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Stalking: dalla Polizia un aiuto per vittime e operatori

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Criminalità

27/11/2007

Ti senti perseguitata con telefonate, messaggini, minacce, molestie e qualsiasi altro atteggiamento che ti mette a disagio? Potresti essere vittima dello "stalking". Una guida della Polizia di Stato.

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Con il termine "stalking" si indicano i comportamenti persecutori, diretti o indiretti ma comunque ripetuti nel tempo, che incutono uno stato di soggezione nella vittima provocandole un disagio fisico o psichico e un ragionevole senso di timore.
 
Con questa definizione si apre l’approfondimento dedicato alla “stalking” da pochi giorni on line sul sito della Polizia di Stato.
 
Un fenomeno difficile da denunciare
Il fenomeno è molto diffuso e numerose sono le donne che ne rimangono vittime e che, almeno inizialmente, cercano di risolvere il problema da sole pensando di avere a che fare con persone che rispettano le loro scelte. Nella maggior parte dei casi infatti i persecutori sono uomini che si pensa di conoscere bene in quanto ex partner, amici o colleghi di lavoro.
 
In molti casi inoltre le vittime non denunciano questi comportamenti per paura che la situazione diventi ancora più insostenibile. Ma in realtà l’unico modo per cercare di venirne fuori è trovare il coraggio di denunciare senza vergogna e senza imbarazzo.
In Italia una legge allo studio
Nel nostro codice penale non esiste ancora un’ipotesi di reato specifica per questo fenomeno (come è invece per Usa, Canada, Australia e altri paesi europei), ma in base agli elementi descritti dalla vittima si può ascrivere la condotta a singoli reati: minacce, ingiurie, molestie, lesioni o violenza privata. È però al vaglio del Parlamento una proposta di legge che prevede una nuova fattispecie di reato art.612-bis “Atti persecutori”.
In attesa degli esiti della discussione e in occasione della giornata nazionale contro le violenze alle donne svoltosi il 25 novembre, La Polizia di Stato ha pubblicato sul proprio sito "Silvia la guida all'uso" nata da un’idea della Direzione centrale anticrimine (Servizio centrale operativo) ed il dipartimento di Psicologia (Centro studi cesvis) della seconda Università degli studi di Napoli.
 
La guida
Proprio per cercare di aiutare le donne che si trovano in queste condizioni la Polizia di Stato, insieme all’Università di Napoli, ha creato “Silvia” (Stalking inventory list per vittime e autori) un progetto per monitorare i casi attraverso un formulario che aiuti anche gli operatori a conoscere meglio le caratteristiche di questo fenomeno. L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare i poliziotti per fare in modo che il primo contatto con le forze dell’ordine sia rassicurante e permetta di instaurare un rapporto di fiducia con la vittima.
 
L’indice:
Parte prima.
Cos’è lo Stalking e chi sono i protagonisti
“Che cosa devo fare se qualcuno mi perseguita?”
“Chi mi può aiutare?”
“Come faccio a sapere se sono vittima di stalking?”
“Cosa comporta la mia denuncia?”
Parte seconda.
Riferimenti normativi per il contrasto alle condotte vessatorie (fuori o dentro il contesto familiare)
Parte terza.
Modalità di compilazione di S.I.L.VI.A.
 
Lo stalking
Gli atti persecutori - o “stalking” - sono un insieme di condotte reiterate nel tempo, dirette o indirette, indirizzate ad una persona conosciuta o sconosciuta, che inducono chi le subisce in uno stato di soggezione o grave disagio fisico o psichico. Le vittime di “stalking” temono per la propria sicurezza personale o delle persone a loro legate.
 
Il movente principale delle condotte persecutorie è proprio quello di cercare di incutere uno stato di soggezione nella vittima per disporre di lei a piacimento.
 
Gli atti persecutori sono definiti, quindi, come “un insieme di condotte vessatorie, sotto forma di minaccia, molestia, atti lesivi continuati che inducono nella persona che le subisce un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore”.
 
Nello specifico, i comportamenti che possono realizzare l’ipotesi di “stalking” sono fra i più variegati: messaggi sms, mms, e-mail, telefonate, appostamenti, inseguimenti, invio di regali ed altro. Inoltre, per poter parlare di “stalking”, gli atti persecutori devono essere ripetuti nel tempo ed essere indesiderati per la vittima.


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In ulteriore articolo sull’Analisi del fenomeno dello stalking pubblicato da Polizia Moderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato, sono indicati i segnali pericolosi che la Polizia indica come caratteristici del fenomeno:
 
Invasione della privacy della vittima 
Prendere informazioni sul suo conto e sui suoi spostamenti attraverso amici, conoscenti, negozianti, vicini
Sparlare sulla sua reputazione
Diffondere sue immagini o il suo numero telefonico
 
Contatto indiretto 
Continue telefonate (anche senza parlare)
Messaggi in segreteria (anche di tipo intimidatorio)
Continuo invio di sms, mms ed e-mail
Lettere, biglietti nella cassetta della posta, sul parabrezza della macchina
Consegne a domicilio non volute (pizza, fiori, regali, caffè)  
 
Tentativi di avvicinarsi alla vittima 
Pedinarla
Spiarla
Sostare in prossimità del luogo di lavoro/dell’abitazione
Fare fotografie di nascosto
Intercettare le comunicazioni
Violazione di domicilio
Furto di oggetti
Presentarsi sul luogo del lavoro
 
Contatto diretto con la vittima
Parlarle
Inseguirla
Afferrarla
 
Comportamenti atti a intimorire la vittima
Abuso verbale (insulti, maledizioni)
Vandalismo/distruzione dei suoi beni (macchina, cassetta delle lettere)
Intimidazione fisica
Far del male ai suoi animali
 
Minacce esplicite
Con espressione del volto
Brandire un’arma
 
Violenza fisica contro la vittima
Uso di armi
Lesioni, percosse
Violenza sessuale


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