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Gli italiani e la sicurezza
Gli italiani si sentono sicuri? Quali rischi temono? Sono disposti a ''sacrificare'' un po' della loro privacy per una maggiore sicurezza?
Questi temi sono stati oggetto del Rapporto CIRM, che sarà presentato nel novembre prossimo in occasione della mostra internazionale dedicata alla sicurezza e all'automazione degli edifici, ''Sicurezza 2002'', e del quale sono state fornite alcune anticipazioni.
Dalle rilevazioni CIRM emerge che il furto in abitazione (44,4%) è uno dei rischi più temuti dagli italiani, seguito dall'aggressione in luogo pubblico (37%) e in abitazione (31,1%).
I luoghi nei quali i cittadini si sentono maggiormente insicuri sono: le strade (62,3%); le scuole/università (18,3%); i parchi/giardini pubblici (16,4%); le abitazioni (14,6%); le banche (13,6%); i negozi/esercizi commerciali (12,8%); gli uffici postali (10,8%); gli stadi (9,5%).
Si sono espressi favorevolmente all'utilizzo di sistemi di videosorveglianza il 67,5% degli intervistatati, in particolare nelle stazioni ferroviarie (90,5%), dentro i negozi (83,7%), nelle scuole (81,4%), nei parchi (80,6%), fuori dagli esercizi commerciali (78,6%).
Ma come si proteggono gli italiani?
Secondo lo studio del CIRM, gli italiani che hanno adottato qualche misura per dare più sicurezza alla propria abitazione (ad esempio, verso i furti, le aggressioni, i danni dovuti a fughe di gas, incendi e perdite d'acqua) sono il 46,6%.
Di questi, il 45,1% ha installato sistemi di sicurezza, l'11,4% porte blindate e il 7% inferriate. Il 14,6% ha stipulato una polizza assicurativa.
Le persone che si sono dichiarate interessate a installare un sistema di allarme nella propria abitazione nei prossimi sei mesi sono l'8,3%. Qualora dovessero decidere di farlo, il 67,5% si rivolgerebbe a ditte specializzate e il 18,7% tenterebbe di fare da solo.
Il 41,5% degli intervistati ha dichiarato di conoscere l'esistenza della certificazione di qualità per installatori e prodotti di sicurezza.
Per una maggiore efficacia dei sistemi antintrusione, il 30,9% degli italiani è informato della possibilità di collegarli con la polizia e/o con gli istituti di vigilanza.
Questi temi sono stati oggetto del Rapporto CIRM, che sarà presentato nel novembre prossimo in occasione della mostra internazionale dedicata alla sicurezza e all'automazione degli edifici, ''Sicurezza 2002'', e del quale sono state fornite alcune anticipazioni.
Dalle rilevazioni CIRM emerge che il furto in abitazione (44,4%) è uno dei rischi più temuti dagli italiani, seguito dall'aggressione in luogo pubblico (37%) e in abitazione (31,1%).
I luoghi nei quali i cittadini si sentono maggiormente insicuri sono: le strade (62,3%); le scuole/università (18,3%); i parchi/giardini pubblici (16,4%); le abitazioni (14,6%); le banche (13,6%); i negozi/esercizi commerciali (12,8%); gli uffici postali (10,8%); gli stadi (9,5%).
Si sono espressi favorevolmente all'utilizzo di sistemi di videosorveglianza il 67,5% degli intervistatati, in particolare nelle stazioni ferroviarie (90,5%), dentro i negozi (83,7%), nelle scuole (81,4%), nei parchi (80,6%), fuori dagli esercizi commerciali (78,6%).
Ma come si proteggono gli italiani?
Secondo lo studio del CIRM, gli italiani che hanno adottato qualche misura per dare più sicurezza alla propria abitazione (ad esempio, verso i furti, le aggressioni, i danni dovuti a fughe di gas, incendi e perdite d'acqua) sono il 46,6%.
Di questi, il 45,1% ha installato sistemi di sicurezza, l'11,4% porte blindate e il 7% inferriate. Il 14,6% ha stipulato una polizza assicurativa.
Le persone che si sono dichiarate interessate a installare un sistema di allarme nella propria abitazione nei prossimi sei mesi sono l'8,3%. Qualora dovessero decidere di farlo, il 67,5% si rivolgerebbe a ditte specializzate e il 18,7% tenterebbe di fare da solo.
Il 41,5% degli intervistati ha dichiarato di conoscere l'esistenza della certificazione di qualità per installatori e prodotti di sicurezza.
Per una maggiore efficacia dei sistemi antintrusione, il 30,9% degli italiani è informato della possibilità di collegarli con la polizia e/o con gli istituti di vigilanza.
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