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Il pool del pm Guariniello e i suoi 30 mila processi in 40 anni
Roma, 5 Apr – In quarant’anni il pool della Procura di Torino guidato dal pm Raffaele Guariniello, specializzato sui temi della salute e sicurezza sul lavoro, ha prodotto 30 mila processi. È un dato enorme. A questo bisogna aggiungere che dal 1995 ad oggi l’Osservatorio dei tumori professionali, parte integrante del pool, ha trattato 26.073 casi e tra questi ben 15 mila sono risultati “esposizione professionale” che ha danneggiato la salute dei lavoratori. Una tale mole di lavoro è stata possibile – ha spiegato a PuntoSicuro il giudice Guariniello – grazie all’alto livello di specializzazione dei nove magistrati che da anni indagano in questo delicato settore. Ma ora il pool potrebbe essere smantellato. Ed è un’anomalia tutta italiana. Infatti, l'articolo 19 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, come modificato dal comma 5 dell'articolo 12, della legge 30 luglio 2007, n. 111, impone la rotazione decennale ai magistrati che esercitano funzioni giudicanti e requirenti di primo e secondo grado. Quindi fra sessanta giorni andranno via sette giudici dei nove che compongono il pool di Guariniello. E va in fumo un’esperienza enorme.
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«Di recente ho tenuto conferenze a Parigi e Bruxelles e alcuni colleghi mi facevano notare che considerano la procura di Torino la più avanzata in Europa in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro», ci spiega Guariniello. E allora, se all’estero ci considerano i primi della classe, perché indebolire il pool della Procura di Torino? Il Consiglio Superiore della Magistratura in realtà ha concesso una proroga di sei mesi, che scade a maggio, e poi i giudici del pool dovranno preparare gli scatoloni e andare via. Al loro posto arriveranno nuovi magistrati con pochissima esperienza sui temi della salute e sicurezza sul lavoro.
Il 15 febbraio scorso quarantanove parlamentari “bipartisan” hanno presentato una mozione, indirizzata al Governo Monti, per sollecitare un intervento urgente che scongiuri lo smantellamento del pool di Torino. Il deputato Antonio Boccuzzi, primo firmatario, ci spiega le motivazioni dell’iniziativa: «Il 15 aprile 2011 si è concluso il processo di primo grado svolto in corte d'assise, per il rogo accaduto il 6 dicembre 2007 presso gli stabilimenti torinesi della società TyssenKrupp, nel quale persero la vita sette lavoratori, mentre in questi giorni si è concluso il processo di primo grado sul dramma per le morti da amianto con la condanna dei dirigenti e proprietari della società Eternit. Questi processi hanno avuto tempi contenuti rispetto alla complessità delle vicende, grazie anche alle elevate competenze della magistratura, di corpi specializzati e di ricercatori universitari. Quindi il lavoro svolto dalla procura di Torino sui temi della sicurezza sul lavoro è universalmente riconosciuto come un solido e fondamentale punto di riferimento per chi opera nel settore della prevenzione e del contrasto agli infortuni e alle morti sul lavoro. Quindi chiediamo al Governo la modifica della norma che prevede la rotazione decennale dei magistrati».
Finora, però, non è successo nulla. Il ministro della Giustizia, Paola Severino, è stata informata del problema. E nessuno sembra interessato ad occuparsi seriamente della questione. Eppure il numero degli incidenti mortali sul lavoro è aumentato nel 2011. E guardando il bilancio dell’attività svolta in quarant’anni dal pool di Torino sarebbe ragionevole – sostiene Boccuzzi – mantenere in vita l’organizzazione specialistica che si è formata negli anni presso la procura torinese.
Spiega ancora Guariniello: «La specializzazione è particolarmente utile alla giustizia. E inoltre, fa risparmiare denaro pubblico. Ci sono stati casi, relativi alla sicurezza sul lavoro, in cui diverse procure hanno emesse sentenze divergenti sulla stessa vicenda. Ciò, come si può immaginare, si traduce in aumento dei costi. Invece, a mio avviso, bisognerebbe costituire una Procura nazionale specializzata sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che abbia una competenza nazionale».
