Città, clima e sostenibilità ambientale
I rapporti di valutazione dell'IPCC mostrano che, nei prossimi decenni, la regione Europea ed in particolare la regione del Mediterraneo dovrà far fronte a cambiamenti climatici particolarmente negativi, i quali, combinandosi agli effetti dovuti alle pressioni antropiche sulle risorse naturali, stanno rendendeo il Mediterraneo una delle aree più vulnerabili d’Europa.
Ondate di calore, precipitazioni intense e siccità sono solo alcuni degli effetti più comuni del cambiamento climatico, evidenziati anche nel recente studio di Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici ) dove si lancia un particolare allarme per le città, la cui popolazione sarà tra le principali "vittime" degli effetti dei mutamenti del clima in atto.
Nella parte del rapporto dedicata al nostro Paese, il Cmcc sottolinea che le aree urbane italiane sono minacciate in particolare dalle ondate di calore e dalle alluvioni che seguono a lunghi periodi di pioggia.
Le ondate di calore sono in crescita in tutto in territorio nazionale, in particolare le alte temperature notturne influiscono sulla salute umana.
Durante l’ondata di calore che ha colpito l’Europa nel 2003, l’Italia è stato uno dei paesi più colpiti, come una mortalità 2 volte più alta della media registrata in Europa.
Il Cmcc ha preso in esame sei importanti città italiane: Milano, Venezia, Torino, Bologna, Roma e Napoli, mostrando che ovunque la temperatura media annua è in crescita. Così, se Bologna, Milano e Napoli registrano dal 2014 un aumento di 0,9 gradi, Venezia raggiunge un +1,1 gradi e Torino subisce la serie consecutiva di anni caldi più lunga: il 2017, 2019 e il 2020. Gli effetti delle temperature si percepiscono soprattutto nelle ore notturne, con tutti gli agglomerati urbani che, in media, non scendono nei mesi estivi sotto i 20 gradi, con ripercussioni concrete sulla salute e sul consumo di energia. Bologna, Napoli, Roma e Milano si confermano isole di calore, con le zone centrali che si scaldano di più rispetto alle aree periferiche o marittime.
L'aumento delle temperature colpisce soprattutto la popolazione anziana, in particolare si è osservato un aumento della mortalità, più 23% a Torino e Milano, in questa fascia di età e nella popolazione con basse entrate economiche e scarso livello culturale. Trend confermato anche dalla successiva ondata di calore del 2008, quando la mortalità è aumentata dal 22% al 30%, rispettivamente a Roma e Milano.
Gli scenari futuri prevedono che queste situazioni si presenteranno con sempre maggiore frequenza e saranno maggiormente intense nelle aree urbane. Alte temperature impattano anche sull'ecosistema ma anche sulla salute umana. In questo caso gli effetti sono accentuati, soprattutto a livello cittadino, in quanto si combinano con la qualità dell’aria, che, in Italia, con riferimento alle polveri sottili (PM10 e PM 2,5) non ha subito sostanziali miglioramenti nell’ultima decade. Una situazione particolarmente critica si riscontra nella pianura padana dove si manifestano frequenti situazioni di stagnazione, acuite dalle ondate di calore che colpiscono le fasce più deboli: anziani e bambini.
Un altro problema che emerge a livello italiano riguarda le inondazioni. In Italia, circa 4.500 chilometri quadrati di aree costiere sono a rischio di inondazioni a causa dell'innalzamento del livello del mare nei prossimi 100 anni; le aree più vulnerabili sono situate nell'Adriatico settentrionale, nel delta del Po e nella laguna di Venezia, dove ci sono aree altamente urbanizzate, un patrimonio culturale di valore e stabilimenti industriali situati sotto il livello del mare.
Le inondazioni da eventi di precipitazione brevi ma intensi colpiscono frequentemente le città italiane, a causa di un tasso crescente di superfici artificiali sia nelle città che nel resto del paese. Questo impedisce all'acqua di infiltrarsi nel terreno e provoca un crescente deflusso e accumulo di a acqua nelle parti basse delle città. L'Italia è esposta a un alto rischio di inondazioni e frane a causa della sua geografia e della rapida urbanizzazione. Il 91% dei comuni italiani sono esposti a rischi medi di frane e inondazioni e più di 6 milioni di italiani vivono o lavorano in zone ad alto rischio. Uno dei driver principali è l'espansione urbana e sub-urbana in aree ad alto rischio.
