Il IV Rapporto sulla Qualità dell'Ambiente Urbano, presentato a Roma l’11 marzo 2008 dall’
Apat (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici), è una raccolta di dati sulla qualità ambientale effettuata nei 24 capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 150.000 abitanti, e si propone l’obiettivo di fornire tutte le informazioni possibili, a livello locale e nazionale, per “rimodulare le politiche ambientali” e aiutare a “modificare stili di vita scorretti”.
Veniamo ai dati.
Verde pubblico
Partiamo da uno dei principali segnali positivi del rapporto: l’aumento del verde pubblico.
I dati raccolti mostrano un incremento del verde pubblico in tutte le 24 città italiane, con l’eccezione di Messina: Napoli ottiene i risultati migliori, con una crescita del 19,5% tra 2000 e 2006, seguita da Cagliari con l’8% e Torino col 5,6%. In particolare da segnalare che a Cagliari quasi il 53% del territorio è adibito a verde pubblico, mentre Verona supera i 360 metri quadri di verde pubblico pro capite.
I dati sul verde si arricchiscono di uno specifico focus dedicato alla “natura in città” che raccoglie e vuole diffondere alcune delle esperienze virtuose avviate a livello locale. Ad esempio l’integrazione della Rete Ecologica nel piano regolatore del Comune di Roma.
Autoveicoli
Il numero complessivo degli autoveicoli è in crescita, specialmente al Sud: Taranto aumenta del 10,9% mentre Napoli fa eccezione, con una diminuzione del 6,1%.
Al nord positivi i dati di Milano che dal 2000 al 2006 registra un calo del 9% dei veicoli.
Tra le 24 città prese in esame, Roma è quella con più auto ogni mille abitanti, anche se nell’ultimo anno scende a 699 veicoli (-4,5%); a Nord il record spetta a Modena, con 651 vetture, e al sud il valore maggiore è quello di Catania (680).
In compenso aumenta il numero di autoveicoli a basse emissioni, gli Euro 4 superano il 10% in tutte le città, con il valore più alto a Roma (24,6%), dove in sei anni sono aumentati del 129%.
Aumentano poi le auto a gasolio (con percentuali sopra il 30% a Torino, Parma, Roma, Foggia, Bari e Taranto) e diminuiscono i veicoli commerciali leggeri più vecchi e inquinanti (pre-Euro). In quasi tutte le città del centro nord questi ultimi scendono sotto la soglia del 20% (da 13,1% a Firenze a 22,5% a Trieste).
Inquinamento dell’aria
I dati, come nei
precedenti rapporti, continuano a dimostrare che il “trasporto su strada” è il principale fattore di inquinamento (almeno in 19 delle 24 città) in relazione alle emissioni di
PM10. In 11 città il suo apporto supera il 50% del totale e a Roma, Torino e Messina è superiore al 60%.
Tuttavia è da rilevare che queste emissioni hanno registrato, in questi anni, decrementi significativi: dall’8% di Firenze al 30% di Trieste.
Andamento analogo per ossidi di azoto ed ossidi di zolfo: nelle stime 2005 si riscontra una riduzione delle emissioni da “trasporto su strada”, per tutte le città considerate, superiore al 20% per gli ossidi di azoto e superiore all’75% per gli ossidi di zolfo.
Anche le stime delle emissioni 2005 di monossido di carbonio e benzene derivanti dai trasporti, risultano inferiori a quelle relative all’anno 2000.
Il rapporto rileva comunque che nel 2005 i valori limite degli inquinanti sono stati superati in quasi tutte le aree urbane e sottolinea la necessità di proseguire con il risanamento della qualità dell’aria con interventi centrati soprattutto sui “trasporti”.
Rifiuti
La produzione di rifiuti continua a crescere. Ma se la media di crescita nazionale, tra 2002 e 2006, si attesta intorno all’8,9%, nelle grandi città cresce “solo” del 5,1%. Tuttavia questo dato positivo delle città è probabilmente da attribuirsi alla diminuzione della loro popolazione, visto che a livello pro capite nel 2006 hanno prodotto 622 Kg per abitante, 72 in più rispetto alla media nazionale.
