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Conferenza di Napoli: l’intervento dell’Anmil

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

05/02/2007

Condivisa l’impostazione del disegno di legge sul T.U. Preoccupazione per la proposta di superamento del sistema a capitalizzazione della gestione INAIL.

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Dall’Anmil una sintesi dell’intervento del Presidente dell’Associazione, Pietro Mercandelli, alla Conferenza Nazionale sulla salute e la sicurezza sul lavoro svoltasi a Napoli il 25-26 gennaio 2007.

 

Sintesi dell’intervento di Pietro Mercandelli

Nella recente finanziaria abbiamo rilevato segnali positivi, ma occorre fare di più e siamo fiduciosi che sarà fatto: coordinando le attività ispettive, applicando puntualmente le sanzioni previste, formando e informando i lavoratori ed i datori di lavoro, mantenendo i riflettori puntati sul fenomeno, con un occhio di particolare riguardo per le malattie professionali, per il loro silenzioso accumularsi di morti per tumori noti e per patologie che riconosceremo, di questo passo, magari fra dieci o venti anni.

Condividiamo l’impostazione del disegno di legge che avvia la riscrittura del testo unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro, soprattutto con riferimento al potenziamento ed al coordinamento delle attività ispettive ed agli interventi nella scuola, fondamentali per lo sviluppo di una vera cultura della prevenzione dei rischi.

Siamo convinti, però, che prevenzione ed assicurazione siano e debbano essere nei fatti, e non solo negli slogan, un tutt’uno, con vari momenti di attenzione ed intervento tutti egualmente significativi e da gestire in modo coordinato ed integrato.

L’occasione della Conferenza sulla sicurezza sul lavoro di Napoli, quindi, deve a nostro avviso essere colta come un’eccezionale possibilità per riaffermare in uno scenario di straordinaria partecipazione istituzionale, politica e sociale la centralità della tutela della dignità del lavoro di cui sono parte integrante la garanzia di sicurezza e la unitarietà del processo di presa in carico del lavoratore.

Oggi, oltretutto, si coglierebbe l’occasione – straordinaria – della parallela costruzione del Testo unico per la prevenzione, creando già a livello normativo un continuo fra i due mondi a dimostrazione che sono due solo per i profili scientifici e gestionali, ma non per quelli della qualità complessiva delle tutele accomunate dal rivolgersi alla stessa persona del lavoratore

In questo senso i segnali non sono positivi.

Il Presidente Prodi ha recentemente preannunciato il superamento del sistema a capitalizzazione della gestione INAIL per adeguarlo a quello degli altri Paesi d’Europa ove l’assicurazione è gestita a ripartizione, mentre da parte di alcuni settori della maggioranza si propone la creazione di un unico ente che assorba le competenze di INPS, INAIL, INPDAP, IPSEMA, ecc..

Proposte che ci preoccupano non tanto per motivazioni gestionali ed organizzative che appartengono ad altri - a meno che non si riflettano negativamente sulla qualità del servizio - quanto per la filosofia di fondo della proposta. Infatti si unificherebbe o si cambierebbe gestione finanziaria non per dare un servizio migliore, ma per risparmiare ed utilizzare il tesoro dell’INAIL (così sulla stampa) al fine di migliorare i trattamenti di pensione minimi.

Siamo in presenza di due colpi di piccone al sistema di tutela per i rischi professionali, nel senso che:

- sarebbe formalizzata la fine dell’assicurazione per ricondurre tutto ad un generico contesto previdenziale/assistenziale nel quale i soldi si acquisiscono a vario titolo e diverse motivazioni e poi si spendono per finalità – certamente importanti – sganciate dall’acquisizione delle risorse: in questo modo verrebbe meno qualsiasi garanzia in costanza di lavoro per i livelli di indennizzo, a regime condizionati dall’esigenza, parimenti essenziale, di mantenere e migliorare i livelli delle pensioni;

- verrebbe meno la credibilità stessa del progetto di presa in carico e continuità di servizio fra prevenzione ed assicurazione che si troverebbero incapsulate in un sistema previdenziale gigantesco, senza alcuna possibilità di effettivo collegamento in continuità con il mondo dei servizi e gestione della prevenzione.

Al contrario, legare tra loro responsabilità e competenze in materia di prevenzione, sicurezza e prestazioni assicurative risarcitorie significherebbe invogliare datori di lavoro e lavoratori ad un comportamento sicuro e responsabile, nel comune obiettivo di diminuire gli infortuni e migliorare le prestazioni alle vittime.

 

 

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