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Cambiamenti climatici e sicurezza: esposizione al caldo e alle radiazioni

Cambiamenti climatici e sicurezza: esposizione al caldo e alle radiazioni
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Ambiente

30/04/2024

Un rapporto della Organizzazione Internazionale del Lavoro si sofferma sulla salute e sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici. Focus sulle conseguenze del calore eccessivo e dell’esposizione alle radiazioni ultraviolette.

Ginevra, 30 Apr – Pubblicato dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro ( ILO), in occasione della Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro 2024, il global report “ Ensuring safety and health at work in a changing climate” - curato da Natasha Scott (Independent Consultant), Halshka Graczyk e Dafne Papandrea – è un’ottima occasione per ragionare sull’impatto che i cambiamenti climatici hanno e avranno sempre di più sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori.

 

In particolare il rapporto fornisce l’evidenza di questo impatto e sintetizza le iniziative finora intraprese per rispondere a questi rischi, in particolare attraverso le politiche e strategie, la legislazione, la contrattazione collettiva, le linee guida tecniche, le iniziative di formazione e di consulenza, le campagne di sensibilizzazione e le iniziative realizzate nei luoghi di lavoro.

 

Ricordiamo che il global report si sofferma sull’impatto di sei diverse conseguenze dei cambiamenti climatici sulla sicurezza e salute:

  • calore eccessivo,
  • radiazioni ultraviolette,
  • eventi meteorologici estremi,
  • inquinamento dell’aria nei luoghi di lavoro,
  • malattie trasmesse da vettori,
  • cambiamenti derivanti dall’uso di prodotti agrochimici

 

Ci siamo soffermati, in un primo articolo introduttivo del rapporto, sugli eventi metereologici estremi, anche con riferimento alla sintesi del rapporto in italiano - “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici” – pubblicata da ILO insieme al global report in inglese.

 

Oggi ci soffermiamo, invece, sui seguenti argomenti:


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Le conseguenze dei cambiamenti climatici: il calore eccessivo

Il rapporto si sofferma ad esempio sul calore eccessivo in molti luoghi di lavoro, un rischio che è aumentato in relazione al riscaldamento globale.

 

La sintesi italiana del rapporto presenta alcuni esempi di lavoratori ad alto rischio: “lavoratori nei settori dell’agricoltura, dei beni e servizi ambientali (gestione delle risorse naturali), dell’edilizia, della raccolta dei rifiuti, dei lavori di riparazione di emergenza, dei trasporti, del turismo e dello sport”.

 

Si indica poi che “almeno 2,41 miliardi di lavoratori sono esposti ogni anno al caldo eccessivo sul lavoro”. E le conseguenze primarie sulla salute riguardano: “stress da calore, colpo di calore, fatica dovuta al calore, rabdomiolisi, sincope da calore, crampi da calore, eruzioni cutanee da calore, malattie cardiovascolari, danno renale acuto, malattia renale cronica, lesioni fisiche”.

 

Riguardo poi all’impatto sulla salute si sottolinea che, a causa del caldo eccessivo, “ogni anno si registrano 22,85 milioni di infortuni sul lavoro, 18.970 decessi legati al lavoro e 2,09 milioni di anni di vita corretti per la disabilità (DALY)”.  

 

In merito agli orientamenti dell’International Labour Organization, per la gestione dei rischi legati al calore sul luogo di lavoro, si segnala il Codice di condotta sui fattori ambientali nei luoghi di lavoro (Capitolo 8 Caldo e freddo).

 

Si segnala che l’aumento delle temperature su scala mondiale che è dovuto al cambiamento climatico “si tradurrà in ondate di calore più frequenti e gravi, causando un aumento della mortalità, una riduzione della produttività e danni alle infrastrutture (Mora et al. 2017). L’impatto del caldo eccessivo varia da un settore all’altro, ma quelli più a rischio includono quelli nei quali il lavoro fisicamente impegnativo si svolge all’aperto e al chiuso in ambienti di lavoro scarsamente ventilati in cui la temperatura non è controllata”. E i rischi legati al calore “sono influenzati dalle condizioni ambientali, dallo sforzo fisico, e dall’abbigliamento o dalle attrezzature”. 

 

Le conseguenze dei cambiamenti climatici: le radiazioni ultraviolette

Il rapporto si sofferma, in particolare, anche sull’aumento dell’esposizione alle radiazioni ultraviolette.

 

Alcuni lavoratori ad alto rischio sono i lavoratori outdoor, “tra cui i lavoratori dell’edilizia e dell’agricoltura, gli addetti all’assistenza dei bagnanti, i lavoratori dei servizi energetici, i giardinieri, gli addetti al recapito della posta e i lavoratori portuali”.

