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Le aggressioni ad autisti di auto pubbliche e i loro passeggeri

Le aggressioni ad autisti di auto pubbliche e i loro passeggeri
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Criminalità

17/04/2024

Mancano dati oggettivi sulle aggressioni fisiche ai conducenti di auto pubbliche e ai passeggeri: negli Stati Uniti ci cerca di porre riparo a questa situazione, per approntare specifiche difese.

 

Le cronache italiane, ed ancora più spesso quelle degli Stati Uniti, danno notizia su rapine o aggressioni sessuali, di cui rimangono vittime gli autisti di auto pubbliche e i loro passeggeri. Il problema è percepito, ma mancano dati statistici: per questa ragione negli Stati Uniti il General accounting Office e si è attivato per raccogliere dei dati, che potranno essere utili per avviare successivamente una politica di prevenzione di questa tipologia di reati.

 

Un passeggero può spostarsi in città utilizzando tre tipologie di servizi:

  • un taxi,
  • un servizio di autonoleggio con autista,
  • una delle tante applicazioni, di cui indubbiamente Uber è la più significativa.

 

Negli Stati Uniti non c’è nessun requisito federale che imponga di raccogliere i dati relativi ad aggressioni, che si siano verificate nell’ambito di questi tre servizi, ed ecco perché il General accounting Office ha cominciato ad avviare una politica di raccolta di informazioni, sia intervistando i portavoce delle aziende coinvolte, sia analizzando dati statistici, presenti su altre base dei dati di eventi criminosi.

 

Ad esempio, negli Stati Uniti le tre principali aziende che gestiscono app di trasporto passeggeri, come Uber, hanno segnalato ben 4600 aggressioni, anche di tipo sessuale, durante il 2019. La raccolta di questi dati non è semplice anche perché, non esistendo una scheda di riferimento comune, ogni organizzazione raccoglie e classifica i dati con criteri personalizzati e spesso può essere difficile l’aggregazione ed il confronto dei dati, provenienti da più sorgenti.

 

Anche se i lettori potrebbero pensare che questi reati avvengano più frequentemente nel contesto dei servizi, gestiti da app, i dati statistici non confermano questa espressione. Occorre, d’altro canto, tener conto non solo del livello di sicurezza effettivo, ma anche del livello di sicurezza percepito. Il fatto di salire a bordo di un’auto pubblica con tutta una serie di contrassegni di riferimento e con un colore caratteristico può indubbiamente accrescere il senso di sicurezza del passeggero, rispetto all’utilizzo di un veicolo di autonoleggio con autista, che non è distinguibile da altre vetture, oppure da un servizio di prenotazione, tipo Uber, in cui gli automezzi sono i più disparati che si possano pensare.

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Dalla raccolta dei dati alla messa sotto controllo dell’evento criminoso

Ad oggi solo un limitato numero di auto pubbliche è dotato di un dispositivo discreto di lancio di allarme, che permette di collegare l’automezzo con la centrale operativa, perlopiù privata, in modo che il segnale venga recepito e, soprattutto, il segnale sia accompagnato da informazioni circa l’ubicazione del mezzo, per favorire il tempestivo intervento delle forze dell’ordine.

 

Quando l’autista viene fornito da un’applicazione, come Uber, la situazione cambia in misura radicale, perché in genere questi autisti danno una disponibilità non sempre sistematica, precludendo quindi la possibilità di installare dispositivi permanenti di protezione del guidatore, come ad esempio l’istallazione di una piccola cassaforte sotto il sedile del conducente, nella quale il conducente può inserire denaro, ma non può estrarlo, perché non è in possesso delle chiavi.

 

Ecco la ragione per la quale può essere opportuno segnalare ai lettori la possibilità di utilizzare una app, che in Italia ormai è abilitata a funzionare su quasi tutto il territorio nazionale, che permette in qualsiasi momento di lanciare, tramite telefono cellulare, un allarme alla centrale operativa del 112, accompagnato da una indicazione assai accurata della ubicazione del mezzo, da cui proviene l’allarme.

 

Operando quindi in un quadro di riferimento, in cui la sicurezza effettiva e la sicurezza percepita devono essere tra loro vicine, coloro che utilizzano con frequenza questi mezzi di trasporto faranno bene a installare questa app, che permette di allertare il numero unico 112 in tre modi diversi:

  • lanciando un allarme con SMS,
  • lanciando un allarme vocale,
  • attivando il microfono e permettendo quindi alla sala operativa di ascoltare quello che accade all’interno della autovettura.

 

La app è del tutto gratuita e ne esistono due versioni, idonee alla installazione sulle due grandi famiglie di sistemi operativi di telefoni cellulari.

 

RIDESHARING AND TAXI SAFETY - Information on Assaults against Drivers and Passengers (pdf)

 

 

Adalberto Biasiotti

 

 

 





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