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I furti in casa e l'introduzione dell' Euro tra le paure piu' sentite dagli italiani

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Criminalità

11/12/2001

Dal 35° rapporto del Censis la mappa delle preoccupazioni degli italiani. Quale posto occupano la sicurezza e salute sul lavoro?

Il 35° rapporto annuale sulla situazione sociale dell'Italia redatto dal Censis ha preso in esame, tra gli altri aspetti, le paure degli italiani.
A generare timore e' anzitutto la delinquenza comune: il 77% degli italiani e' convinto infatti che negli ultimi mesi i reati siano in aumento.
Una sensazione che non trova pero' riscontro nei dati statistici reali sulla criminalita'.

Fra i reati piu' temuti dagli italiani al primo posto figurano i furti in casa (65,7%), seguiti da scippi e borseggi (30,15),aggressioni, minacce e percosse (29,4), rapine (17,4%), atti vandalici (13%) e altri tipi di furto (11%). Per visualizzare la tabella ciccare qui.

Nel documento e' rilevato che '' Si tratta di reati che determinano una violazione della propria privacy o che, comunque, possono capitare a chiunque e risultare lesivi della propria incolumità. Ora è evidente come le conseguenze di questi illeciti non siano riconducibili solo al danno fisico o patrimoniale subiti, ma che il più delle volte l'essere vittima di un atto criminale determina conseguenze psicologiche che portano ad adottare una serie di misure precauzionali che limitano fortemente la libertà individuale e il proprio rapporto con l'esterno.''

Fonte di preoccupazione tra la popolazione e' anche l'introduzione dell'Euro; il 66% degli italiani teme infatti che portera' ad un aumento dei raggiri. Mentre sale all'80% la percentuale di chi ritiene che nella prima fase di circolazione della moneta unica si assistera' all'''arrotondamento selvaggio'' con un aumento generalizzato dei prezzi.

La ricerca ha preso in esame poi la vita lavorativa, con particolare riferimento alla ''flessibilita''.
Secondo una rilevazione del Censis, realizzata a metà del 2001, il rischio di non riuscire più a conciliare i tempi di vita privata con quelli di lavoro costituisce la principale fonte di preoccupazione per i lavoratori flessibili (indicata dal 20,8% del campione), prima ancora della paura di perdere il posto di lavoro (collocata al secondo posto dal 18,7% del campione).
Naturalmente per i più giovani l'incertezza per il futuro rappresenta la prima ragione di inquietudine coinvolgendo il 37,3% degli occupati flessibili con meno di 30 anni.
Tra le paure dei lavoratori flessibili troviamo quella di veder impoverire il proprio portafoglio di conoscenze e competenze: a fronte di ciò, destano minore ansia la paura di perdita del potere d'acquisto del reddito (11,8%) , il carico fiscale e contributivo (9,8%), la carriera (6,7%), l'assenza di una copertura previdenziale adeguata (6,5%), la salute e la sicurezza sul lavoro (5,5%), la coerenza tra qualifica e professionalità (3,7%).

A girare in una grande città a piedi, in bicicletta o in motorino, come nell'utilizzo frequente di connessioni stradali o autostradali, cresce la paura per la personale incolumità. Parallelamente all'aumento della 'società in movimento', cresce fortemente il rischio nella mobilità.
Il rapporto Censis presenta tabelle dettagliate riguardanti i casi di incidenti stradali nel decennio 1990- 2000.

L'incertezza lavorativa, la difficile protezione dalla criminalità predatoria e dal nuovo terrorismo batteriologico, rischi nella grande mobilità e soprattutto negli spostamenti stradali, non costituiscono che parte delle ragioni di emotiva preoccupazione.
Le paure suscitate dai ricorrenti shock alimentari (mucca pazza, polli alla diossina, etc.) hanno sgretolato le ultime certezze dell'alimentazione, generando nella popolazione un'aspettativa di genuinità e di effettiva tutela.
La paura genera anche la precauzione, tanto che, sia in Europa che in Italia, più di metà della popolazione esprime preoccupazione e rifiuto per un eccesso di manipolazione genetica nel cibo.

Il 35° Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese.


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