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In Lombardia introdotto gradualmente il divieto di utilizzo dell'olio combustibile
Non solo il traffico automobilistico e' all'origine dell'inquinamento atmosferico da polveri sottili (PM10) che nell'inverno appena trascorso ha raggiunto nelle città livelli preoccupanti.
Come abbiamo gia' avuto occasione di rilevare, anche gli impianti di riscaldamento ne sono responsabili, in particolare quelli alimentati ad olio combustibile.
Considerando che nei mesi estivi le caldaie sono spente, si puo' stimare che nei mesi invernali il 15% dell'inquinamento da PM10 sia dovuto alle caldaie.
Una recente indagine condotta dall'Arpa Lombardia rivela infatti che, in media, ogni anno il 7% delle emissioni di polveri fini sono dovute agli impianti di riscaldamento, il 78% delle quali sono emesse da quelli alimentati ad olio combustibile.
Il motivo della scelta di questo combustibile, soprattutto per gli edifici di grandi dimensioni, e' dettata da ragioni economiche: se il metano costa all'utente fianle 67 centesimi al metro cubo, un litro di l'olio combustibile, l'equivalente a un metro cubo di metano, viene acquistato in media a poco più di 50 centesimi.
Per questo motivo sono molti i condomini che hanno abbandonato il metano per la meno cara, ma altamente inquinante, ''nafta''.
Un risparmio solo apparente…non certo per la salute!
La Regione Lombardia tra le misure di lotta all'inquinamento ha deciso pertanto di vietare gradualmente l'utilizzo di questo combustibile, applicando il Dpcm dell'8 marzo 2002 (G.U 60 del 12-03-2002), con il quale si stabilisce che l'olio combustibile può essere usato nei grossi impianti solo fino al 2005.
Come abbiamo gia' avuto occasione di rilevare, anche gli impianti di riscaldamento ne sono responsabili, in particolare quelli alimentati ad olio combustibile.
Considerando che nei mesi estivi le caldaie sono spente, si puo' stimare che nei mesi invernali il 15% dell'inquinamento da PM10 sia dovuto alle caldaie.
Una recente indagine condotta dall'Arpa Lombardia rivela infatti che, in media, ogni anno il 7% delle emissioni di polveri fini sono dovute agli impianti di riscaldamento, il 78% delle quali sono emesse da quelli alimentati ad olio combustibile.
Il motivo della scelta di questo combustibile, soprattutto per gli edifici di grandi dimensioni, e' dettata da ragioni economiche: se il metano costa all'utente fianle 67 centesimi al metro cubo, un litro di l'olio combustibile, l'equivalente a un metro cubo di metano, viene acquistato in media a poco più di 50 centesimi.
Per questo motivo sono molti i condomini che hanno abbandonato il metano per la meno cara, ma altamente inquinante, ''nafta''.
Un risparmio solo apparente…non certo per la salute!
La Regione Lombardia tra le misure di lotta all'inquinamento ha deciso pertanto di vietare gradualmente l'utilizzo di questo combustibile, applicando il Dpcm dell'8 marzo 2002 (G.U 60 del 12-03-2002), con il quale si stabilisce che l'olio combustibile può essere usato nei grossi impianti solo fino al 2005.
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