È cominciata male, ma è finita bene!
Negli ultimi giorni di gennaio 2017 un lotto di preziosi incunaboli, che comprendevano volumi di Galileo, di Newton, di Copernico, erano depositati in un magazzino, nelle vicinanze dell’aeroporto di Heathrow, per essere inviati ad una mostra di rilevanza mondiale, in California. Nella notte tra il 29 ed il 30 gennaio, dei malviventi hanno raggiunto il tetto del deposito, hanno infranto una spessa lastra in vetro stratificato e si sono calati con una fune all’interno del deposito. Dopo essere discesi per 12 m, i malviventi hanno potuto raggiungere i contenitori, dove i volumi erano custoditi. Si è certamente trattato di malviventi esperti, perché i libri asportati sono stati accuratamente scelti. Il sistema antintrusione non è scattato, in quanto è stato progettato prevedendo una penetrazione dall’esterno, a livello del terreno e non dal soffitto. Anche l’impianto di videosorveglianza, che ha puntualmente registrato l’intrusione e la successiva fuga dei malviventi, è servito solo per ricostruire l’evento, in quanto l’impianto non era dotato di applicativi di analisi del movimento, che avrebbero potuto allertare la centrale di comando e controllo, posta a poca distanza. I lettori che hanno visto il film “Mission impossible”, ricorderanno come il protagonista sia riuscito ad accedere ai computer della C.I.A., calandosi dal tetto e rimanendo a qualche distanza dal pavimento, che era dotato di un sistema di allarme a pressione.
Gli specialisti Scotland Yard si sono messi subito in caccia, partendo dall’assunto che un furto di questo tipo era sicuramente stato pilotato da esperti del settore, che dovevano anche disporre di canali alternativi di vendita, in quanto i volumi, ben noti a tutti gli esperti, non avevano alcuna possibilità di essere collocati sul mercato delle case d’asta, ma solo sul mercato clandestino. Come gli esperti sanno, una alternativa, a disposizione dei malviventi, è quella di chiedere un riscatto alle compagnie di assicurazione coinvolte nella garanzia sul bene rubato.
Alle indagini hanno partecipato non solo gli specialisti di Scotland Yard, ma anche i loro partner in Romania ed Italia, con un coordinamento offerto da Europol ed Eurojust. L’opera congiunta di questi investigatori specializzati ha permesso di accertare che i sospetti coinvolti facevano parte di un gruppo di criminalità organizzata rumena, che era stato individuato come responsabile per altri furti di elevato valore in vari depositi, sparpagliati nel Regno Unito.
Questa banda di criminali era inoltre collegata alle numerose famiglie criminali rumene, che formano il purtroppo ben noto gruppo criminale Clamparu.
Tenendo sotto controllo i sospetti, è stato possibile recuperare tutti i volumi, che erano stati inseriti in contenitori, sotterrati a un paio di metri di profondità, in una abitazione, che apparteneva a uno degli esponenti dell’organizzazione criminale.
Le indagini hanno quindi portato non solo al recupero della refurtiva, ma anche alla denuncia di 13 persone, di cui 12 hanno già riconosciuto la propria colpevolezza, per ottenere un forte sconto di pena. Il 13º accusato verrà portato in giudizio a marzo 2021.
Sono tante le brutte storie che girano negli ambienti della security, che ogni tanto fa piacere vedere come una brutta storia abbia un lietissimo fine.
Adalberto Biasiotti
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