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Violazioni ambientali per l’Italia

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

29/06/2007

La Commissione europea avvia un procedimento di infrazione a causa dell’emergenza rifiuti in Campania e invia un parere motivato per inadempienze in materia ambientale.

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L’emergenza rifiuti della Campania arriva in Europa; nei confronti del nostro Paese la Commissione europea ha avviato un procedimento di infrazione.
Le migliaia di tonnellate di rifiuti accumulate nelle strade e le discariche illegali destano la preoccupazione dell’UE per il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo.

"Abbiamo visto tutti alla televisione immagini scioccanti di mucchi di immondizie che marciscono nelle strade della Campania e cittadini esasperati che incendiano i rifiuti. – ha dichiarato il commissario europeo Stavros Dimas, responsabile per l'ambiente - Alle autorità italiane chiedo di agire prontamente per rimettere in efficienza gli impianti di gestione dei rifiuti in Campania e fare in modo che i rifiuti siano raccolti e smaltiti senza pericolo per la salute umana e per l'ambiente, come prescrive la normativa europea".

La Commissione ritiene che gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti siano inadeguati e presentino grossi rischi per la salute e per l'ambiente, una situazione che costituisce una violazione della normativa UE sui rifiuti.

La direttiva quadro sui rifiuti (Direttiva 2006/12/CE) impone agli Stati membri di prendere tutte le misure necessarie per impedire che i rifiuti vengano abbandonati, riversati o smaltiti in modo incontrollato. Le autorità nazionali devono anche accertarsi che i rifiuti vengano recuperati o smaltiti senza creare pericoli per la salute o danno all'ambiente. Inoltre devono essere prese tutte le misure necessarie per creare una rete adeguata di impianti di smaltimento, capaci di assicurare un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute umana.

La Commissione è del parere che l'Italia sia venuta meno agli obblighi della direttiva perché non ha creato una rete di impianti di smaltimento idonea a assicurare un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute umana in Campania.

La Commissione ha inviato all'Italia una lettera di costituzione in mora - prima fase del procedimento di infrazione - chiedendo anche informazioni sui provvedimenti eventualmente presi per proteggere la salute umana e l'ambiente nella regione.

Parallelamente, la Commissione procede alla valutazione programma del governo, contenuto in un decreto del maggio scorso, che prevede l'apertura di quattro nuovi siti di discarica in Campania, allo scopo di accertare se soddisfi tutti i requisiti prescritti dalla legislazione UE e se sia idoneo a risolvere, a lungo termine e non semplicemente nell'immediato, il problema dei rifiuti regionali.

Vista l'urgenza e la gravità della situazione, anche sulla base dei risultati di uno studio dell’OMS che evidenzia un aumento dei tassi di mortalità tra i residenti che vivono in prossimità delle discariche, la Commissione ha impartito all'Italia un solo mese di tempo anziché i consueti due mesi per rispondere alla lettera di costituzione in mora.

Altro al richiamo all’Italia in materia ambientale è giunto da parte della Commissione europea in merito all’applicazione della direttiva sulle acque, che ha istituito un quadro a livello europeo per la protezione di tutti i corpi idrici dell’Unione europea: fiumi, laghi, acque costiere, acque sotterranee e acque superficiali interne. L’Italia già nel gennaio 2006 era stata condannata dalla Corte di giustizia europea per il mancato recepimento della direttiva entro il 22 gennaio 2003.

Nel maggio 2006 l’Italia ha inviato alla Commissione il testo del decreto legislativo che recepisce la direttiva quadro in materia di acque. La Commissione ritiene tuttavia che il decreto legge non consenta un pieno recepimento della stessa; in particolare sono state recepite solo in parte le disposizioni che stabiliscono le condizioni che gli Stati membri devono soddisfare qualora intendano derogare agli obiettivi ambientali e al calendario previsti dalla direttiva.
Di conseguenza nel dicembre 2006 la Commissione ha inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora. Poiché da allora la situazione non ha subito mutamenti, la Commissione ha inviato un parere motivato.


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