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La telecamera della discordia

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Commercio

23/03/2000

Un orefice installa una telecamera per controllare l'ingresso del negozio situato accanto al portone di un palazzo, i condomini insorgono. Una vicenda che si protrae da 5 anni. Sicurezza e privacy inconciliabili?

Due ragioni a confronto. Da un lato l'esigenza di un orefice di tutelare la propria sicurezza; dall'altro l'esigenza dei condomini del palazzo accanto al negozio di vedere tutelata la riservatezza.

La vicenda ha avuto inizio cinque anni fa quando un orefice, che aveva subito numerose rapine, ottenne dall'assemblea condominiale del palazzo, nel quale ha sede il negozio, l'autorizzazione di installare una telecamera per controllare l'ingresso della gioielleria.

Ad installazione terminata pero' i condomini hanno constatato che la telecamera non riprendeva solo l'ingresso del negozio, ma anche l'ingresso del portone del palazzo ed il cortile.
Ritenendo leso il proprio diritto alla riservatezza, hanno allora richiesto che la telecamera fosse tolta e che venissero risarciti i danni.

A tali richieste si e' opposto l'orefice, affermando che la telecamera era necessaria per tutelare l'incolumita' di chi lavora nel laboratorio e che l'impianto e' attivo solo negli orari di lavoro.

Il caso non e' ancora chiuso. Da un punto di vista teorico non sembrano esserci violazioni e legittime sono le rivendicazioni di entrambe le parti.
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