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Summit HSE: tre proposte per migliorare la prevenzione e la formazione

Summit HSE: tre proposte per migliorare la prevenzione e la formazione
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Cultura della sicurezza

11/04/2022

Nel primo Italian Summit HSE le associazioni che si occupano di salute, sicurezza e ambiente hanno unito le forze dando vita ad un vertice nazionale di settore. La sintesi, gli interventi e le proposte in materia di sicurezza, responsabilità e formazione.

Milano, 11 Apr – In una situazione caratterizzata non solo dalle modifiche del D.Lgs. 81/2008, ad opera del DL 146/21 e della legge di conversione, ma anche dai dati sul sensibile incremento delle denunce di infortunio e degli infortuni mortali, per la prima volta le principali associazioni che si occupano di salute, sicurezza e ambiente hanno unito le loro forze dando vita il 7 aprile 2022 al primo vertice nazionale di settore, l’ Italian Summit HSE che si è tenuto sia a Roma in presenza che in diretta streaming.

 

Il Summit HSE è stato promosso e organizzato da Conflavoro PMI ed è composto da Aifos, Unasf Conflavoro PMI, Fondazione LHS, Anmil, Aifes, Aiesil, Associazione Ambiente e Lavoro e Sistema HSE. Attraverso questi incontri le diverse associazioni intendono potenziare la propria attività di promozione della sicurezza sul lavoro e di collaborazione con le Istituzioni nazionali competenti al fine di consolidare una cultura della legalità che integri la libertà di impresa con il fondamentale rispetto della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

L’obiettivo della riduzione del 50% degli infortuni gravi e mortali

Gli interventi sulla prevenzione, la normativa e la formazione

Le conclusioni e le proposte dell’Italian Summit HSE


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Formazione e informazione generale dei lavoratori sulla sicurezza e salute sul lavoro

 

L’obiettivo della riduzione del 50% degli infortuni gravi e mortali

L’ Italian Summit HSE – di cui PuntoSicuro era media partner - ha individuato un primario obiettivo da perseguire quale elemento di ispirazione e guida delle attività pubbliche e private, la riduzione del 50% degli infortuni gravi e mortali entro il 2030. E per realizzarlo le organizzazioni individuano – in occasione di ogni Summit HSE annuale – tre diversi obiettivi annuali, consistenti in azioni da realizzare assieme per procedere speditamente verso la riduzione, garantendo, al contempo, il decremento di tutti gli infortuni e delle malattie professionali.

 

 

Gli interventi sulla prevenzione, la normativa e la formazione

Tantissimi gli interventi significativi durante l’evento del 7 aprile.

 

Da quello di Rossella Accoto (Sottosegretario Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) che ha ricordato come i dati degli infortuni sul lavoro siano l’ennesimo campanello d’allarme e che la cultura della sicurezza è un valore da coltivare tutti i giorni liberandosi dalla concezione della sicurezza come mero adempimento formale trasformandola, invece, in un elemento centrale della vita delle aziende.

Anche secondo Franco Bettoni (Presidente INAIL) i nuovi dati forniti dall’Inail sugli infortuni ci impongono una riflessione e un cambio di rotta. E se le recenti novità in materia di sicurezza e modifiche del D.Lgs. 81/2008 sono un passo in avanti, ora dobbiamo insistere sulla prevenzione, perché la repressione non è sufficiente.

 

A sottolineare l’importanza delle recenti modifiche del Testo Unico interviene anche Bruno Giordano (Direttore Generale Ispettorato Nazionale del Lavoro) che ricorda come le norme su salute e sicurezza siano norme che servono a tutelare la collettività e come l’intervento della vigilanza sulle aziende non in regola è un intervento anche sulle buone regole del mercato. Chi entra nel mercato risparmiando sulla sicurezza fa concorrenza sleale alle altre aziende. Senza dimenticare le importanti novità correlate alla modifica dell’articolo 41 della Costituzione che rende sempre più importante la diffusione della responsabilità sociale d’impresa.

 

Sempre a livello istituzionale è poi intervenuto Gianclaudio Bressa (Presidente Commissione d’Inchiesta condizioni di lavoro in Italia) sottolineando come oggi il costo degli infortuni di lavoro sia arrivato al 6% del PIL, senza tener conto del lavoro nero, o mettendo in guardia rispetto alla diffusione di un nuovo caporalato digitale connesso alla gig economy o di cooperative spurie e poco attente alla sicurezza, ad esempio nel settore della logistica.