Per la raccolta differenziata le migliori performance sono quelle di Padova, che nel 2006 ha raggiunto il 39%, seguita da Torino col 36,7%, Brescia col 35,8% e Prato col 35,3%; restano sotto il 10% città come Cagliari, Napoli, Catania e Messina.
AcquaDiminuisce il consumo d’acqua per uso domestico nelle città, sceso dai 75,3 metri cubi del 2000 ai 69,4 del 2006. La diminuzione più forte, a partire dal 2002, avviene al Sud (Bari, Taranto, Reggio Calabria e Catania).
Gas Metano e energia elettrica
Se da una indagine ISTAT su 111 comuni capoluogo di provincia emerge che, tra il 2000 e il 2006, il consumo pro-capite di
gas metano per uso domestico e riscaldamento è aumentato del 4,2%, nelle 24 città analizzate dal Rapporto dell’Apat l’incremento rilevato è del 6,7%.
Tra il 2005 e il 2006 assistiamo invece ad una diminuzione del 4,8% (dati ISTAT) dei consumi pro-capite di gas metano per uso domestico. L’aumento più forte si registra a Palermo (+40,3%), la maggior riduzione a Milano (-22,1%), Brescia (-20,5%) e Cagliari (-11,9%).
Sempre dall’indagine ISTAT si rileva che in questi anni è stabile il consumo pro-capite di energia elettrica per uso domestico, con una diminuzione tra il 2005 e il 2006 del 6,2%.
Nel 2006 la città che riporta il consumo di energia elettrica per uso domestico pro capite più basso è Foggia (843,65 kWh per abitante), mentre le città più energivore risultano Cagliari (1559,5 kWh/ab) e Roma (1503,2 kWh/ab).
Stabilimenti a rischio di incidente rilevante
Il rapporto ricorda che “l’ambiente urbano prevede anche tanti luoghi dannosi sia dal punto di vista ambientale che per la nostra salute”.
Il numero degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) rispetto al 2001, influenzato anche dall’evoluzione della normativa nel periodo considerato, è diminuito in quasi tutte le grandi città, esclusa Brescia.
Riduzioni importanti a Modena, dove i RIR sono calati del 75%, a Milano del 66% e a Torino del 50%.
Mare
Prevalentemente pulito il mare delle principali città italiane e della loro provincia, con il 91,3% delle acque costiere risultate idonee alla balneazione.
Dagli esami effettuati tra 2006 e 2007, la situazione appare critica a Roma e a Manfredonia (Foggia).
Campi elettromagnetici
Dodici delle 24 città “di cui è stata fornita l’informazione hanno un regolamento in materia e nel 2006 sono stati effettuati 5700 controlli su impianti radiotelevisivi e stazioni radio base; l’80% delle 24 città di cui si dispone dell’informazione non ha superato i
limiti di emissioni previsti dalla legge”.
Inquinamento acustico
Ancora regole e adempimenti insufficienti riguardo all’inquinamento acustico nelle città: la classificazione prevista dalla legge finora è stata effettuata solo in 14 città, di queste appena cinque hanno predisposto una relazione biennale sullo stato acustico: Padova, Milano, Bologna, Firenze e Livorno.
Inquinamento indoor
I dati sull’inquinamento indoor confermano che al centro-nord, escluse Milano e Torino, sono a disposizione del singolo cittadino 1,6 stanze e che la presenza di condizionatori nelle case è salita dal 17% del 2003 al 23% del 2006.
Nel concludere la presentazione di questo rapporto il Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha sottolineato come “la fase della diffusione delle informazioni sia rilevante” e come “la conoscenza sia un elemento essenziale per affermare un sistema più sostenibile per l’ambiente, oltre che fondamentale per coinvolgere i cittadini come attori principali nel cambiamento del tipo di sviluppo cui dobbiamo necessariamente tendere, se vogliamo salvare il Pianeta e migliorare la nostra qualità della vita”.