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Le aziende chimiche e la tutela dell'ambiente
E' stato presentato a Milano il 24 settembre 2001 nell'ambito del convegno 'Social Responsibility della Chimica' organizzato da Federchimica, il 7° rapporto ambientale Responsible Care e il progetto di Formazione continua.
Il Rapporto Responsible Care è pubblicato per il 7° anno consecutivo e contiene i dati 1989-2000 di 383 stabilimenti italiani relativi alle performance ambientali, di sicurezza industriale e per la salute.
Responsible Care è la più grande iniziativa volontaria dell'industria chimica mondiale per lo sviluppo sostenibile ed è arrivata a coinvolgere in Italia, a partire dal 1992, il 50% della Chimica nazionale.
Nel corso del 2000, le imprese aderenti a Responsible Care hanno investito in spese ambientali 1200 miliardi, con un'incidenza sul fatturato del settore del 2,6%. Nel suo complesso, la chimica italiana ha investito 1600 miliardi di lire per l'ambiente.
Uno dei risultati più evidenti di questi sforzi e questi investimenti è la riduzione di oltre il 54% rispetto al 1989 dell'indice degli infortuni sul lavoro.
Inoltre, a fronte di un progressivo aumento della produzione, il 2000 conferma che le imprese chimiche italiane prese in esame hanno ridotto, sempre rispetto al 1989, i parametri delle emissioni in acqua ed atmosfera, in media, rispettivamente del 60% e dell'80%.
Anche per quanto riguarda la gestione delle risorse energetiche, le imprese aderenti a Responsible Care hanno conseguito un miglioramento delle performance, riducendo i consumi energetici del 9% rispetto al 1998.
A loro volta i consumi di acqua sono diminuiti del 5% rispetto al 1999.
Anche la gestione dei rifiuti è migliorata. La quota dei rifiuti pericolosi è scesa al 45,7% del totale, mentre la quota dei rifiuti complessivamente recuperati è stata il 30% della totale quantità generata.
Il nuovo indirizzo nella gestione delle imprese chimiche si rileva anche dal numero di imprese che hanno puntato sulla certificazione come elemento di qualificazione ulteriore della propria attività.
L'81% di queste imprese ha ottenuto la certificazione ISO 9001 per la qualità, mentre il 53% ha ottenuto la ISO 14001 e diverse registrazioni EMAS.
Tra i principi guida del Programma Responsible Care vi sono la comunicazione ambientale e la cooperazione con le istituzioni. A questo scopo sono stati pubblicati 55 bilanci ambientali e gli stabilimenti hanno in gran parte partecipato all'Operazione Fabbriche Aperte .
Per migliorare il campo della logistica, le imprese aderenti a Responsible Care hanno ridotto la percentuale dei trasporti su strada: nel 2000, solo la metà dei 24 milioni di tonnellate totali di sostanze e prodotti chimici trasportati contro un'incidenza nazionale dei trasporti su strada superiore all'80%.
Federchimica ha inoltre potenziato il SET Servizio Emergenze Trasporti, che interviene in caso di incidenti durante il trasporto di sostanze e di preparati chimici su strada e ferrovia anche grazie alla partnership con Trenitalia Divisione Cargo.
Il Rapporto Responsible Care è pubblicato per il 7° anno consecutivo e contiene i dati 1989-2000 di 383 stabilimenti italiani relativi alle performance ambientali, di sicurezza industriale e per la salute.
Responsible Care è la più grande iniziativa volontaria dell'industria chimica mondiale per lo sviluppo sostenibile ed è arrivata a coinvolgere in Italia, a partire dal 1992, il 50% della Chimica nazionale.
Nel corso del 2000, le imprese aderenti a Responsible Care hanno investito in spese ambientali 1200 miliardi, con un'incidenza sul fatturato del settore del 2,6%. Nel suo complesso, la chimica italiana ha investito 1600 miliardi di lire per l'ambiente.
Uno dei risultati più evidenti di questi sforzi e questi investimenti è la riduzione di oltre il 54% rispetto al 1989 dell'indice degli infortuni sul lavoro.
Inoltre, a fronte di un progressivo aumento della produzione, il 2000 conferma che le imprese chimiche italiane prese in esame hanno ridotto, sempre rispetto al 1989, i parametri delle emissioni in acqua ed atmosfera, in media, rispettivamente del 60% e dell'80%.
Anche per quanto riguarda la gestione delle risorse energetiche, le imprese aderenti a Responsible Care hanno conseguito un miglioramento delle performance, riducendo i consumi energetici del 9% rispetto al 1998.
A loro volta i consumi di acqua sono diminuiti del 5% rispetto al 1999.
Anche la gestione dei rifiuti è migliorata. La quota dei rifiuti pericolosi è scesa al 45,7% del totale, mentre la quota dei rifiuti complessivamente recuperati è stata il 30% della totale quantità generata.
Il nuovo indirizzo nella gestione delle imprese chimiche si rileva anche dal numero di imprese che hanno puntato sulla certificazione come elemento di qualificazione ulteriore della propria attività.
L'81% di queste imprese ha ottenuto la certificazione ISO 9001 per la qualità, mentre il 53% ha ottenuto la ISO 14001 e diverse registrazioni EMAS.
Tra i principi guida del Programma Responsible Care vi sono la comunicazione ambientale e la cooperazione con le istituzioni. A questo scopo sono stati pubblicati 55 bilanci ambientali e gli stabilimenti hanno in gran parte partecipato all'Operazione Fabbriche Aperte .
Per migliorare il campo della logistica, le imprese aderenti a Responsible Care hanno ridotto la percentuale dei trasporti su strada: nel 2000, solo la metà dei 24 milioni di tonnellate totali di sostanze e prodotti chimici trasportati contro un'incidenza nazionale dei trasporti su strada superiore all'80%.
Federchimica ha inoltre potenziato il SET Servizio Emergenze Trasporti, che interviene in caso di incidenti durante il trasporto di sostanze e di preparati chimici su strada e ferrovia anche grazie alla partnership con Trenitalia Divisione Cargo.
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