È possibile risparmiare investendo di più e meglio nella sicurezza?
Firenze, 29 Mag – Di fronte all’incremento delle denunce di infortunio professionale, almeno con riferimento ai dati del primo trimestre del 2019, è bene tornare ad affrontare un tema molto importante per la prevenzione: gli investimenti in sicurezza.
Come ricordato in molti articoli del nostro giornale, per portare le aziende ad investire in sicurezza, in adeguati dispositivi di protezione e tutela, in una formazione di qualità efficace, è necessario far conoscere alle aziende i costi della non sicurezza, i costi che si rischiano di affrontare se non si investe in sicurezza o si investe al massimo risparmio senza attenzione alla qualità e all’efficacia.
E come abbiamo rilevato con le interviste a Maria Ilaria Barra (Inail, Contarp centrale) e a Giuseppe Morinelli (Inail, Consulenza statistico attuariale - CSA) esiste in Italia un applicativo dell’Inail (“Co&Si”) per il calcolo dei costi della non sicurezza. Un software, sviluppato da Contarp e CSA “per assistere il datore di lavoro, soprattutto quello delle piccole e medie imprese, nella determinazione delle spese da lui sostenute per la salute e sicurezza sul lavoro, sia quelle generate dalle misure di prevenzione e protezione ma anche e soprattutto quelle generate dal verificarsi di eventi infortunistici”.
A presentare il software e a permetterci di conoscere alcuni dati sulla distribuzione delle risorse aziendali, sugli investimenti in prevenzione e sulla incidenza dei costi indiretti correlati agli eventi infortunistici, è un intervento tratto dalla pubblicazione Inail “Sfide e cambiamenti per la salute e la sicurezza sul lavoro nell’era digitale” che raccoglie gli atti dell’omonimo seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp, Csa (Consulenza statistico attuariale) e Cit (Consulenza per l’innovazione tecnologica) dell’Inail che si è tenuto a Firenze dal 23 al 25 ottobre 2018.
L’articolo si sofferma in particolare su:
- I costi della non sicurezza
- Il modello di calcolo dei costi
- I risultati e la riduzione dei costi aziendali
I costi della non sicurezza
Nell’intervento “I costi della non sicurezza in Italia: risultati dell'utilizzo del software Co&Si in un gruppo di aziende”, a cura di S. Amatucci e G. Morinelli (Inail, Direzione generale, Csa), M.I. Barra e A. Terracina (Inail, Direzione generale, Contarp), si ribadisce che per “cercare di far percepire a tutti il ritorno economico di una buona gestione della salute e sicurezza sul lavoro è necessario mettere le aziende a conoscenza di tutti i costi legati alla salute e sicurezza; non sempre infatti questi costi sono facilmente rilevabili e misurabili in termini di costo”. E spesso la difficoltà di individuare e quantificare questi costi “può portare a sottovalutare molto i costi totali legati al verificarsi di un infortunio”.
Con il software gratuito Co&Si (scaricabile dal portale Inail) e “attraverso un algoritmo di calcolo che utilizza sia dati aziendali inseriti dall’imprenditore che quelli disponibili dalle banche dati dell’Inail” è possibile stimare tutti i costi che l’azienda ha sostenuto per la salute e sicurezza”. E attraverso “il confronto con i più bassi indici infortunistici delle aziende che investono in sicurezza sul lavoro (individuate nelle aziende certificate OHSAS 18001) l’applicativo consente di stimare il risparmio per la singola azienda che conseguirebbe dall’implementazione di una corretta ed efficace politica prevenzionale”.
Il modello di calcolo dei costi
In particolare i costi stimati dal modello sono elaborati attraverso “tre algoritmi: il primo, di immediata comprensione anche per il management dell’azienda, riguarda i costi assicurativi ovvero i premi versati dal datore di lavoro per la copertura del rischio infortunistico all’Inail o a strutture private, il secondo e il terzo più difficilmente valutabili, riguardano invece i costi degli investimenti in prevenzione e i costi collegati al verificarsi dell’evento lesivo”.
