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CONTINUANO I CRIMINI DEL COSIDDETTO "ACQUABOMBER"

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Torna, ancora una volta, l’incubo “Acquabomber”. Questa volta, i protagonisti di questa disavventura sono: un giovane operaio 29enne di Fiesso d’Artico (Venezia), al momento ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Camposampiero in provincia di Padova; e un bambino di 8 anni di Treviso.

 

Il giovane operaio V.F., dopo aver acquistato e bevuto una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, prelevata da un distributore automatico, si sente subito male. Le sue condizioni di salute, dopo aver effettuato una lavanda gastrica all’ospedale, sembrano stazionarie.

 

Gli investigatori che hanno effettuato le indagini, avrebbero notato i segni di un forellino sul collo della bottiglia che in linea di ipotesi potrebbe essere stato causato dall’ago di una siringa utilizzata per iniettare qualche sostanza. Al momento sono in corso una serie di esami per chiarire sia la natura del liquido mischiato - che dal forte e tipico odore sembra simile alla varichina - sia per confermare l’effettiva manomissione della bottiglia.

Il Tribunale di Padova ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per reato di lesioni volontarie. Sul caso indagano i carabinieri.

 

Il secondo caso delle ultime quarantotto ore in Veneto, invece, è accaduto a Treviso dove un bambino, durante una festa di compleanno, dopo essersi versato un po’ di Coca Cola da una bottiglia di plastica acquistata in un supermercato vicino, ha ritrovato nel suo bicchiere un ago da siringa.La proprietaria della casa in cui era stata organizzata la festa, ha dato subito l’allarme, ma il fatto, accaduto domenica sera, è stato denunciato ai carabinieri soltanto lunedì mattina.

Dalle ultime ipotesi effettuate, sembra escluso il ritrovamento di sostanze tossiche nella bevanda, ma nonostante ciò, le bottiglie della stessa confezione sono state consegnate ad un laboratorio per accertamenti, ed altre scatole della bibita sono state sequestrate dal supermercato dove la bottiglia era stata acquistata. 

 

Prima di questi due ultimi casi, l’ultimo episodio risale allo scorso 27 luglio, quando un giovane turista romano, ospite in un albergo in provincia di Trento, è vittima di gravi ustioni alla bocca per aver ingerito, da una normale bottiglia di acqua minerale, del detersivo per piatti.

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