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Carte di credito clonate
“Pos”: così è stata denominata la vasta operazione, condotta dalla polizia di Stato, che ha sgominato una organizzazione dedita alla clonazione di carte di credito.
Le indagini hanno avuto inizio oltre un anno fa, non in seguito ad una segnalazione, ma grazie allo spirito di osservazione di alcuni agenti di Vibo Valentia impegnati nei rilievi di un incidente stradale.
Un uomo coinvolto nell’incidente, nonostante fosse stato ricoverato in ospedale, insisteva per essere riaccompagnato sul luogo dell’incidente. Un comportamento che ha insospettito gli agenti che proprio lì hanno recuperato 20 carte di credito ‘’in bianco’’ nascoste in un pacchetto di sigarette. L’uomo negava fossero sue.
Le indagini, durate diversi mesi, hanno portato all’individuazione di una vasta organizzazione, della quale erano complici anche commercianti (che dietro ricompensa avrebbero accettato di fare passare attraverso il “Pos” carte di credito alquanto “sospette” in quanto completamente bianche).
La truffa è stata possibile anche grazie alla complicità di un impiegato del Centro elaborazione dati di un istituto bancario, l’uomo forniva i codici delle carte di credito da memorizzare sulla banda magnetica delle carte “in bianco”.
Il procuratore capo di Vibo Valentia ha assicurato che i titolari di carta di credito non hanno avuto danni in quanto, estratto conto alla mano, avevano segnalato prontamente le operazioni che non avevano effettuato.
Le indagini hanno avuto inizio oltre un anno fa, non in seguito ad una segnalazione, ma grazie allo spirito di osservazione di alcuni agenti di Vibo Valentia impegnati nei rilievi di un incidente stradale.
Un uomo coinvolto nell’incidente, nonostante fosse stato ricoverato in ospedale, insisteva per essere riaccompagnato sul luogo dell’incidente. Un comportamento che ha insospettito gli agenti che proprio lì hanno recuperato 20 carte di credito ‘’in bianco’’ nascoste in un pacchetto di sigarette. L’uomo negava fossero sue.
Le indagini, durate diversi mesi, hanno portato all’individuazione di una vasta organizzazione, della quale erano complici anche commercianti (che dietro ricompensa avrebbero accettato di fare passare attraverso il “Pos” carte di credito alquanto “sospette” in quanto completamente bianche).
La truffa è stata possibile anche grazie alla complicità di un impiegato del Centro elaborazione dati di un istituto bancario, l’uomo forniva i codici delle carte di credito da memorizzare sulla banda magnetica delle carte “in bianco”.
Il procuratore capo di Vibo Valentia ha assicurato che i titolari di carta di credito non hanno avuto danni in quanto, estratto conto alla mano, avevano segnalato prontamente le operazioni che non avevano effettuato.
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