Un primo passo per lo sviluppo del modello è stato proprio quello di “individuare e mettere in relazione tra loro i principali parametri che costituiscono gli elementi base dei tre algoritmi” e successivamente “è stato associato alle variabili, laddove necessario, un peso”. Questi indicatori “rispondono alla caratteristica di essere facilmente individuabili a livello aziendale, agevolando la raccolta dei dati e quindi effettuando una stima il più accurata possibile dei costi associati”.
Questi i principali indicatori: “assenza per lesioni, assenza dal lavoro per malattia, costo per la sostituzione di un lavoratore infortunato o malato, tempo impiegato dal personale per indagini sull’infortunio, tempo per la pianificazione e la gestione delle operazioni, mancata produzione, sanzioni e penali a carico dell’azienda, costi legali, indennità per i lavoratori e assistenza, costi assicurativi, fermata degli impianti, addestramento dei nuovi dipendenti, perdita della produttività, perdita di immagine aziendale, acquisto di nuove apparecchiature e altri investimenti in sicurezza”.
In questo modo il modello Co&Si, come abbiamo ricordato in apertura di articolo, non permette solo di fare luce sui costi totali legati alla salute e sicurezza che l’azienda sostiene, ma riesce a “stimare il possibile risparmio economico che l’azienda potrebbe ottenere con una buona gestione della politica della salute e sicurezza. Questa stima è stata effettuata prendendo in considerazione la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali nelle aziende che hanno investito in sicurezza andando oltre i meri adempimenti normativi, ed applicando tale fattore di riduzione ai parametri aziendali”.
I risultati e la riduzione dei costi aziendali
Si indica che le aziende che hanno utilizzato il software Co&Si nel biennio 2017-2018 sono state 300, “di queste il 32% sono già in possesso di un sistema di gestione della salute e sicurezza certificato. La grande maggioranza di aziende, il 63%, sono di piccolissime dimensioni, con un numero di lavoratori compreso tra 1 e 10, anche se compare una percentuale significativa anche di aziende di grandi dimensioni, con un numero di lavoratori superiore ai 250”.
Riprendiamo dall’intervento il grafico relativo alla distribuzione percentuale per dimensione aziendale delle aziende che hanno utilizzato Co&Si:
Mentre riguardo al settore di attività, “una percentuale elevata pari al 41% del totale riguarda il settore delle costruzioni e quindi un settore ad alto rischio”.
Dai dati inseriti emerge poi che “molte aziende fanno ricorso ad assicurazione private per la copertura dei costi legati alla salute e sicurezza con una spesa media pari a 12.000 €”. E le aziende effettuano “investimenti in misura fortemente variabile a seconda della tipologia e della dimensione aziendale, con un valore che in media risulta pari a 75.000 € annui”.
Infine analizzando le stime di costo fornite dal modello, “estremamente interessante risulta il dato relativo alla possibile riduzione dei costi aziendali, questa stima calcolata per le 300 aziende analizzate è pari in media al 18% dei costi totali sostenuti dall’azienda per la salute e sicurezza”. E questo dato risulta un importante stimolo “nel promuovere gli investimenti in prevenzione”.
I dati forniti dal modello Co&Si possono essere di stimolo per spingere le aziende a migliorare le proprie condizioni di salute e sicurezza investendo di più e meglio le proprie risorse, anche in materia di formazione.
Un risparmio medio del 18% dei costi totali legati alla sicurezza – conclude l’intervento - “dovrebbe aiutare l’imprenditore a percepire una politica di prevenzione come un investimento e un passo verso una maggiore competitività dell’impresa”.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, “ Sfide e cambiamenti per la salute e la sicurezza sul lavoro nell’era digitale”, atti del seminario di aggiornamento dei professionisti Contarp, Csa e Cit dell’Inail - Firenze, 23-25 ottobre 2018 (formato PDF, 8.81 MB).
