I danni enormi che la crisi climatica sta già facendo
È fuori di dubbio che le emissioni climalteranti di origine antropica (umana) stiano conducendo il Pianeta oltre la soglia di sicurezza climatica, come dimostrato per esempio nell’ultimo rapporto Ipcc. Se parliamo degli effetti negativi del riscaldamento globale, particolare attenzione deve essere posta sull’intensificarsi degli eventi estremi, capaci di colpire sempre più persone in ogni parte del mondo.
Una panoramica sul tema l’ha offerta nei giorni scorsi il sito di informazione “The Guardian”, particolarmente attento alla crisi climatica (termine, quest’ultimo, protagonista di una campagna lanciata dal giornale circa 3 anni fa).
Nell’articolo “ Revealed: how climate breakdown is supercharging toll of extreme weather” di Damian Carrington viene descritto come ondate di calore, inondazioni, incendi e siccità siano una vera minaccia per il nostro benessere. L’articolo nasce grazie alla collaborazione con Carbon brief che, dopo la creazione di una mappa interattiva, ha condiviso i risultati in esclusiva con il giornale britannico.
Eventi estremi: l’attività umana aumenta numero e intensità
Quello di Carbon brief rappresenta l’aggiornamento di uno studio iniziato nel 2017. Per tenere traccia delle tante prove raccolte sull’argomento sono stati mappati tutti gli studi usciti negli ultimi anni. Nel tempo, gli scienziati hanno pubblicato più di 400 studi (sottoposti a processo di revisione) che hanno esaminato le condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo: dagli incendi negli Stati Uniti alle ondate di calore in India e Pakistan, dai tifoni in Asia alle precipitazioni record nel Regno Unito. Il risultato è una crescente e chiara evidenza che l'attività umana sta aumentando il rischio di alcuni tipi di condizioni meteorologiche estreme, in particolare quelle legate al caldo. In tutto, sulla mappa ci sono (al momento) 504 eventi catalogati.
“La cosa più preoccupante – si legge sul Guardian - è che tutto questo sta accadendo con un aumento medio della temperatura terrestre di appena 1°C. Il ruolo del riscaldamento globale nel sovraccaricare fenomeni estremi sta avvenendo a una velocità sorprendente".
Secondo il database il 71% degli eventi meteorologici estremi analizzati sono stati resi più probabili o più gravi dai cambiamenti climatici causati dall'uomo, inclusi il 93% delle ondate di caldo, il 68% degli episodi di siccità e il 56% delle inondazioni. Un decesso su tre avviene per via del caldo estremo riconducibile alla crisi climatica, mentre enormi costi finanziari sono attribuibili all'influenza umana, basti pensare ai 67 miliardi di dollari di danni provocati dall'uragano Harvey in Texas e Louisiana nel 2017.
“Il riscaldamento globale ci ha danneggiato per molto più tempo di quanto comunemente si pensi, abbiamo trovato tracce della sua influenza su ondate di calore e siccità che hanno innescato il famigerato Dust bowl negli Stati Uniti a metà degli anni '30”, si legge ancora sul Guardian.
Il nesso tra clima ed eventi estremi non sorprende, è un fatto ormai dimostrato dalla comunità scientifica. Per fare qualche esempio: l'aria più calda è in grado di trattenere più vapore acqueo (si stima circa il 7% in più per 1°C di aumento), questo si traduce in piogge più intense e inondazioni; se pensiamo agli oceani, essi assorbono la maggior parte del calore in eccesso sul Pianeta, ma con mari più caldi dobbiamo aspettarci uragani e tifoni sempre più potenti; acque più calde, inoltre, si espandono, spingendo così in alto il livello del mare e consentendo alle tempeste di impattare sempre più in là, nell’entroterra.
Ma la novità che emerge dall’analisi è soprattutto la seguente: sono stati individuati almeno 12 grandi eventi che senza la crisi climatica non sarebbero mai esistiti. Come la “heat dome” che ha colpito la regione del Pacifico nord-occidentale del nord America nel 2021: “Ha battuto il record precedente di temperatura di 5°C, mi ha davvero fatto capire che qualcosa che era impossibile da un punto di vista statistico ora può accadere come un nuovo estremo. È spaventoso – ha commentato Fredi Otto dell’Imperial college di Londra -. Questa calamità una volta inimmaginabile sarebbe prevista in media ogni 10 anni se il mondo raggiungesse i 2°C di aumento medio”.
“Ora, all'improvviso, stiamo vedendo che i confini climatici sono stati spinti così lontano che possiamo dire che, in sostanza, questi eventi non sarebbero accaduti senza il cambiamento climatico - ha affermato poi sulle colonne del Guardian Maarten van Aalst, direttore del Centro internazionale per il clima della Croce rossa -. Francamente, sono sorpreso da quante volte è già successo".
Italia: da gennaio a luglio 132 eventi estremi
Un aggiornamento sulla situazione italiana è arrivato in questi giorni di agosto, il 19, da Legambiente con i risultati pubblicati dal suo “ osservatorio Cittàclima”.
Da gennaio a luglio 2022 il nostro Paese è stato vittima di 132 eventi climatici estremi, numero che supera la media dell’ultimo decennio. Se guardiamo al dato complessivo, dal 2010 a oggi, vediamo come in Italia si siano abbattuti 1.318 eventi estremi che hanno causato impatti “più rilevanti” in 710 comuni. “Nello specifico in questi anni si sono registrati 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni da trombe d’aria, 157 danni alle infrastrutture da piogge, 123 esondazioni fluviali, 63 danni da grandinate, 55 danni da siccità prolungata, 55 frane da piogge intense, 22 danni al patrimonio storico, 17 temperature estreme in città”, si legge nel comunicato stampa diramato da Legambiente.
“Il 2022 in fatto di eventi climatici estremi è da codice rosso – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. Chi si candida a governare il Paese per i prossimi cinque anni dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica, una delle principali emergenze planetarie che rischia di mettere in ginocchio l’intero Pianeta. Se non si interviene al più presto, rischiamo nei prossimi anni sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia di sprecare anche le risorse del Pnrr. Servono cambiamenti strutturali, politiche innovative, investimenti in tecnologie pulite e un Piano nazionale di adattamento al clima non più rimandabili. Senza dimenticare che va aggiornato anche il Piano nazionale integrato energia e clima ai nuovi obiettivi europei di riduzione di gas climalteranti del RepowerEu, va applicato un taglio radicale dei tempi di autorizzazione dei nuovi impianti a fonti rinnovabili e va prevista una procedura semplificata per il rinnovo e il potenziamento di quelli esistenti”.
Ivan Manzo
Fonte: ASVIS
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.