Digitalizzazione e cobot: come valutare la resilienza organizzativa?
Roma, 17 Mag – Con “resilienza organizzativa” si può intendere “la capacità di un’organizzazione di anticipare, prepararsi, rispondere e adattarsi al cambiamento incrementale e agli inconvenienti improvvisi, con l’obiettivo di sopravvivere e prosperare”. In particolare Hollnagel (2006) la “definisce come l’abilità intrinseca di un sistema di aggiustare il proprio funzionamento in presenza di disturbi o di cambiamenti imprevisti, interni o esterni a esso”.
A parlare di resilienza organizzativa in connessione all’introduzione delle nuove tecnologie e alla trasformazione digitale in atto è una nuova scheda informativa (factsheet) prodotta dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail.
La scheda – dal titolo “Transizione digitale, Cobot e SSL: uno strumento per valutare la resilienza organizzativa” e a cura di S. Stabile, E. Pietrafesa, R. Bentivenga e E. Sorrentino (Dimeila, Inail) e F. Costantino (Sapienza Università di Roma) – ricorda che l’implementazione di advanced manufacturing solutions nelle imprese “permette di migliorare la produttività, la qualità e la flessibilità della produzione”, ma introduce “nuovi tipi di interazioni uomo-macchina che richiedono un’adeguata valutazione in un’ottica di salute e sicurezza sul lavoro (SSL)”. Si sottolinea poi che, come richiesto dal Decreto legislativo 81/2008, il datore di lavoro procede alla rielaborazione della valutazione dei rischi “ogni qual volta siano introdotte modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della SSL”. E come ricordato dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro “l’automazione dei processi e il numero crescente di robot mobili e intelligenti negli ambienti lavorativi possono contribuire a rendere più complessa la gestione della SSL e aumentare il rischio di infortuni”. Tuttavia per rendere il processo di valutazione dei rischi più aderente ai cambiamenti tecnologici e organizzativi, “è importante individuare e sviluppare metodologie e strumenti in grado di supportare le aziende nella prevenzione dei rischi nuovi ed emergenti in modo da adattarsi ai cambiamenti e anticiparne gli effetti, acquisendo una resilienza organizzativa per perseguire il miglioramento delle condizioni di lavoro”.
L’articolo di presentazione della scheda si sofferma sui seguenti argomenti:
- Un modello per la rilevazione della resilienza organizzativa
- Lo strumento operativo e l’applicazione nell’utilizzo di cobot
- Una guida nella misurazione della resilienza organizzativa
Un modello per la rilevazione della resilienza organizzativa
La scheda indica che con l’obiettivo di sperimentare un “modello di rilevazione della resilienza specifica per i principali rischi legati all’introduzione delle tecnologie 4.0” è stato realizzato, dall’Inail in collaborazione con vari dipartimenti universitari (Sapienza Università di Roma, Università Lumsa, Università degli studi di Torino), il progetto BRIC 2019 - ID 50: ‘Analisi dei rischi e strumenti di mitigazione per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei contesti lavorativi soggetti a trasformazione digitale’.
E nell’ambito del progetto, è stato utilizzato il “modello Resilience Analysis Grid” (RAG), che si propone di “valutare lo stato potenziale di resilienza di un sistema sociotecnico inteso come una struttura che comprende elementi sociali e tecnici che si influenzano direttamente e indirettamente in maniera reciproca per continuare a esistere e perseguire lo scopo per cui è stata costituita”.
