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Italia in ritardo sui biocarburanti
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Italia in ritardo nell’applicazione della direttiva europea sull’utilizzo dei biocarburanti, ricavati cioè da fonti agricole (come l'etanolo e il biodiesel). Il nostro Paese ha ricevuto nei giorni scorsi una lettera di costituzione in mora da parte della Commissione europea per non avere ancora presentato la relazione nazionale che, in base alla direttiva 2003/30/CE, doveva essere trasmessa entro il 1° luglio 2004.
La direttiva in questione stabilisce che una percentuale sempre maggiore di tutto il diesel e la benzina venduti negli Stati membri sia costituita da biocarburanti: dal 2% del 2005 si dovrà progressivamente passare almeno al 5,75% dei carburanti venduti nel 2010.
I biocarburanti si possono utilizzare al posto dei combustibili convenzionali o miscelati ad essi e si ottengono dalla trasformazione o fermentazione di fonti biologiche non fossili come oli vegetali, barbabietole da zucchero, cereali e altre colture e rifiuti organici.
Ad esempio, il biodiesel è ricavato da semi oleosi (in particolare la colza) e da oli da cucina esausti, il bioetanolo è ricavato da cereali e colture zuccherine, mentre il biogas ottenuto dai gas di discarica e dai rifiuti agricoli.
I biocarburanti svolgono un ruolo importante nella politica europea dei trasporti e dell’energia. Sotto il profilo ambientale contribuiscono alla lotta ai cambiamenti climatici perché non emettono gas serra; dal punto di vista economico-politico servono a diversificare le fonti energetiche dell’Europa riducendo la dipendenza dalle importazioni di petrolio e aprono nuovi mercati per l’agricoltura europea.
Italia in ritardo nell’applicazione della direttiva europea sull’utilizzo dei biocarburanti, ricavati cioè da fonti agricole (come l'etanolo e il biodiesel). Il nostro Paese ha ricevuto nei giorni scorsi una lettera di costituzione in mora da parte della Commissione europea per non avere ancora presentato la relazione nazionale che, in base alla direttiva 2003/30/CE, doveva essere trasmessa entro il 1° luglio 2004.
La direttiva in questione stabilisce che una percentuale sempre maggiore di tutto il diesel e la benzina venduti negli Stati membri sia costituita da biocarburanti: dal 2% del 2005 si dovrà progressivamente passare almeno al 5,75% dei carburanti venduti nel 2010.
I biocarburanti si possono utilizzare al posto dei combustibili convenzionali o miscelati ad essi e si ottengono dalla trasformazione o fermentazione di fonti biologiche non fossili come oli vegetali, barbabietole da zucchero, cereali e altre colture e rifiuti organici.
Ad esempio, il biodiesel è ricavato da semi oleosi (in particolare la colza) e da oli da cucina esausti, il bioetanolo è ricavato da cereali e colture zuccherine, mentre il biogas ottenuto dai gas di discarica e dai rifiuti agricoli.
I biocarburanti svolgono un ruolo importante nella politica europea dei trasporti e dell’energia. Sotto il profilo ambientale contribuiscono alla lotta ai cambiamenti climatici perché non emettono gas serra; dal punto di vista economico-politico servono a diversificare le fonti energetiche dell’Europa riducendo la dipendenza dalle importazioni di petrolio e aprono nuovi mercati per l’agricoltura europea.
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