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Lavoro nero ed infortuni
Dall’analisi dell’andamento infortunistico è possibile valutare l’entità del lavoro sommerso in un determinato settore?
A questo ci ha pensato l’Inail che, nel periodico “Dati Inail”, ha illustrato un metodo elaborato negli ultimi anni e che ha dato risultati in linea con le rilevazioni ISTAT.
Il punto di partenza delle elaborazioni è l’assunzione delle seguenti considerazioni:
-la motivazione principale per la quale un infortunio sul lavoro può non essere denunciato all’Istituto è essenzialmente il lavoro nero;
-ad essere occultati sono i casi lievi di infortunio;
-il rapporto tra infortuni lievi (casi indennizzati per inabilità temporanea) e infortuni gravi (inabilità permanente e morte) deve sottostare a certe proporzioni sufficientemente stabili nello spazio e nel tempo.
“Su tali basi – afferma l’Istituto - si può valutare quanti casi lievi vengono nascosti all’Istituto e di conseguenza quanti avrebbero dovuti essere gli infortuni denunciati qualora tutti lo fossero stati.”
La quota occultata può poi essere tramutata, attraverso opportuni indicatori di rischio, nella stima dei lavoratori “sommersi”.
Ad esempio nel settore agricolo; applicando il metodo sopra esposto, l’Istituto stima che la quota di lavoro nero abbia ormai superato la dimensione di un quarto dell’intero totale.
A questo ci ha pensato l’Inail che, nel periodico “Dati Inail”, ha illustrato un metodo elaborato negli ultimi anni e che ha dato risultati in linea con le rilevazioni ISTAT.
Il punto di partenza delle elaborazioni è l’assunzione delle seguenti considerazioni:
-la motivazione principale per la quale un infortunio sul lavoro può non essere denunciato all’Istituto è essenzialmente il lavoro nero;
-ad essere occultati sono i casi lievi di infortunio;
-il rapporto tra infortuni lievi (casi indennizzati per inabilità temporanea) e infortuni gravi (inabilità permanente e morte) deve sottostare a certe proporzioni sufficientemente stabili nello spazio e nel tempo.
“Su tali basi – afferma l’Istituto - si può valutare quanti casi lievi vengono nascosti all’Istituto e di conseguenza quanti avrebbero dovuti essere gli infortuni denunciati qualora tutti lo fossero stati.”
La quota occultata può poi essere tramutata, attraverso opportuni indicatori di rischio, nella stima dei lavoratori “sommersi”.
Ad esempio nel settore agricolo; applicando il metodo sopra esposto, l’Istituto stima che la quota di lavoro nero abbia ormai superato la dimensione di un quarto dell’intero totale.
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