Anche il gruppo di parlamentari che si è rivolto al Governo Monti è favorevole “all’istituzione di una procura nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro, o quanto meno la realizzazione di forme di forte coordinamento specialistico a livello distrettuale sui temi relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro”. E citano l’esempio della Francia, dove “è prevista l'istituzione di un pool di pubblici ministeri che hanno una competenza su quasi tutto il territorio nazionale sui reati di maggiore rilevanza che attengono alla salute dei lavoratori”.
Il pool del giudice Guariniello è nato negli anni ’70. Da allora è diventata una potente macchina che ha prodotto un bilancio importante, in termini di risultati, nel settore della salute e sicurezza sul lavoro. «Abbiamo cominciato con gli infortuni sul lavoro – spiega il magistrato - poi abbiamo scoperto le malattie e i tumori professionali, e istituendo un Osservatorio che c’è solo qui alla Procura di Torino. I risultati prodotti sono stati possibili grazie all’organizzazione così specializzata che ha consentito di fare, tra l’altro, processi come la Thyssen e Eternit».
Perché allora la politica sembra lavarsi le mani e abbandona il destino del pool di Torino? Esiste una lobby politica-finanziaria che ha l’obiettivo di indebolire le procure che indagano sui temi della sicurezza del lavoro? Guariniello precisa: «Sono un magistrato, non un politico. Non amo queste domande che sono di carattere politico. L’importante è che si creano le premesse organizzative per fare la sicurezza sul lavoro. Tra l’altro, non sono d’accordo con chi sostiene che il Decreto legislativo 106 del 2009 abbia indebolito il Testo Unico 81 del 2008, intervendo in sostanza sull’entità delle contravvenzioni. Abbiamo nel nostro codice penale reati come il disastro o l’omissione di tutele anti-infortunistiche che sono punite molto severamente. Nel processo Eternit, ad esempio, vi sono state condanne per 16 anni a carico dei responsabili».
E si torna alla complessità delle vicende trattate in quarant’anni. Come ad esempio il tecnostress, la nuova malattia professionale venuta alla ribalta nel 2006 grazie a un’indagine di Guariniello a carico dei titolari di un call center. In sostanza, tale problema, coinvolge milioni di lavoratori che usano per molte ore al giorno i moderni strumenti tecnologici e informatici. Il tecnostress, come hanno confermato numerose ricerche mediche, può provocare disturbi cardiocircolatori, gastrointestinali, ansia, attacchi di panico, calo della concentrazione, depressione, disturbi comportamentali. Si tratta di una moderna malattia professionale e proprio grazie al lavoro del pool di Torino oggi i lavoratori “digitali” hanno a disposizione una importante sentenza per difendersi in eventuali processi in cui devono dimostrare il danno che può causare il tecnostress.
Anche se ufficialmente a gennaio 2011 è entrato in vigore l’obbligo per le aziende di valutare lo stress – che in realtà era già previsto dall’ex decreto 626 - ad oggi non esiste un bilancio di cosa sia stato fatto effettivamente per prevenire questa nuovo rischio. E toccherà ancora una volta alla magistratura, in seguito a segnalazioni, approfondire la questione e far emergere la grave esposizione da stress a cui sono sottoposti migliaia di lavoratori italiani. Ma spesso, come spiega Guariniello, ci si confronta con “colossi industriali” che hanno molti modi per ostacolare il corso della giustizia. «Per affrontare materie complesse come il diritto del lavoro, le norme sula sicurezza, le caratteristiche dei processi produttivi o l’uso di certi materiali – prosegue il pm – occorre una struttura preparata che incrocia le diverse competenze e discipline».
