Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Crea PDF

Edilizia: i compiti e i problemi dei coordinatori di cantiere

Edilizia: i compiti e i problemi dei coordinatori di cantiere
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Coordinatori

06/12/2013

Un intervento affronta le difficoltà nel progettare la sicurezza del CSP e le difficoltà nel governarla del CSE. Come adempiere ai compiti richiesti e qualificare l’attività dei coordinatori di cantiere.

 
Bologna, 6 Dic – Uno dei convegni che si sono tenuti durante la manifestazione Ambiente Lavoro di Bologna  ha affrontato la situazione dei cantieri temporanei o mobili a cinque anni di distanza dall'emanazione del Decreto Legislativo 81/2008 ed alla luce delle più recenti novità legislative proponendo riflessioni su ciò che funziona bene, su ciò che funziona meno e su come migliorare l’efficacia della prevenzione nel settore edile.
Si tratta del convegno del 16 ottobre “TU 2013: il DLgs.81/2008 nei Cantieri Temporanei o Mobili”, organizzato da Regione Emilia-Romagna, INAIL, Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro in collaborazione con l’ Azienda USL di Modena.
 
Per affrontare in particolare cosa “funziona meno” nel settore edile, presentiamo uno degli atti del convegno, pubblicati sul sito dell’AUSL di Modena, riferiti alle problematiche dei coordinatori di cantiere.
 
In “Progettare e governare la sicurezza: il compito dei coordinatori”, a cura di A. Vicenzi (Federcordinatori Emilia-Romagna) sono affrontate diverse problematicità del ruolo e delle funzioni del: 
- Coordinatore in materia di Sicurezza e salute durante la Esecuzione dell’opera (CSE).
 
Progettare la sicurezza è il principale compito del CSP. Se il “CSP non progetta la sicurezza” le cause possono dipendere da:
- “mancanza di attenzione alle ‘scelte progettuali ed organizzative’;
- mancanza di collaborazione tra CSP e progettisti”.
Inoltre spesso nei cantieri si assiste a:
- “PSC e Fascicoli generici non strutturati come un progetto;
- costi per la sicurezza stimati con approssimazione”.
 
In particolare riguardo alle “scelte progettuali e organizzative”, il relatore indica - con riferimento all’Allegato XV del Testo Unico – che si possono definire come “insieme di scelte effettuate in fase di progettazione dal progettista in collaborazione con il CSP dell’opera al fine di garantire l’eliminazione o la riduzione al minimo dei rischi di lavoro. Le scelte progettuali sono effettuate nel campo delle tecniche costruttive, dei materiali impiegati e delle tecnologie adottate; le scelte organizzative sono effettuate nel campo della pianificazione temporale e spaziale dei lavori”.
 
Riguardo poi alla collaborazione del CSP con il progettista, la relazione riporta stralci di linee guide dell’Emilia-Romagna relative a interventi su edifici danneggiati dai fenomeni tellurici: “è opportuno che, all’interno dei documenti prima citati (PSC, POS e Piano rimozione amianto), vengano recepite le risultanze dei sopralluoghi effettuati da un professionista abilitato, finalizzati al rilievo del danno e delle vulnerabilità presenti nell’edificio. Ciò permetterà di individuare, anche se solo qualitativamente, il rischio associato ai lavori di messa in sicurezza del fabbricato e consentirà anche di individuare priorità di intervento, modalità di realizzazione in sicurezza degli interventi, specifiche procedure di emergenza. (...) È pertanto fondamentale che la pianificazione della sicurezza venga effettuata contestualmente alla progettazione degli interventi, diventando così il risultato di uno stretto rapporto tra progettista strutturale, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza (qualora nominato)”.
Dunque è opportuno “studiare preliminarmente l’organizzazione del cantiere e mettere a punto specifiche procedure di lavoro e di gestione dell’emergenza”.
 