Le inondazioni causano importanti danni economici e talvolta determinano anche perdita di vite umane. Nonostante la diminuzione delle tendenze delle precipitazioni, la previsione è che si manifesteranno eventi brevi, più intensi e più frequenti in futuro.
Se questo è lo scenario, bisogna realizzare, quanto prima, a livello nazionale una strategia nazionale di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, che dovrà tenere conto
- della strategia "Plasmare un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici" elaborata a livello europeo
- dei numerosi rapporti e articoli tecnici dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, che indicano di :
adottare un approccio basato sulla conoscenza e sulla consapevolezza, lavorare in partnership e coinvolgere gli stakeholders, i cittadini e il mondo della ricerca e dell’innovazione, considerare le misure di adattamento come complementari rispetto alla mitigazione, agire secondo il principio di precauzione di fronte alle incertezze scientifiche, mantenendo un approccio flessibile e teso a conseguire la sostenibilità, adottare un approccio integrato nella valutazione dell’adattamento (ovvero tenere in considerazione gli effetti delle misure sugli altri settori) e basato sul rischio nella valutazione dello stesso, integrare l’adattamento nelle politiche esistenti ed effettuare un regolare monitoraggio e valutazione dei progressi raggiunti.
Nel luglio 2021, il Green city network ha lanciato la Carta delle città verso la neutralità climatica, a cui hanno aderito, in Toscana, Arezzo, Calenzano, Firenze, Livorno, Lucca, Prato e Siena.
La Carta ha come cardini alcuni punti fondamentali:
- il nuovo protagonismo delle città per la transizione alla neutralità climatica, che deve divenire centrale nel dibattito e nella gestione delle città
- l'efficienza energetica e l'aumento delle fonti rinnovabili
- la mobilità urbana sostenibile con riduzione delle automobili in circolazione
- l'economia circolare decarbonizzata
- gli assorbimenti dell'anidride carbonica.
In Italia, la Carta verso la neutralità climatica si inserisce in un contesto ricco di iniziative, primo fra tutti, il Patto dei Sindaci per il clima e l'energia, che ha visto aderire molte città italiane e la recente iniziativa delle Nazioni Unite "Race to zero", vera e propria corsa verso emissioni zero.
Oggi, per contrastare il cambiamento climatico ci sono importanti risorse previste dal PNRR, che possono essere utilizzate sia per la mitigazione che per la resilienza.
Molti sono gli ambiti su cui le città dovranno incidere per affrontare i cambiamenti climatici e indirizzarsi verso la transizione ecologica, partendo dal fatto che le città sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni totali di gas serra, principalmente dovute al riscaldamento e al condizionamento delle abitazioni ed alla mobilità. Bisognerà introdurre cambiamenti che incidano soprattutto sul patrimonio edilizio sia pubblico che privato che sulla mobilità urbana, su cui ci sono già progetti attivi.
Il rapporto "Economia Circolare e Città Verdi “ fornisce una disamina attenta dei settori dove le città sono chiamate a mettere in atto sforzi trasformativi:
- gestione della risorsa idrica
- verde e agricoltura urbana
- ciclo dei materiali
- mobilità
- energia.
Questi sono i principali ambiti su cui le politiche urbane devono svilupparsi ed evolvere per rendere le città green (verdi) e resilienti ai cambiamenti climatici, non si tratta di aree “impermeabili” l’una all’altra ma, al contrario, di contesti interconnessi e spesso sovrapposti.
Il rapporto di Symbola contiene linee di azione e illustra progetti già realizzati e replicabili nella stragrande maggioranza delle città italiane, che abbiano la volontà di introdurre politiche “verdi” di transizione ecologica e lotta ai cambiamenti climatici.
Il rapporto è destinato prevalentemente ai decisori politici che potranno esplorare “terre nuove”, consapevoli che determinati progetti e azioni sono già stati realizzati in altri luoghi e ha la finalità di stimolare riflessioni a livello locale, partendo da quanto già fatto in altre città.
Per ridisegnare le citttà con una visione tesa alla sostenibilitàe per reagire agli eventi estremi legati al clima occorre investire in nuove idee, pratiche e competenze, cosicchè le città possano divenire luoghi dove declinare i 17 obiettivi di Agenda 2030 delle Nazioni Unite e rendere le misure, per raggiungerli, quotidianità.
Fonte: ARPAT
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