Il pool di Torino ha affrontato in quarant’anni tematiche particolari e la squadra di Guariniello è organizzata per un continuo confronto incrociato di informazioni che provengono da consulenti, periti, medici ed esperti della sicurezza sul lavoro. Il caso della Eternit, ad esempio, riguardava l’esposizione all’amianto di migliaia di lavoratori che hanno subito gravi danni alla salute. La polvere d’amianto, infatti, provoca tumori: secondo numerose ricerche mediche si può contrarre ilmesotelioma pleurico e l’asbestosi (danneggiamento dell’area pleurica provocata dall’inalazione delle polveri dell’amianto che contengono asbesto, considerato tossico poiché riduce le capacità respiratorie). La Eternit produceva uno specifico tipo di fibrocemento, utilizzato in edilizia per la realizzazione di vasche, tegole, tettoie, ma contemporaneamente viene rilasciata la polvere di amianto che ha effetti cancerogeni. La malattia ha un periodo di incubazione anche di trent’anni e non è facile individuare la diretta connessione tra l’esposizione del lavoratore e la sostanza tossica. Occorre acquisire dati medici, chimici ed ambientali che richiedono una forte competenza tecnica per far emergere il danno alla salute causato ai lavoratori e alla popolazione. Ma alla fine i pm torinesi Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace – proprio grazie al lavoro di squadra del pool – hanno prodotto elementi inconfutabili che hanno portato – a conclusione delle 65 udienze – alla condanna a 16 anni di carcere per i dirigenti della Eternit, Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier, per disastro doloso e omissioni volontarie di norme antinfortunistiche. Simili risultati, dal prossimo mese di giugno, potrebbero non essere più raggiungibili e la giustizia italiana perderebbe uno dei suoi fiori all’occhiello.
Enzo di Frenna
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Rispondi Autore: Francesco Cuccuini - likes: 0 | 05/04/2012 (08:15:40) |
Tecnostress!?! Cos'é il tecnostress? Francesco Cuccuini |
Rispondi Autore: Massimo Tedone - likes: 0 | 05/04/2012 (09:32:17) |
Il tecnostress è quello derivato dall'uso delle nuove tecnologie ed è stata coniata dallo psicologo americano Craig Broad, autore del libro “Technostress: the uman cost of computer revolution” , soprattutto informatiche e dovuto al malfunzionamento delle stesse |
Rispondi Autore: matteo meroni - likes: 0 | 05/04/2012 (10:30:18) |
Se c'è una cosa che funziona bene in Italia la si smantella. Non è un bel segnale. Il problema degli infortuni sul lavoro e della cultura della sicurezza è tutto tranne che risolto e un pool di magistrati esperti può solo dare impuso positivo alla diffusione di una vera cultura della sicurezza, prodromica alla diminuzione degli infortuni. La tragedia Thyssen non si può negare che abbia dato uno scossone: l'uscita del testo unico, il Presidente Napolitano che si è attivato fortemente, i media che hanno cominciato finalmente a parlare della sicurezza, condanne esemplari che hanno fatto aumentare l'attenzione. Da un fatto drammatico e terribli il paese però è riuscito a smuoversi ed, in un certo senso, imparare. Non ha senso vanificare parte di questi risultati. |
Rispondi Autore: Kendo - likes: 0 | 05/04/2012 (13:10:30) |
"Infatti, l'articolo 19 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, come modificato dal comma 5 dell'articolo 12, della legge 30 luglio 2007, n. 111, impone la rotazione decennale ai magistrati". Se c'è una legge è giusto che venga rispettata, se è stata emanata un motivo ci sarà pur stato. Perchè in Italia bisogna sempre fare eccezioni e distinguo? Se non sbaglio, una norma simile esiste anche per i prefetti. |
Rispondi Autore: Valentina Verelli - likes: 0 | 05/04/2012 (16:31:02) |
