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GLI INFORTUNI SUL LAVORO NON SI FERMANO…

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

23/02/2006

L’analisi di alcuni recenti episodi come spunto per evitare che possano ripetersi infortuni definiti “banali” o “dovuti alla "fatalità".

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Tre recenti infortuni sul lavoro, tutti con il comune denominatore della “banalità” delle cause o della cosidetta "fatalità", offrono lo spunto per elaborare alcune strategie di prevenzione, che in molti casi sono molto semplici e di immediata attuazione.

Il primo caso è riportato da Il Resto del Carlino del 22 febbraio ed e anche quello con le conseguenze più gravi. A San Cesario sul Panaro (MO) ha perso la vita risucchiato dagli ingranaggi, un operaio e sindacalista di 46 anni che stava pulendo i rulli di un macchinario. L’operaio, assieme a un collega, stava pulendo le casse di flusso (cisterne dove solitamente giace l’impasto di carta durante il processo di lavorazione). Un’operazione di routine, eseguita due o tre volte al mese per rimuovere dai rulli le impurità e che l’operaio specializzato aveva eseguito centinaia di volte nei suoi 25 anni di lavoro.

La considerazione che possiamo fare (pur non conoscendo i fatti nello specifico) è che evidentemente non erano state messe in opere tutte le cautele necessarie per evitare un riavvio della macchina durante la manutenzione: ad esempio, sgancio dell’alimentazione con lucchetti all’interruttore e segnaletica di avvertimento.

Il secondo episodio e avvenuto a Pieve (GE) ed è riportato da Il Secolo XIX del 22 febbraio: un operaio è precipitato da una strada di cantiere con la ruspa che stava utilizzando ed è morto schiacciato.
Anche per questo episodio è stata messa in risalto l’esperienza dell’operaio: 50 anni e 30 di lavoro con i mezzi di movimento terra.
Ma evidentemente l’esperienza non basta a proteggersi dagli infortuni: secondo le ricostruzioni, l'incidente è avvenuto quando l’operaio stava seguendo uno stretto sentiero portando terra verso un pianoro inferiore. Ad un certo punto, invece di affrontare normalmente il piccolo tornante è precipitando per circa cinque metri, la ruspa si è capovolta e l’operaio è rimasto schiacciato sotto il mezzo.

Il terzo infortunio è ancora più assurdo nella dinamica. È stato riportato da La Nazione di Pistoia del 16 febbraio: un autocarro ha agganciato il cestello mobile di una piattaforma elevatrice montata su un altro autocarro su cui si trovava un operaio. L’infortunio è avvenuto a Quarrata, sulla ex Statale Fiorentina, nel centro della frazione di Catena. L’operaio era impegnato nella sostituzione di una lampada del sistema di illuminazione pubblica appesa al centro della strada. Ma evidentemente non era stata prevista una sufficiente protezione del cantiere, perché da li a poco un altro autocarro in transito sulla strada ha agganciato la piattaforma trascinandola per alcune decine di metri. L’operaio è stato sbalzato fuori finendo sul tetto dell’autocarro investitore.
"Poca assistenza" è stato il commento dei presenti all’incidente. "Considerato che la Statale Fiorentina è molto transitata, e che l'intervento si doveva fare proprio all'altezza dell'incrocio di Catena, in un'ora di punta sarebbe stato bene che gli operai avessero goduto di maggior assistenza, magari con chiusura parziale al transito e con la presenza di alcuni vigili urbani".

Tutti infortuni, quindi, accomunati dalla “banalità” della cause (e non certo dalla "fatalità"), ma che altrettanto semplicemente potevano essere prevenuti con una accorta serie di misure di prevenzione e protezione. 

 

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