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Intesa contro l’inquinamento acustico
Su circa 16.500 chilometri di rete ferroviaria italiana, circa 8.500 (quindi oltre il 50%) superano i limiti di inquinamento acustico, causando anche disagio per le popolazioni che abitano o lavorano in quelle aree.
Allo scopo di predisporre programmi per la “riduzione dei decibel”, i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e il Gruppo Ferrovie dello Stato hanno firmato ieri a Roma un protocollo di intesa.
Con il protocollo i firmatari intendono predisporre attività finalizzate, sia alla riduzione delle "emissioni" sonore e cioè al contenimento del rumore direttamente prodotto dalla circolazione ferroviaria, sia alla riduzione della "immissione sonora" cioè al contenimento del livello di disturbo effettivamente percepibile, dalle popolazioni che abitano o lavorano in quelle aree del Paese che sono attraversate dalla rete ferroviaria nazionale
Per attuare il Protocollo d'intesa verrà istituito un Comitato tecnico operativo congiunto che dovrà valutare gli interventi e le relative priorità, indicare soluzioni ad hoc per i problemi operativi, monitorare e controllare le attività poste in essere.
Un primo piano di interventi per abbassare il volume sia della infrastruttura ferroviaria, sia del materiale rotabile, in particolare per le zone più critiche, sarà avviato nel periodo 2003-2006.
Il quadro normativo per quanto riguarda il rumore ferroviario si articola in quattro provvedimenti. La Legge Quadro sull'inquinamento acustico ( Legge 26 ottobre 1995 n. 447 ), il decreto concernente i valori limite di emissione ed immissione sonora in funzione delle classi di destinazione d'uso del territorio ( D.P.C.M. 14.11.97 ), il Regolamento relativo all'inquinamento acustico da traffico ferroviario (D.P.R. n.459 del 18 novembre 1998) e il decreto attuativo del Ministero dell'Ambiente del 29 novembre 2000.
Quest’ultimo provvedimento è relativo alla predisposizione da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture, dei piani di intervento per il contenimento ed abbattimento del rumore. Gli obiettivi di risanamento previsti dal piano devono essere conseguiti entro 15 anni. Secondo questo decreto inoltre le società e gli enti gestori, oltre ad indicare tempi e costi degli interventi necessari, devono anche impegnare una quota fissa, non inferiore al 7% dei fondi di bilancio previsti per le attività di manutenzione e di potenziamento delle infrastrutture, per l' adozione degli interventi anti-rumore.
La normativa impone limiti per i decibel di treni e rotaie.
I convogli superveloci (più di 250 Km/ora) che sono entrati in servizio nel 2002 non possono superare il livello di rumore di 88 decibel; le locomotive per treni passeggeri e merci veloci (fino a 160Km/ora) gli 85 decibel; i locomotori diesel (80Km/h) gli 88 decibel. Ma il provvedimento prende anche in considerazione gli edifici che "affacciano" sulle rotaie, ponendo limiti più restrittivi per gli edifici 'sensibili' come ospedali, scuole, case di cura. Ad esempio per ospedali che si trovino a meno di 100 metri dalla ferrovia il limite diurno non può superare i 50 decibel.
Allo scopo di predisporre programmi per la “riduzione dei decibel”, i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e il Gruppo Ferrovie dello Stato hanno firmato ieri a Roma un protocollo di intesa.
Con il protocollo i firmatari intendono predisporre attività finalizzate, sia alla riduzione delle "emissioni" sonore e cioè al contenimento del rumore direttamente prodotto dalla circolazione ferroviaria, sia alla riduzione della "immissione sonora" cioè al contenimento del livello di disturbo effettivamente percepibile, dalle popolazioni che abitano o lavorano in quelle aree del Paese che sono attraversate dalla rete ferroviaria nazionale
Per attuare il Protocollo d'intesa verrà istituito un Comitato tecnico operativo congiunto che dovrà valutare gli interventi e le relative priorità, indicare soluzioni ad hoc per i problemi operativi, monitorare e controllare le attività poste in essere.
Un primo piano di interventi per abbassare il volume sia della infrastruttura ferroviaria, sia del materiale rotabile, in particolare per le zone più critiche, sarà avviato nel periodo 2003-2006.
Il quadro normativo per quanto riguarda il rumore ferroviario si articola in quattro provvedimenti. La Legge Quadro sull'inquinamento acustico ( Legge 26 ottobre 1995 n. 447 ), il decreto concernente i valori limite di emissione ed immissione sonora in funzione delle classi di destinazione d'uso del territorio ( D.P.C.M. 14.11.97 ), il Regolamento relativo all'inquinamento acustico da traffico ferroviario (D.P.R. n.459 del 18 novembre 1998) e il decreto attuativo del Ministero dell'Ambiente del 29 novembre 2000.
Quest’ultimo provvedimento è relativo alla predisposizione da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture, dei piani di intervento per il contenimento ed abbattimento del rumore. Gli obiettivi di risanamento previsti dal piano devono essere conseguiti entro 15 anni. Secondo questo decreto inoltre le società e gli enti gestori, oltre ad indicare tempi e costi degli interventi necessari, devono anche impegnare una quota fissa, non inferiore al 7% dei fondi di bilancio previsti per le attività di manutenzione e di potenziamento delle infrastrutture, per l' adozione degli interventi anti-rumore.
La normativa impone limiti per i decibel di treni e rotaie.
I convogli superveloci (più di 250 Km/ora) che sono entrati in servizio nel 2002 non possono superare il livello di rumore di 88 decibel; le locomotive per treni passeggeri e merci veloci (fino a 160Km/ora) gli 85 decibel; i locomotori diesel (80Km/h) gli 88 decibel. Ma il provvedimento prende anche in considerazione gli edifici che "affacciano" sulle rotaie, ponendo limiti più restrittivi per gli edifici 'sensibili' come ospedali, scuole, case di cura. Ad esempio per ospedali che si trovino a meno di 100 metri dalla ferrovia il limite diurno non può superare i 50 decibel.
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