 

Si indica che a livello globale 1,6 miliardi di lavoratori sono esposti ogni anno alle radiazioni ultraviolette del sole mentre lavorano (Pega et al. 2023). E le conseguenze primarie possono essere: “scottature solari, vesciche cutanee, danni oculari acuti, indebolimento del sistema immunitario, pterigio, cataratta, tumori della pelle, degenerazione maculare”.

 

In merito all’impatto sulla salute si segnala che ogni anno, “oltre 18.960 decessi legati al lavoro sono esclusivamente dovuti ai tumori cutanei diversi dal melanoma (Pega et al. 2023)”. 

 

Riguardo agli orientamenti OIL anche in questo caso si fa riferimento al Codice di condotta sui fattori ambientali nei luoghi di lavoro, ma con riferimento al Capitolo 7 sulla “Radiazione ottica”.

 

Si ricorda che la radiazione dei raggi solari ultravioletti “è una forma di radiazione non ionizzante”.

In particolare la quantità di radiazioni che raggiunge la terra “viene ridotta dalle molecole di ozono nell’alta atmosfera. Il graduale assottigliamento dello strato di ozono, causato dal rilascio di sostanze dovute alle attività industriali e ad altre attività umane è motivo di grande preoccupazione”.

 

Come indicato sopra le radiazioni dei raggi solari ultravioletti sono “un problema che colpisce i lavoratori all’aperto in particolare. Questi lavoratori sono esposti a dosi di radiazioni ultraviolette in misura superiore a due o tre volte rispetto ai lavoratori al chiuso — spesso si tratta di dosi giornaliere cinque volte superiori ai limiti raccomandati a livello internazionale ( John et al. 2021). Le radiazioni ultraviolette possono essere particolarmente pericolose per i lavoratori che non sono a conoscenza di essere esposti a livelli di radiazione pericolosamente elevati”. 

 

Il rapporto sull’impatto dei cambiamenti climatici: le conclusioni

Rimandando alla lettura integrale del rapporto che si sofferma su altri impatti dei cambiamenti climatici sul mondo del lavoro (inquinamento dell’aria, eventi meteorologici estremi, …), riprendiamo alcune delle conclusioni e riflessioni finali del documento.

 

Si sottolinea la necessità che di adattare le attuali politiche sulla salute e sicurezza sul lavoro (SSL) e sviluppare nuove politiche che si occupino specificamente degli effetti dei cambiamenti climatici.

Infatti man mano che i rischi legati ai cambiamenti climatici si evolvono e si intensificano, “potrebbe essere necessario riesaminare la legislazione esistente o sviluppare nuove norme e linee guida al fine di garantire che i lavoratori siano adeguatamente protetti. Le considerazioni sulla SSL dovrebbero essere integrate nelle politiche legate al clima e le preoccupazioni climatiche dovrebbero essere integrate nelle pratiche di SSL. Qualsiasi nuova legislazione o politica dovrebbe sfruttare le sinergie con la legislazione esistente e con gli strumenti normativi internazionali”.

 

Si indica poi che per orientare queste politiche è necessaria “un’attività di ricerca più approfondita e una base di conoscenze più solida”. Ed è infatti necessario “portare avanti un’attività di ricerca a tutto campo e di alta qualità per sviluppare e valutare l’efficacia delle misure preventive in materia di SSL in diversi paesi e settori”.

 

Si sottolinea poi l’importanza del dialogo sociale tra governi e parti sociali “per sviluppare delle politiche efficaci in materia di SSL in un mondo del lavoro in continua evoluzione”. Questo dialogo è necessario “anche per lo sviluppo di politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”.

 

Non bisogna poi dimenticare che le misure legate alla “transizione verde” possono “anche comportare nuove sfide in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.

In relazione alle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici stanno emergendo, infatti, anche industrie e tecnologie green, ma, in alcuni casi, queste nuove tecnologie, “possono creare o amplificare pericoli e rischi in materia di SSL, soprattutto se non sono state ancora sviluppate infrastrutture e tutele adeguate”.

 

Si indica, infine, che il grande riconoscimento del nesso clima-salute a livello globale “sta producendo dei passi positivi nella giusta direzione in termini di attuazione di nuove politiche di SSL che affrontare i rischi dei cambiamenti climatici in modo esplicito”.

In questo senso “lo slancio derivante da iniziative globali come le Conferenze sul clima” dovrebbe essere “sfruttato per dare più peso alla salute delle persone e dei lavoratori nelle politiche, al fine di negoziare le migliori protezioni per i lavoratori”.   

 

 

Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

International Labour Organization, “Ensuring safety and health at work in a changing climate”, Global report, a cura di Natasha Scott (Independent Consultant), Halshka Graczyk e Dafne Papandrea, edizione 2024 con sintesi in italiano “Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro nel contesto dei cambiamenti climatici”. Documenti prodotti in occasione del World Day for Safety and Health at Work 2024.

 



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