 

Sono poi intervenute diversi esponenti di associazioni, ad esempio Rocco Vitale e Matteo Fadenti (Presidente e Vicepresidente AiFOS) che si sono soffermati sull’importanza della formazione, della sua qualità ed efficacia, e sul valore di questo Summit che nasce per creare obiettivi comuni.

 

Per l’associazione Anmil sono intervenuti il Presidente Zoello Forni e Marcello Luciani (Scuola della Testimonianza ANMIL). È stata sottolineata la poca efficacia del D.Lgs. 81/2008, anche in mancanza di molti decreti attuativi, e le tante criticità da affrontare, ad esempio in materia di formazione. È stata ricordata l’importanza della formazione esperienziale e dell’inserimento, nei percorsi formativi, della testimonianza.

 

Antonio e Raffaella Malvestuto (Presidente e Vicepresidente AIESiL) hanno sottolineato la necessità di una collaborazione tra le associazioni e della semplificazione e riduzione della burocrazia in materia di sicurezza, mentre Norberto Canciani (Presidente Associazione Ambiente e Lavoro) ha ricordato che l’associazione, anche insieme alla Consulta CIIP, sta lavorando per presentare alcune proposte per il futuro Accordo Unico in materia di formazione previsto dal DL 146/2021 e dalla legge di conversione.

 

Pasquale Staropoli (Resp. Scuola Alta Formazione Fondazione Studi CDL) ha sottolineato la centralità della formazione e l’importanza di una futura revisione del D.Lgs. 81/2008, una rimodulazione che tenga conto dell’attuale realtà produttiva e presenti una diversificazione degli adempimenti. Anche Alessandro Spada (presidente Sistema HSE) ha ricordato che per quanto riguarda la sicurezza le piccole e medie imprese sono ancora l’anello debole della prevenzione. E ha sottolineato che è necessario investire sulla sicurezza, anche da parte delle istituzioni.

 

Davide Scotti (Segretario Generale Fondazione LHS) ha ribadito l’importanza dell’obiettivo di ridurre del 50% gli infortuni gravi e mortali entro il 2030 e Paolo Varesi (Scuola Alta formazione Aifes) ha parlato dell’importanza di docenti preparati e competenti nelle attività di formazione e della necessità di rivedere l’intera normativa in materia.

 

Le conclusioni e le proposte dell’Italian Summit HSE

La persona che ha introdotto e concluso l’evento – moderato da Laura Tecce - Roberto Capobianco (Presidente Conflavoro PMI) ha ricordato che bisogna fare squadra, che serve una nuova rotta verso la prevenzione, che bisogna fare sinergia tra vigilanza, istituzioni e imprese. E Enzo Capobianco (Presidente UNASF Conflavoro PMI) ha sottolineato l’importanza di incentivare tutte le imprese che investono in sicurezza, con riferimento specifico ad una delle tre proposte del Summit.

 

Infine il Coordinatore dell’Italian Summit HSE, Lorenzo Fantini, ha ricordato che tutte queste realtà associative si mettono a disposizione, con le loro esperienze, per aiutare la politica e le istituzioni a scegliere le giuste strade per migliorare la prevenzione e ridurre gli infortuni e le malattie professionali. Hanno questo obiettivo le tre proposte, i tre obiettivi del Summit ai rappresentanti istituzionali per ottimizzare le misure di prevenzione e protezione.

 

Riprendiamo, in conclusione, le tre proposte:

  • La definizione di un tavolo di lavoro istituzionale per individuare le possibili semplificazioni degli adempimenti, tenendo conto dei diversi livelli di rischio delle imprese e implementando le “buone prassi” dei Paesi stranieri, che possano ispirare le soluzioni individuate dal tavolo di lavoro.
  • La valorizzazione della formazione e dell’addestramento, per diminuire l’incidenza, in costante aumento, degli infortuni sul lavoro, per mezzo della formazione esperienziale, della progettazione innovativa della formazione, dell’utilizzo di testimonianze di lavoratori infortunati.
  • Strumenti di promozione della salute e sicurezza sul lavoro di tipo premiale nei riguardi delle imprese virtuose e di incentivi alla corretta e completa attuazione di misure di promozione della salute e sicurezza sul lavoro, come ad esempio la previsione di un credito di imposta per attività di prevenzione per la sostituzione di attrezzature di lavoro vecchie con altre moderne, la fornitura di DPI, la formazione, l’informazione e l’addestramento o, ancora, il sostegno alle persone vittime di infortuni sul lavoro.

 

Il link per scaricare il “Manifesto per la salute, sicurezza e ambiente nei luoghi di lavoro” che raccoglie le tre proposte dell’Italian Summit HSE.

 

 


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