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Ecocriminalita' in aumento (2/2)

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

09/04/2004

Il rapporto "Ecomafie" di Legambiente rileva il nuovo fenomeno della “mafia di campagna” e l'andamento dell'archeomafia.

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[La prima parte dell’articolo è consultabile sul numero di ieri].

A margine del rapporto sulla criminalità ambientale “Ecomafie”, realizzato da Legambiente, sono stati presi in esame due fenomeni che non riguardano strettamente la categoria dei crimini ambientali, ma che possono essere ad essi connessi.
Si tratta del fenomeno emergente della “mafia di campagna” e di quello dell’”archeomafia”.

La nuova “mafia di campagna” è un fenomeno su cui indaga una sezione specializzata della Procura nazionale antimafia, voluta dal Procuratore Piero Luigi Vigna.
Una ricerca sulla criminalità in agricoltura ha rilevato, relativamente al 2002, 228.253 reati accertati dalle forze dell’ordine nelle campagne del nostro Paese. Al primo posto figurano i furti di attrezzature e mezzi agricoli (accompagnati spesso dalla richiesta di un "riscatto", il cosiddetto "cavallo di ritorno"), seguiti dal racket, dall’abigeato, dai furti di prodotti agricoli, in quantitativi ingenti e direttamente dalle piante.
Queste attività criminali s'intrecciano, spesso, con altri fenomeni, come la macellazione clandestina, gli allevamenti illegali, il ricorso a farmaci proibiti per "dopare" gli animali, i traffici di derrate alimentari che non dovrebbero raggiungere il mercato, perché ad esempio prodotte in siti inquinati.
Riguardo alla tutela del patrimonio archeologico e culturale, il rapporto di Legambiente evidenzia un miglioramento rispetto all’anno precedente.
Ogni anno il patrimonio archeologico, storico e artistico del Paese subisce un vero è proprio “saccheggio”, il cosiddetto fenomeno dell’archeomafia.
I danni non riguardano solo opere d’arte e reperti trafugati da musei e chiese, ma anche scavi archeologici abusivi, che talvolta danneggiano irreparabilmente il sito saccheggiato.
I dati forniti dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei carabinieri segnalano una diminuzione del numero totale dei furti: 1.293 nel 2003 contro i 1.539 del 2002, con una flessione del 15,9%. Non diminuisce, tuttavia, in maniera proporzionale, il numero di opere trafugate: 18.453 rispetto alle 18.566 del 2002, appena lo 0,8% in meno.
Legambiente evidenzia una maggiore “selettività”, “una ricerca del “colpo sicuro” da parte di chi è ancora oggi attivamente impegnato nell’aggressione al patrimonio storico, culturale e archeologico del nostro Paese. Un’ipotesi che sembrerebbe confermata da un dato preoccupante; sono ben 2.974, tra le opere trafugate, quelle considerate di interesse “notevole”, contro le 77 del 2002; diminuiscono, invece, quelle di “medio interesse” (4.669 contro le 5.650 del 2002) e soprattutto quelle “non rilevanti” (9.833 contro 12.810).”
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