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Alcune considerazioni sul mercato degli oggetti d’arte contraffatti

Alcune considerazioni sul mercato degli oggetti d’arte contraffatti
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

01/03/2021

Il mercato degli oggetti d’arte contraffatti è indubbiamente assai fiorente, ma talvolta i lettori non hanno un quadro accurato della situazione effettiva.

Ogni tanto i mezzi di comunicazione di massa ci comunicano che durante un’asta è stata bloccata la vendita di un’opera d’arte contraffatta, oppure che un celebre museo ha esposto per anni un’opera d’arte, anch’essa risultata successivamente contraffatta.

In realtà la situazione è alquanto più complessa e provo ad illustrare ai lettori quanto ho potuto apprendere durante i numerosi anni, durante i quali ho operato come esperto Unesco per la protezione dei beni culturali.

 

Tanto per cominciare, vi sono degli artisti che copiano opere d’arte note per puro diletto. Molte volte, queste opere imitate sono realizzate con grande competenza e possono essere vendute sia come imitazioni di opere d’arte autentiche, sia come autentiche opere d’arte.

In questo gioco ampio spazio viene occupato dai galleristi ed altri mercanti d’arte, che evidentemente hanno tutto da guadagnare da questa attività.

 

Prima che il lettore pensi che l’imitatore di queste opere d’arte sia un artista di bassa lega, è il caso di ricordare che perfino Michelangelo, all’inizio della sua carriera di livello mondiale, vendeva statue imitate da capolavori dell’arte romana e greca. Anche altri pittori di epoca più recente si sono comportati in modo simile.

 

Ecco perché il confine fra un’opera d’arte imitata ed un’opera d’arte contraffatta è assai sfumato e spesso è solo la trasparenza con la quale tale opera viene immessa sul mercato dell’arte che ne chiarisce la sostanziale differenza.

 

Un’attività parallela, che ha tratto grande beneficio dal crescente mercato delle opere imitate o contraffatte, è quella della autentica delle opere d’arte. Per dare un’idea di quale può essere di valore richiesto da un esperto, per rilasciare un certificato di autenticità, stiamo parlando di decine di migliaia di euro, con cifre ancora più elevate, se le verifiche che vengono effettuate non sono solo di natura estetica e formale, ma comportano anche analisi tecniche di alto livello, come ad esempio l’analisi a raggi X se, l’analisi cromatografica e via dicendo.

 

Un altro elemento che gioca a favore del crescente mercato delle opere imitate o contraffatte sta nel fatto che molti nuovi ricchi tendono a crearsi una sorta di patentino di nobiltà, acquistando, senza la necessaria esperienza, opere d’arte sul libero mercato.

 

Questo tipo di acquirenti acquista un’opera d’arte solo per il nome dell’autore, o presunto tale, e non certo per apprezzamento estetico del valore artistico. Si tratta infatti di un criterio di apprezzamento che è riservato solo a persone che hanno una conoscenza specifica di questo mercato.

 

 

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La provenienza delle opere contraffatte.

Un altro aspetto che rende difficile la messa sotto controllo di questo fenomeno è legato al fatto che una opera contraffatta può essere realizzata ovunque e non conta dove opera l’autore del falso, ma conta il modo in cui il suo falso viene inserito sul mercato, magari con l’approvazione di un prestigioso mercante d’arte.

 

I profitti che possono essere tratti da questa attività sono estremamente elevati ed ecco il motivo per cui il mercato di queste opere contraffatte è in continua crescita, perché gli acquirenti non mancano, gli artisti non mancano e i commercianti di opere d’arte, di dubbia correttezza, non mancano.

 

Il fenomeno può essere più facilmente messo sotto controllo se si acquista l’opera d’arte di un artista vivente, in quanto è possibile prendere contatto diretto con la pista ed avere una prova innegabili di autenticità. Evidentemente ciò è possibile solo in un numero di casi piuttosto limitato. Un altro possibile canale da utilizzare, per verificare l’autenticità di un’opera d’arte, è quello di appoggiarsi ad esempio agli eredi dell’artista, che in molti casi hanno attivato delle consulenze professionali, garantite dal fatto che il consulente porta lo stesso cognome dell’artista in questione.

 

Parliamo ora della firma

Per molti soggetti la presenza di una firma rappresenta un importante strumento per individuare un’opera contraffatta. Ma anche in questo caso occorre essere prudenti.

 

Ad esempio, un famoso artista italiano, Giacomo Balla, ha firmato per anni tutti i suoi quadri con la firma “Balla”, ma quando cominciò a lavorare insieme ai futuristi, egli adottò una nuova firma “Futur Balla”.

Ecco il motivo per cui le firme sono indubbiamente un prezioso strumento di controllo, ma potrebbero non avere un valore assoluto.

 

Anche un altro famoso artista indiano utilizzò ben tre diverse firme, nel corso dell’evoluzione della sua attività artistica.

 

Infine, un altro strumento che bisognerebbe sempre utilizzare è quello di effettuare il tracciamento dell’opera d’arte, dal momento in cui si presume sia stata creata dall’artista, fino al momento in cui viene immessa sul mercato.

 

L’operazione spesso non è semplice e i mercanti malviventi hanno già imparato a costruire documentazione, anch’essa contraffatta, che dà validità al percorso sopra illustrato.

 

Infine, vediamo l’opera falsa come autentica opera d’arte

Ricordo ai lettori che a Vienna vi è un museo di opere d’arte contraffatte, che è frequentato da numerosi visitatori; il museo venne aperto nel 2005, proprio per codificare la bizzarra storia delle contraffazioni.

Ivi oggi sono esposte 80 opere d’arte contraffatte, che non mancano di sorprendere i visitatori per la loro elevatissima qualità.

 

Uno dei pezzi più apprezzati è la imitazione fatta da Han Van Meergen di una famosa opera di Vermeer.

Come si vede, il mercato dell’imitazione e della contraffazione è assai più articolato di quanto non si possa, ad un’occhiata superficiale, ritenere.

 

Adalberto Biasiotti




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