La falsificazione dell’euro: un problema in crescita
Le istituzioni europee da tempo si preoccupano di tenere sotto controllo il fenomeno della falsificazione dell’euro. Appare evidente che una falsificazione diffusa contribuisce a diminuire il livello di fiducia nella banconota e può creare problemi, in sede di pagamento in contanti in vari paesi del mondo.
L’unione europea già si era attivata tempo addietro, sviluppando un programma, chiamato Pericle. Questo programma ha dato buoni risultati e questo è il motivo per cui il parlamento europeo avanza una proposta di sviluppo di un regolamento, che stabilisca un programma di interscambio, assistenza ed addestramento nella protezione dell’euro contro le contraffazioni. Questo programma dovrebbe estendersi dal 2021 al 2027 e viene chiamato programma Pericle IV.
Il programma iniziale venne impostato da un regolamento del consiglio del 28 giugno 2001. Il documento stabiliva tutta una serie di regole, grazie le quali tutti i paesi dell’unione europea si impegnavano ad attivare delle misure per la protezione dell’euro contro la contraffazione.
Le azioni principali riguardavano un serie di scambi di informazioni, tra tecnici coinvolti, lo sviluppo di programmi di assistenza tecnica specifica ed un addestramento specializzato per tutti soggetti coinvolti. Il problema di fondo, che il progetto voleva affrontare, riguardava la necessità che in tutti paesi europei vi fosse un equivalente livello di protezione, per evitare che alcuni paesi europei potessero trasformarsi in un covo di illegalità. Come vantaggio aggiunto, una efficiente politica di protezione delle contraffazioni dell’euro costituiva una valida difesa contro il riciclo della valuta e le azioni del crimine organizzato.
Per questa ragione, la commissione europea propose al parlamento europeo ed al consiglio di prolungare il programma per il 2020, alla luce dei benefici ottenuti e della necessità di fronteggiare delle capacità tecniche crescenti dei malviventi.
Il programma che verrà avviato prevede che vengano coinvolte anche le autorità di paesi terzi, non appartenenti all’unione europea, dove l’esperienza ha mostrato che esistono dei covi specializzati di produzione di documenti contraffatti. Come i lettori ben sanno, questi covi specializzati non sono presenti solo in paesi esterni all’unione europea, ma anche all’interno di singoli paesi; in Italia, la Campania, ed in particolare la cittadina di Pompei, sono finite più volte sulle cronache giornalistiche, quando venivano scoperte tipografie specializzate nella stampa di banconote contraffatte.
Il programma deve essere attuato dalla commissione europea lavorando in cooperazione con gli Stati membri, effettuando incontri regolari per valutare l’efficienza ed efficacia del programma, coinvolgendo anche altre autorità coinvolte, come ad esempio la Banca Centrale Europea e l’Europol. Per tenere sotto controllo l’efficienza ed efficacia del progetto, la proposta di regolamento mette a disposizione degli indicatori, di natura quantitativa e qualitativa, per valutare appunto quanto il programma rispetti le attese degli Stati membri.
Adalberto Biasiotti
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