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Un atlante regionale per conoscere e prevenire gli infortuni

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

18/02/2009

Dalla Regione Puglia un atlante regionale che ci permette di leggere gli infortuni in relazione a territorio e realtà produttiva. Infortuni gravi e mortali: un quarto dipende dalle cadute dall’alto, quasi la metà dalla mancanza di formazione.

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"Conoscere è prevenire: questa è la prima frase, ricca di significati, che accompagna il lettore in una recente pubblicazione originata dal protocollo d'intesa nazionale del luglio 2002 tra INAIL, Regioni e ISPESL.
 

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Si tratta del “1° Atlante regionale degli infortuni sul lavoro - infortuni avvenuti negli anni 2000-2006”, un corposo documento, realizzato dalla direzione regionale INAIL e dall'Assessorato regionale alle Politiche della Salute Puglia, che raccoglie una serie storica di sei anni (2000-2006) di eventi infortunistici e permette la lettura del fenomeno infortunistico in relazione con il territorio e la sua realtà produttiva.
 
Ma, come indicato dalla prima frase di questo articolo, il documento ha anche un altro obiettivo: lo sviluppo di una rete per la conoscenza dei fenomeni infortunistici e il miglioramento della vita del cittadino.
"La costruzione di un nuovo sistema informativo è diventata ormai indispensabile per incidere direttamente ed indirettamente sui fenomeni infortunistici", indica infatti Mario Longo, vicedirettore dell'INAIL pugliese, ricordando che questo Atlante risulterà “indispensabile per un miglior utilizzo e coordinamento delle attività di sorveglianza nei luoghi di lavoro”.  
 
L’Atlante è suddiviso in cinque grossi capitoli:
- il contesto socio-economico;
- statistiche regionali e provinciali;
- caratteristiche qualitative degli infortuni in Puglia;
- statistiche per Asl;
- indagine integrata per l'approfondimento dei casi di infortunio mortale: "il metodo sbagliando s'impara" relativo agli infortuni avvenuti dal 2002 al 2004.
 
Scorrendo le pagine delle statistiche e riferendosi ad esempio alla tabella relativa agli “infortuni definiti positivamente per comparto produttivo e anno evento” si può notare come ci sia in Puglia un costante decremento di infortuni relativamente al comparto Costruzioni e, invece, un andamento altalenante nella Metalmeccanica, nella Sanità e nei Servizi.
In particolare il numero degli infortuni gravi appare in “costante diminuzione nel comparto delle Costruzioni, tanto da essere superato dal 2004 dal Comparto dei Servizi (che notoriamente raccoglie molteplici settori di attività lavorativa)”.
Inoltre c’è “un costante incremento della definizione degli infortuni in itinere, attribuibile probabilmente a una maggiore denuncia di eventi ovvero ad una maggiore consapevolezza dell'esistenza della tutela infortunistica”.
 
Riguardo al capitolo dedicato agli infortuni mortali il documento ricorda che “i dati italiani (in coerenza con quelli europei) mostrano come, almeno dalla metà degli anni Settanta, il trend degli infortuni, espresso in termini relativi (vale a dire sotto forma di indici di frequenza), sia stato quasi costantemente orientato verso una marcata flessione. Tuttavia il numero degli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro in Italia (al netto degli infortuni in itinere) risulta ormai da quindici anni stabilizzato intorno alle 1200 unità all'anno (in Puglia intorno alle 80 unità), con lievi oscillazioni (dopo il decremento che si ebbe dagli oltre 3000 casi degli anni sessanta sino agli anni novanta)”.
 
In particolare gli infortuni mortali e gravi “hanno delle caratteristiche peculiari nell'ambito del panorama degli incidenti sul lavoro”.
Ad esempio “se gli infortuni sul lavoro lievi avvenuti durante l'utilizzo di mezzi di trasporto rappresentano all'incirca il 10% del totale, tra i casi gravi e mortali tale percentuale raggiunge il 55%”. E se le cadute dall'alto “rappresentano il 5% del totale delle inabilità temporanee, esse esprimono, secondo i dati INAIL, il 16% delle morti”.
Per ottenere i “migliori risultati in termini di prevenzione” è dunque “necessario indagare a fondo sulle modalità di accadimento degli eventi”, cosa che l’Atlante fa prontamente in relazione ai casi mortali di infortunio sul lavoro occorsi in Puglia nel periodo gennaio 2002 - dicembre 2004.
 
In relazione al database, che contiene i casi mortali e gravi ma con esclusione degli incidenti su strada, si rileva che conformemente al database nazionale i "Lavori generali di costruzione e cantieristica" sono di gran lunga i settori più rappresentati sia nell'Artigianato (12 casi, 32,4% del Totale) che nell'Industria (20 casi, 25,3% del Totale), confermando quanto già noto sulla rilevanza del problema infortunistico in Edilizia”.
Inoltre “nell'Artigianato il 10,8% degli infortuni rilevati si riferivano a "Movimenti terra; scavi archeologici; riporti neve", l’8,1% a "Trasporti con autotreni, autoarticolati, trattori"; nell'Industria il 7,6% a "Trattamento/affinazione ghisa. Lavorazione acciaio", il 6,3% a "Produzione manufatti a partire da blocchi di cava".
 
La sede della lesione maggiormente interessata dagli infortuni mortali e gravi è “il cranio (25,2%), seguito da cuore e organi mediastinici (4,6%) e parete toracica destra (4,0%), contrariamente agli infortuni lievi in cui la sede maggiormente colpita a quella relativa agli arti superiori (soprattutto le mani), seguita dagli arti inferiori”.
 
Il luogo di lavoro più interessato da infortuni mortali o gravi risulta essere “il cantiere di demolizione, costruzione, restauro, manutenzione (28% circa dei casi), seguito dal luogo di produzione (officina, laboratorio) (19%)”.
In particolare “un quarto degli incidenti mortali e gravi avvengono per caduta dall'alto (25,2%)” e il 12,6% per scivolamento o la caduta di un agente materiale posto al di sopra della vittima.
Se in edilizia “le cadute dall'alto rappresentano il 40% degli infortuni gravi e il 56,3% degli infortuni mortali”, nel settore industriale della produzione, trasformazione e trattamento, la modalità infortunistica più frequente, anche se quasi mai mortale, risulta essere "la perdita di controllo di una macchina".
 
Infine se analizzando gli eventi l'attività dell'infortunato risulta essere, nel 47% dei casi, l’elemento più importante e quasi sempre determinante negli accadimenti degli infortuni, questo è “probabile conseguenza di una insufficiente informazione e/o formazione del lavoratore”.
 
 
1° Atlante regionale degli infortuni sul lavoro - infortuni avvenuti negli anni 2000-2006”, direzione regionale INAIL e Assessorato regionale alle Politiche della Salute Puglia (formato PDF, 55.88 MB).
 


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