Pubblicità
MegaItaliaMedia
 
 
La relazione, che vi invitiamo a leggere integralmente, oltre a soffermarsi sul tema dei costi della sicurezza, riporta poi i risultati di una recente indagine nazionale (Federcoordinatori, Ausl, AiFOS) che indica come “nel 90% dei casi esaminati il PSC non è preso in considerazione né dalle imprese e nemmeno dal CSE”.
 
Cosa può fare il CSP per migliorare l’efficacia del suo ruolo? 
Secondo il relatore può:
- “affiancare il committente nella fase di gara e/o offerta, anche per gestione art.15 (le misure generali di tutela del Testo Unico, ndr);
- qualificare il PSC con tavole e disegni, verso un vero e proprio progetto della sicurezza;
- qualificare il Fascicolo con tavole e disegni, verso il libretto unico d’Uso e Manutenzione;
- qualificare il DUVRI sulla falsariga del PSC;
- preparare un efficace computo della sicurezza e un buon Programma Lavori;
- proporre scelte progettuali convenienti (essere solutori di problemi).
 
Se governare la sicurezza è, invece, il principale compito del Coordinatore in materia di Sicurezza e salute durante la Esecuzione dell’opera (CSE), accade che il CSE sia in realtà solo uno spettatore: “non solo non è considerato un collaboratore del cantiere, ma spesso è visto come il rompiscatole di turno”. “Se va bene è un controllore” e comunque normalmente “non partecipa al vero e proprio coordinamento”.
Questa problematicità nel governo della sicurezza può dipendere da diversi elementi:
- il CSE non integra i PSC e i POS;
- il CSE non verifica con sufficiente attenzione i POS, lasciando entrare le imprese in cantiere;
- capita sovente che è più attento alla forma che alla sostanza;
- più attento ai documenti che alle lavorazioni… Ai dpi che alle protezioni collettive o organizzative;
- non è elemento di stimolo per trovare soluzioni ‘convenienti’;
- le n.c. che segnala spesso non vengono “chiuse”... Quando chiuse... vengono  spesso ripetute”.
 
Dopo aver delineato i compiti del Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione (art.
92 TU), il relatore indica cosa qualifica l’attività del CSE:
- “il CSE deve conoscere bene il ciclo produttivo e seguirlo passo, passo;
- deve essere un DL della sicurezza;
- deve guardare al futuro, avendo come punto di riferimento il programma lavori costantemente aggiornato – micropianificazione;
- deve organizzare un dialogo permanente con tutti i soggetti coinvolti su contenuti del Piano;
- deve coordinare e controllare”.
 
In conclusione il CSE può:
- “organizzare un dialogo permanente (incontri periodici in cantiere) con i soggetti coinvolti per l’applicazione dei contenuti del Piano e del Fascicolo e per prevenire i rischi;
- integrare gradualmente i contenuti del PSC e del Fascicolo, con disegni di facile comprensione prefigurando lo sviluppo dei lavori;
- non avviare le attività lavorative se mancano i documenti dell’impresa (POS in particolare) o sono incompleti;
- programmare incontri di lavoro prima dell’avvio di attività lavorative pericolose;
- predisporre verbali di sopralluogo con chiare indicazioni su chi fa e cosa fa”.
 
 
 
Progettare e governare la sicurezza: il compito dei coordinatori”, a cura di A. Vicenzi (Federcordinatori Emilia-Romagna), intervento al convegno “TU 2013: il DLgs.81/2008 nei Cantieri Temporanei o Mobili” (formato PDF, 2.96 MB).
 
 
 
 
Tiziano Menduto
 

Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Pubblica un commento

Rispondi Autore: tazio brodolini - likes: 0
06/12/2013 (09:08:52)
Qualificare il DUVRI,"lasciare entrare" le imprese in cantiere, sensibilizzare i FORNITORI... che c'entrano queste cose con i poteri/doveri del CSE?

Continuiamo così, facciamoci del male.

Pubblica un commento

Banca Dati di PuntoSicuro


Altri articoli sullo stesso argomento:


Forum di PuntoSicuro Entra

FORUM di PuntoSicuro

Quesiti o discussioni? Proponili nel FORUM!