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Ecocriminalità in aumento (1/2)

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

08/04/2004

Le “ecomafie” hanno fatturato 132 miliardi di euro in 10 anni. Lo rivela il rapporto stilato da Legambiente.

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Tra il 1994 e il 2003 l’aggressione della criminalità organizzata ai danni dell’ambiente è costata agli italiani 132 miliardi di euro; azioni criminose nel settore dei rifiuti e in quello dell’abusivismo edilizio, nella contaminazione degli appalti o nel racket degli animali o nel traffico delle opere d’arte.
In dieci anni le forze dell’ordine hanno accertato in Italia 246.107 infrazioni in materia ambientale; le persone denunciate o arrestate sono state 154.804; i sequestri effettuati 40.258. Leader di questo mercato le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), dove si concentra Il 40% di queste infrazioni (esattamente 98.536).

Nello stesso arco di tempo, sono state realizzate nel nostro Paese 405.606 costruzioni illegali, tra nuovi immobili e trasformazioni d’uso di rilevanti dimensioni.
Camorra, ‘ndrangheta, mafia, sacra corona unita hanno inserito stabilmente l’ambiente nel loro business. Sono 169 i clan mafiosi per i quali Legambiente ha accertato interessi diretti nei circuiti dell’ecomafia.

Questo è il bilancio fornito da Legambiente nel rapporto sulla criminalità organizzata “Ecomafia 2004”, giunto alla decina edizione.

Focalizzando l’attenzione sull’anno appena trascorso, nel 2003 c’è una nuova impennata dei traffici ecomafiosi. Gli illeciti ambientali accertati dalle forze dell’ordine sono infatti aumentati del 32,6% rispetto al 2002, i traffici illegali dei rifiuti sono cresciuti nello stesso periodo del 10,7%, sono cresciute le costruzioni e le cave abusive ma anche il bracconaggio e il racket di animali, gli incendi dolosi sono saliti a quota 7mila, il doppio rispetto ai dati del 2002. Nello stesso tempo è cresciuto il business complessivo del settore: una cifra che nel 2003 supera i 18,9 miliardi di euro, con un incremento del 14,2% rispetto al 2002.

E’ ancora la Campania la prima regione d’Italia per quanto riguarda i fenomeni d’illegalità ambientale, con 3.604 infrazioni accertate dalle forze dell’ordine, 2.520 persone denunciate e 1.158 sequestri, seguita anche quest’anno dalla Calabria, con 3.580 illeciti, 2.191 persone denunciate e 996 sequestri. Sale, invece, al terzo posto il Lazio, con 3.001 notizie di reato (le persone denunciate sono ben 2.297, oltre 100 in più rispetto alla Calabria, i sequestri 769).

[La seconda parte dell’articolo sarà pubblicata domani].
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