo, la tabella relativa all’attività ispettiva di alimenti di origine animale con riferimento ai fattori di rischio e alle misure di prevenzione:
- posizione di lavoro scorrette:
- corretta formazione;
- evitare di mantenere la stessa posizione per tempi prolungati;
- effettuare pause di riposo effettuare movimenti corretti nel carico e scarico degli imballaggi
- uso di attrezzi (tronchesi, piede di porco, leva, taglierini, forbici):
- corretta formazione
- verificare preventivamente lo stato di manutenzione degli attrezzi
- operare in condizioni di buona stabilità ed equilibrio
- non abbandonare gli utensili né appoggiarli in posti sopraelevati, riporli sempre nell'apposito vano
- uso di attrezzature per la movimentazione degli imballaggi (carrello):
- corretta formazione
- verificare preventivamente lo stato di manutenzione degli attrezzi
- superfici bagnate o sconnesse/ presenza di ostacoli (cadute in piano e scivolamento):
- corretta formazione
- operare in condizioni di buona stabilità ed equilibrio
- prestare attenzione alle condizioni dei luoghi
- organizzare il luogo di lavoro
- lavori su scala, pedane elevatrici (caduta dall’alto):
- corretta formazione
- verificare le condizioni e la stabilità della scala
- operare in condizioni di buona stabilità ed equilibrio
- stato di riempimento del container (caduta dall'alto di oggetti):
- corretta formazione
- verificare la stabilità della merce
- effettuare il prelievo degli imballaggi con criterio
- microclima:
- riduzione tempi di esposizione
- evitare sbalzi ripetuti di temperatura
- trattamento delle pelli/lesioni cutanee:
- manipolare i sottoprodotti con i corretti dpi.
I lavoratori del settore veterinario e i dispositivi di protezione individuale
Concludiamo riprendendo alcune indicazioni sui dispositivi di protezione individuale (Dpi).
Si indica che per le attività svolte da Uffici periferici del Ministero della Salute UVAC e PCF, “in poche occasioni è possibile mettere in atto delle azioni preventive collettive ed è quindi necessario fornire ai lavoratori dei dispositivi di protezione individuale”.
Dopo aver fornito informazioni generali sui DPI, tratte dal Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, gli autori segnalano che per le attività svolte dagli operatori degli Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC) e Posti Controllo Frontalieri (PCF) “sono sicuramente da utilizzare:
- Elmetti per le attività svolte in ambienti angusti o con presenza di spigoli vivi: l’elmetto dovrà essere provvisto di una cinghia sottomento per evitare che l’elmetto possa cadere durante gli spostamenti su scale o altri percorsi tortuosi.
- Otoprotettori: nelle operazioni che avvengono nelle vicinanze di macchine o veicoli particolarmente rumorosi come nei porti e negli aeroporti è necessario proteggere i lavoratori dal rischio rumore. Possono essere utilizzati otoprotettori da inserire nell’orecchio o cuffie.
- Maschere filtranti: sono da utilizzare maschere facciali filtranti in grado di proteggere da rischio biologico e da inalazione di polveri perché è improbabile che si debba operare in ambienti di tipo ‘confinato’ con presenza di gas tossici od asfissianti anche se è sempre raccomandabile arieggiare, prima di accedervi, i contenitori chiusi come i container nei quali potrebbero essersi accumulati gas provenienti da processi di fermentazione o di putrefazione. Allo scopo sono normalmente utilizzabili maschere filtranti di tipo FFP2 ed FFP3. In casi eccezionali potrebbe essere necessario utilizzare dispositivi maggiormente protettivi come gli autorespiratori.
- Occhiali o visiere para schizzi per la protezione da sostanze a potenziale rischio biologico o chimico: la scelta deve tener conto del rischio che tali sostanze possono avere anche per inalazione e/o contatto sulla pelle. In tal caso può essere conveniente proteggere tutto il viso con un DPI complessivo. Gli occhiali sono da utilizzare anche quando c’è un rischio di proiezione di oggetti come, ad esempio, nelle fasi di scarico di granaglie.
- Tute ed altro abbigliamento per il corpo: per garantire la protezione del corpo da contatti con sostanze con rischio biologico o chimico è preferibile utilizzare delle tute che sono meno ingombranti e difficilmente si impigliano ad oggetti sporgenti. I camici possono essere utilizzati prevalentemente nelle sale visita dove ha la doppia funzione di proteggere e garantire l’igiene dei materiali esaminati. Nelle aree ad alta circolazione di mezzi dovranno essere utilizzati indumenti ad alta visibilità eventualmente da accoppiare agli altri DPI.
- Sistemi anti caduta: in presenza di un rischio di caduta dall’alto debbono essere utilizzati dei sistemi di protezione anti caduta del tipo cinte di contenimento che impediscono all’operatore di allontanarsi dal punto di ancoraggio. Una particolare attenzione deve esser prestata alla scelta del punto di ancoraggio che deve prenotarsi sufficientemente resistente. Prima di iniziare l’attività è necessario verificare che lungo il percorso siano presenti punti di ancoraggio in numero sufficiente. L’utilizzo di tali DPI prevede che sia sempre presente un altro soggetto in grado di intervenire per il salvataggio.
- Guanti: a seconda dell’uso dovranno essere utilizzati guanti diversi. I guanti in lattice o nitrile sono indicati per le operazioni in cui c’è un potenziale rischio di contatto con sostanze biologiche o chimiche come nelle ispezioni delle merci, dei bagagli e degli animali. Per la movimentazione di contenitori o per afferrare pioli di scale e altri ausili per raggiungere le stive o aprire i container sono più utili guanti in materiale spesso come pelle o similpelle.
- Calzature: le calzature debbono essere provviste di rinforzi anti-perforazione ed anti-schiacciamento e prive di aperture che possano permettere l’infiltrazione di sostanze dannose. Le suole debbono essere di tipo antiscivolo. In ambienti particolarmente sporchi possono essere utilizzati dei calzari protettivi monouso”.
Concludiamo rimandando alla lettura integrale del documento e segnalando che gli autori riportano ulteriori raccomandazioni generali per i dispositivi di protezione individuale, relative alla scelta, alla manutenzione, alla sostituzione e smaltimento.
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Direzione regionale Inail Campania, Università degli Studi di Napoli Federico II - Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali, Ministero della salute UVAC/PCF Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, “ Elaborazione di buone pratiche per i lavoratori del settore veterinario. I processi dei controlli ufficiali alle importazioni ed agli scambi intracomunitari”, a cura di Michele del Gaudio e Rossella Luciano (Inail, Unità Operativa Territoriale CVR di Avellino), Erminia Castiello e Alessandro Raffaele (UVAC PCF - Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia), Giulia Passarelli, Manuela Vitale e Serena Calabrò (Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali) con diverse collaborazioni, Collana Salute e Sicurezza, edizione 2022 (formato PDF, 3.29 MB).
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