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Movimentazione in sicurezza

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

26/09/2006

La Toscana pronta ad approvare una legge regionale per migliorare i livelli di sicurezza nell’uso dei carrelli elevatori.

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Formazione, mezzi più efficienti, sistemi di trattenuta contro il rischio di rovesciamento: sono questi i tre assi di intervento che la Regione Toscana intende inserire in una specifica legge per migliorare i livelli di sicurezza nel settore della movimentazione delle merci.

Il documento preliminare sulle linee generali della proposta di legge è stato presentato nei giorni scorsi (ed ha ottenuto parere favorevole) alle commissioni Attività produttive e Sanità del Consiglio regionale.
 
L’uso dei carrelli elevatori interessa molti settori dell’economia toscana, in particolare il distretto cartario lucchese ed il tessile di Prato. Elevata l’incidentalità connessa a tali attività: ogni anno nella Regione avvengono 1800 infortuni sul lavoro collegati all’uso di carrelli elevatori, 170 dei quali causano un’invalidità permanente.
“Molti dei problemi  - afferma lo staff della Giunta- sono legati alla prassi di esternalizzare i servizi di movimentazione merci attraverso appalti e subappalti.”

Gli assi di intervento previsti dalla Regione comprendono azioni di formazione e informazione per incrementare la conoscenza degli operatori, controlli periodici per aumentare l’efficienza dei carrelli e l’implementazione di sistemi di trattenuta contro il rischio di rovesciamento.

L’importanza della formazione degli addetti, anche con il rilascio di uno specifico patentino, è stata sottolineata da diversi consiglieri intervenuti in commissione.

Pareri diversi sono stati espressi riguardo alle conseguenze per le aziende derivanti da una tale legge; alcuni consiglieri ritengono che essendoci già un’avanzata normativa nazionale, bisogna evitare che l’intervento della Regione si traduca in un eccessivo appesantimento per le aziende. Mentre per altri consiglieri una normativa più precisa andrà a vantaggio delle stesse imprese.
E’ stata sottolineata altresì l’esigenza di un ragionamento complessivo sui pericoli legati ai mezzi con rischi di stabilità, che riguardi non solo i dipendenti ma anche i lavoratori autonomi.
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