Premesso che la mia domanda non vuole essere provocatoria, Kendo: quale potrebbe essere il motivo di questa rotazione in questo caso specifico? (le eccezioni da che mondo e mondo devono esistere) Anche io, una volta iniziato a leggere l'articolo ci ho pensato... ma poi perchè farlo? cambiare 7 persone su una equipe CHE FUNZIONA di 9 sono tante, perchè prima di far ruotare i magistrati, che può anche essere giusto, non vengono formati degli altri e non viene incrementata la squadra che funziona? No, perdiamo altro tempo ad istruire il 77,7% di persone nuove che non hanno una grande esperienza... (e parlo da 29enne) perdiamo altro tempo... non siamo stufi di ascoltare e di vedere che nel 2012 si muore ancora per il lavoro a causa di ignoranza in materia? a causa di furbette negligenze? |
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0 | 05/04/2012 (18:21:02) |
Enorme lavoro.... indubbiamente. Su 30.000 processi istruiti, quanti hanno portato ad una condanna definitiva? Perchè se non c'é questo dato, come si fa a valutare l'efficacia dell'azione penale esercitata? A proposito di Thyssen... Ricordo che l'AD, dopo la condanna è stato accolto come un martire ad un'assemblea degli industriali in quel di Bergamo dove è stato lungamente applaudito (cosa resa nota dai massmedia). Quindi, più che un colpevole c'è il rischio di averne fatto un martire. E questo fa capire quali sono e dove sono i problemi e l'enorme lavoro che abbiamo davanti per cambiare un certo tipo di cultura. Un'azione che, invece, è mancata totalmente da parte dei ns politici, abituati a legiferare in tema di sicurezza sul lavoro (e non)solo sotto spinte emozionali -emergenziali, è stata quella di prevedere un regime d'attenzione in quelle imprese che per un motivo o un altro entrano nella spirale negativa che porta alla dismissione dell'attività. Come noto, quando un'impresa decide di fare quanto sopra, deve attivare una serie di specifiche procedure presso la DPL, i sindacati, ecc. dando un preavviso definito per la chiusura. Allora, quando un'impresa si trova in questa situazione, essa deve essere messa sotto la lente d'ingrandimento .... sotto speciale tutela da parte degli enti di vigilanza, in modo da ricordare costantemente all'imprenditore che, al di là, della situazione in atto, su tutto si può risparmiare ma non sulle cautele volte a tutelare l'integrità psicofisica dei suoi dipendenti ancora presenti in azienda. Questo perchè è arcinoto, e non serviva il sacrificio dei 7 poveretti, che in situazioni di dismissione, le aziende tendono a non investire più anche solo per mantenere il minimo etico in termini di sicurezza sul lavoro. Questi sono esempi di comportamenti che vanno stroncati utilizzando gli strumenti disponibili e, quando questi non ci sono, spingere affinchè il potere legislativo si attivi in tal senso. |
Rispondi Autore: Carmelo Balistreri - likes: 0 | 12/07/2013 (09:02:16) |
La mia e' una storia di mobbing feroce e amaro,che in questi giorni si e' intrecciata con degli orrori giudiziari compiuti da tre magistrati , si puo fare qualsosa contro questi abusi di autorita' che colpiscono un padre di famiglia che sta difendendendo la propria famiglia,il proprio lavoro , la propria vita ?. Ci vorrebbero cento giudici Guariniello e forse non basterebbero.Aiutatemi, ho bisogno di aiuto. Si puo' avere un contatto diretto con il giudice Guariniello?. Grazie. |
Rispondi Autore: CLARA - likes: 0 | 22/05/2015 (15:20:24) |
OSI GHIA TORINO VIA A DA MONTEFELTRO E MESOTELIOMA PLEURICO MALIGNO MIA CUGINA HA LAVORATO OSI GHIA DAL 1960 AL 1970 ORA IN PENSIONE da poco HA CONTRATTO QUESTA TREMENDA MALATTIA 2 ANNI E' MORTA con grandissime sofferenze osi ghia ora CHI PAGA I DANNI dr.GUARINIELLO TORINO |