Si indica nel documento che il RAG definisce “la resilienza come la composizione di quattro abilità di base:
- “sapere cosa fare (Rispondere): essere in grado di rispondere ai cambiamenti regolari e irregolari, ai disturbi e alle opportunità, sia mediante l’attuazione di una serie di risposte pronte all’uso, sia regolando il normale funzionamento del sistema;
- sapere cosa cercare (Monitorare): essere in grado di monitorare ciò accade, positivamente o negativamente, alle prestazioni di sistema. Il monitoraggio deve essere rivolto tanto verso l’esterno (l’ambiente) quanto verso il sistema stesso (le prestazioni);
- sapere cosa è successo (Imparare): essere in grado di imparare dall’esperienza, in particolare le giuste lezioni dalle giuste esperienze, considerando sia i successi sia i fallimenti;
- sapere cosa aspettarsi (Anticipare): essere in grado di anticipare ulteriori sviluppi futuri, come potenziali interruzioni, nuove esigenze o vincoli, nuove opportunità o minacce, o ancora mutevoli condizioni di esercizio”.
Riprendiamo dalla scheda una rappresentazione grafica del modello RAG:
Lo strumento operativo e l’applicazione nell’utilizzo di cobot
Si indica poi che sulla base del modello fornito da Hollnagel “è stato elaborato uno strumento operativo per valutare lo stato potenziale di resilienza di aziende operanti nel settore manifatturiero che hanno automatizzato i processi produttivi introducendo robot collaborativi (cobot)”.
In particolare lo strumento realizzato è “un questionario costruito sulla base della revisione sistematica dei rischi per la SSL inerenti la tecnologia robot/cobot ed i principi della resilienza organizzativa”. E per contestualizzare questi principi nell’ambito della transizione digitale “utilizzando lo schema di questionario ‘tipo’ fornito da Hollnagel sono state formulate domande per ciascuna abilità”:
- l’abilità Monitorare “è correlata a 9 variabili di rischio”,
- l’abilità Rispondere “indaga una lista di eventi e la capacità di risposta in termini di velocità di attivazione delle risposte e del loro mantenimento nel tempo”,
- l’abilità Imparare “è associata a due costrutti principali: la determinazione di cosa sia rilevante apprendere e come venga diffusa la lesson learned all’interno dell’organizzazione, anche attraverso i processi formativi”;
- l’abilità Anticipare “si osserva nell’atteggiamento dell’organizzazione riguardo al futuro rispetto all’evoluzione a lungo e breve termine delle tecnologie, dei processi e metodi di lavoro”.
E per ogni azienda “viene riportato un punteggio assoluto (media normalizzata su una scala 1 - 5) (Figura 2) e uno relativo (espresso in percentuale)”.
Una guida nella misurazione della resilienza organizzativa
In relazione a questo strumento operativo è stata condotta un’indagine che ha coinvolto 15 aziende medio-grandi (Italia, Belgio e Paesi Bassi) “attraverso interviste strutturate somministrate a un referente scelto dalle aziende stesse in un processo guidato ad opera di facilitatori esperti della tematica”.
I dati raccolti “sono stati analizzati in modo sistematico al fine di identificare priorità di intervento e fornire alle aziende indicazioni operative da un punto di vista tecnologico-organizzativo, formativo e giuridico”. E dai dati aggregati “emerge che l’abilità Monitorare ha il punteggio più basso (0,90), seguono Anticipare (1,73) e Rispondere (2,03) mentre quella di Imparare ha il punteggio più alto (3,07)”.
Lo strumento, che può essere adattato ad altre soluzioni tecnologiche e supportare così i datori di lavoro in questa fase di digitalizzazione, rappresenta – conclude la scheda - “una guida nella misurazione del potenziale di resilienza organizzativa in relazione alla SSL nell’ambito della trasformazione digitale e può essere utilizzato dalle aziende per monitorare nel tempo lo stato potenziale di resilienza in un’ottica di miglioramento continuo”.
Rimandiamo, infine, alla lettura integrale della scheda che riporta altri dettagli e un’immagine che presenta un esempio di applicazione dello strumento RAG relativo alla salute e sicurezza sul lavoro.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Transizione digitale, Cobot e SSL: uno strumento per valutare la resilienza organizzativa”, a cura di S. Stabile, E. Pietrafesa, R. Bentivenga e E. Sorrentino (Dimeila, Inail) e F. Costantino (Sapienza Università di Roma), Factsheet edizione 2023 (formato PDF, 843 kB).
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