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Link per avere ulteriori informazioni e accedere al software Co&Si.
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Rispondi Autore: MICHELE MONTRESOR - likes: 0 | 29/05/2019 (23:36:17) |
Buongiorno a tutti. Plaudo alla pubblicazione del software Co&Si di cui ho parlato (brevemente) in un mio recente articolo che ha presentato, conti alla mano, quali possono essere gli ordini di grandezza derivanti dall’attività di analisi, valutazione e gestione di infortuni (tutti, non solo quelli “significativi” ex art. 29 comma 3 del D.Lgs 81/08) e incidenti. Grazie alla preziosa collaborazione di alcuni RSPP e delle relative aziende che hanno messo a disposizione i loro dati relativi alle “perfomance” di sicurezza ottenuti con l’approccio sopra delineato. Vantaggi economici rilevanti (risparmi di costi e premialità INAIL) oltre che “eticamente” desiderabili (quantificare economicamente i danni subìti dalle persone mi fa sempre un certo effetto…. poco piacevole). E quindi ho presentato, molto brevemente, il software Co&Si di Contarp, al fine di mettere il lettore nelle migliori condizioni di “contestualizzare” i dati presentati nell’articolo che, non potendo io accedere al software (ad appannaggio delle imprese), sono presentati solamente come “stima” almeno per la parte dei costi degli infortuni. Gli sconti in applicazione dell’OT 22 e OT 24 di INAIL, invece, sono reali. Non potendo qui allegare il link all’articolo segnalo le parole chiave da immettere in un motore di ricerca: Lavatrici e infortuni sul lavoro: case history. Se poi il lettore desiderasse approfondire il tema di tali modelli e di come Co&Si sia stato valutato (favorevolmente), rispetto ad altri metodi, cercate con queste parole chiave: Conviene investire in sicurezza? Sì, ma... titolo di un articolo di Pinc (Prevenzione in corso, giornale di metodi e pratiche per le tecniche della prevenzione). Sempre che qualcuno nutri ancora dei dubbi che investire in sicurezza rappresenta solo un “mero” costo. Lo so, sembra strano…… ma c’è ancora chi la pensa così. Cordialità e buon lavoro a tutti. Michele Montresor, Tecnico della prevenzione dell’ATS Val Padana Disclaimer: la responsabilità dei contenuti del commento è unicamente dell’autore e non riflette necessariamente le opinioni dell’Organizzazione di appartenenza. |
Rispondi Autore: Geometra Fabrizio Melis - likes: 0 | 05/03/2023 (12:47:12) |
Buongiorno, sono un libero professionista prestato da circa 15 anni quale docente della sicurezza negli ambienti di lavoro D.lgs 81/08 e accordo stato regioni del 22 febbraio 2012. Ho avuto modo di rilevare purtroppo sempre più frequentemente, che alcuni corsi soprattutto quelli col rischio elevato vengono effettuati in modalità e-learning . Ho appurato che quando effettuo le prove pratiche su attività tipo " lavori in quota, su spazi confinati, lavori su funi ed altri" i discenti hanno difficoltà in quanto durante la teoria non hanno riscontro immediato con un docente o formatore e durante il modulo pratico emergono discrepanze e incomprensioni dovute a volte al fatto che il modulo teorico si svolga senza assistenza da parte di un docente. E' corretto effettuare corsi e-learning su attività dove il rischio che capiti un incidente grave o mortale e' elevato? |
Rispondi Autore: Pitton - likes: 0 | 23/11/2023 (21:34:15) |
La ricerca dell' Agenzia per la sicurezza europea ha stimato che i costi dell' insicurezza, nel caso dell' Italia si aggirano sul 6 percento del PIL circa il doppio della valutazione dell' INAIL chi ha ragione? |