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Tecnologie avanzate per individuare opere d’arte contraffatte

Tecnologie avanzate per individuare opere d’arte contraffatte
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Criminalità

08/11/2021

Le principali tecnologie oggi adottate dai musei e dai collezionisti di tutto il mondo per individuare opere d’arte contraffatte, che possono alterare in modo significativo il mercato del collezionismo.

Per dare un’idea delle dimensioni del mercato del mondo dell’arte, un recente studio ha stimato a 64 miliardi di dollari il giro d’affari annuale. Si tratta di un mercato del tutto privo di regole del cui valore è di poco lontano da quello del mercato delle droghe e del sesso. Davanti a queste cifre in gioco, non ci si deve stupire se gli specialisti di contraffazione di opere d’arte trovano un mercato assai favorevole, a fronte di una carenza di opere di grande valore e una intensa ricerca da parte delle strutture museali e dei collezionisti. Tradizionalmente, l’autentica delle opere d’arte si basa su valutazioni di esperti, che si specializzano in artisti specifici, o in comitati di esperti che effettuano le loro valutazioni e confermano o meno l’autenticità di un’opera d’arte. Si tratta tuttavia di valutazioni soggettive ed ecco perché più di una volta queste valutazioni sono state sconfessate in un secondo tempo.

 

Credo che molti lettori ricordino una collezione di famosi dipinti di Modigliani, esposta al Palazzo Ducale di Genova nel 2017. La mostra fu costretta a chiudere dopo breve tempo, quando si constatò che 20 su 21 dei dipinti esposti erano contraffazioni.

 

Certe volte, anche la vita del pittore contribuisce a rendere complicata la identificazione delle opere genuine e la vita caotica di Modigliani indubbiamente ha contribuito in questo senso.

 

Alcuni proprietari di opere d’arte, di dubbia origine, non sono molto favorevoli all’utilizzo di tecniche avanzate per accertare la genuinità di un’opera d’arte, proprio per il timore che queste tecniche avanzate mettano in evidenza dei problemi.

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Vediamo adesso quali tecnologie sono disponibili.

 

Le opere d’arte prodotte dopo l’avvio della età nucleare, nel 1945, possono essere identificate per la presenza di isotopi radioattivi, diffusi nell’aria da esplosioni nucleari.

 

Una specialista di spettroscopia ha lavorato a lungo con i direttori del museo di San Pietroburgo, dove erano presenti opere dell’avanguardia russa, identificando la presenza di isotopi post atomici, che mettevano immediatamente in evidenza il fatto che il quadro era stato realizzato successivamente alla data ipotizzata.

 

Questa tecnica può anche essere usata per attribuire delle date a documenti su supporto cartaceo, ligneo e simili.

 

Un approccio rivoluzionario è stato preso nell’ambito di una mostra, organizzata nel 2021, laddove gli organizzatori esposero, accanto ad opere genuine, opere rilevate come contraffatte, in modo da sensibilizzare i visitatori su un tema di estrema criticità.

 

Un’altra tecnica spesso utilizzata è quella di fotografare l’opera d’arte con sorgenti ultraviolette, in quanto la fluorescenza che alcuni materiali assumono, sotto l’illuminazione ultravioletta, dà una indicazione precisa del materiale utilizzato.

 

Anche l’utilizzo di fotografie all’infrarosso permette di mettere in evidenza il tipo di materiale utilizzato nel realizzare l’opera d’arte.

 

Infine, anche una tomografia a raggi X può mettere in evidenza le varie stratificazioni di un quadro, mettendo in evidenza possibili successive manipolazioni.

 

Un’analisi microscopica mette in evidenza la patina artificiale, che spesso viene applicata dai contraffattori, per fare apparire più vissuta l’opera d’arte.

 

Anche l’analisi dei pigmenti colorati è molto importante, perché possono essere presenti delle sostanze, che non erano ancora diffuse ai tempi in cui il quadro venne dipinto, come ad esempio i composti del titanio.

 

Tuttavia, è opportuno sottolineare che spesso queste tecniche non solo possono essere utilizzate per mettere in evidenza una opera contraffatta, ma possono anche confermare che un’opera d’arte, se non è stata fatta di prima mano da un artista, potrebbe essere stata fatta da allievi del suo studio. Se i materiali utilizzati sono simili, è probabile che la origine sia simile.

 

In un altro caso, un’opera contraffatta di Rembrandt è stata individuata perché erano presenti dei pigmenti, che non potevano essere disponibili quando l’opera, ritenuta originale, sarebbe stata dipinta, vale a dire intorno alla metà del XVI secolo.

 

La tecnica può anche essere utilizzata al contrario, quando, ad esempio, nel 2015 uno studio specializzato nell’analisi delle contraffazioni mise in evidenza come un quadro, acquistato per 5000 $, era in realtà un originale del pittore John Constable del valore di 5 milioni di dollari!

 

Anche l’intelligenza artificiale viene utilizzata per queste analisi e un’azienda specializzata ha sviluppato una rete neurale, che viene inizialmente addestrata inquadrando delle opere certamente genuine e che viene successivamente utilizzata per analizzare quadri sospetti e stabilire una probabile contraffazione.

Questa rete neurale analizza, ad esempio, un dipinto e contrassegna le zone del dipinto, che offrono un contributo più significativo alla decisione circa l’autenticità dell’opera. Il vantaggio di questa tecnica è che le valutazioni sono espresse rapidamente e possono indirizzare gli studiosi nell’approfondimento di aree dubbiose.

 

Adalberto Biasiotti




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