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Grande distribuzione: progettazione ergonomica dei posti di lavoro

Grande distribuzione: progettazione ergonomica dei posti di lavoro
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischio ergonomico

28/07/2014

Nella grande distribuzione organizzata è possibile una progettazione o riprogettazione ergonomica di ambienti e posti di lavoro per eliminare o almeno ridurre i rischi ergonomici? Focus sul lavoro alle casse, sui reparti, magazzini e vie di transito.

 
Bologna, 28 Lug – Ci siamo soffermati nei mesi scorsi più volte sui rischi di sovraccarico biomeccanico dell’apparato muscolo scheletrico per i lavoratori della grande distribuzione organizzata (GDO), anche con riferimento agli atti del convegno “ Piano regionale della prevenzione - Grande distribuzione organizzata e prevenzione delle malattie muscoloscheletriche - Linee operative per la vigilanza” che si è tenuto a Bologna il 26 settembre 2013.
 
Presentando il convegno abbiamo affrontato i principali riferimenti normativi, abbiamo parlato di valutazione dei rischi, dei problemi rilevati nelle aziende della GDO e della rilevanza delle malattie muscolo scheletriche.
Ora dobbiamo rispondere ad una semplice domanda: è possibile una progettazione o riprogettazione ergonomica di ambienti e posti di lavoro che possa eliminare o almeno ridurre i rischi ergonomici?
 
Per rispondere possiamo riprendere quanto indicato nel documento “Linee operative per la vigilanza sui rischi da sovraccarico biomeccanico nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) - Documento di omogeneità dei comportamenti in vigilanza dei SERVIZI PSAL” presentato durante il convegno e realizzato dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) dell’Emilia Romagna per migliorare l’azione preventiva sul territorio regionale.
 
Nel capitolo relativo alle “Indicazioni di progettazione o riprogettazione ergonomica di ambienti e posti di lavoro” si forniscono indicazioni specifiche (non esaustive) per “indirizzare e promuovere la progettazione ergonomica dei posti di lavoro in occasione di apertura e ristrutturazione di punto vendita e/o magazzini” della Grande Distribuzione Organizzata. E si precisa “che, per verificare l’adeguatezza dei necessari requisiti ergonomici, anche in fase di ‘risposta a notifica’ ex art. 67 D.Lgs 81/08, è necessario il lay-out e la documentazione tecnica specifica che riassuma e descriva nel dettaglio almeno i principali arredi e le attrezzature che possono influire sul rischio di sovraccarico biomeccanico”.
 
Postazioni di lavoro alla cassa – barriera casse
È possibile progettare o riprogettare la postazione ai fini della riduzione del sovraccarico biomeccanico, “con particolare riferimento all’arto dominante sinistro o a quello “più debole” per i soggetti con giudizio di idoneità con limitazioni.
I principali elementi su cui intervenire sono:
- “nei punto vendita con superficie da 400 a 1000 mq: almeno una cassa che consenta la doppia direzione di alimentazione”;
- punto vendita con superficie > 1000 mq: almeno il 10% delle casse che consenta la doppia direzione di alimentazione;
- installazione di un sistema di self-scanning eseguito dal cliente con riduzione dell’attività di cassa potenzialmente a rischio di sovraccarico biomeccanico arti superiori (SBAS) in quanto la movimentazione della merce posta sui nastri trasportatori del piano cassa viene eseguita sporadicamente su base random (es. il 10% dei clienti con self-scanning) e la postazione diventa per lo più un punto di pagamento. L’adozione di tale modalità non rende necessaria l’adozione di casse a doppia direzione di alimentazione;
- dimensioni e spazi della postazione cassa, definiti nel rispetto dell’art. 71, comma 6 D.Lgs 81/08 (il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché il posto di lavoro e la posizione dei lavoratori durante l’uso delle attrezzature presentino requisiti di sicurezza e rispondano ai principi dell’ergonomia, ndr). La collocazione delle attrezzature in postazione cassa (tappeto, scanner, emettitore scontrino, ecc.) deve rispettare i principi ergonomici secondo la UNI EN 147385” e utili riferimenti per dimensioni, spazi e collocazione attrezzature possono essere tratti anche da altre Linee Guida pubblicate in passato dalla Regione Veneto;
- “spazio dal bordo cassa pari o superiore a 100 cm in cui collocare il sedile e permettere di alternare posizione seduta ed eretta secondo la UNI EN 14738”.
 
Segnaliamo che la norma UNI EN ISO 14738:2009 (Sicurezza del macchinario - Requisiti antropometrici per la progettazione di postazioni di lavoro sul macchinario) “stabilisce i principi per la derivazione delle dimensioni, da misurazioni antropometriche e per la loro applicazione alla progettazione di postazioni di lavoro per macchinario basandosi sulle attuali nozioni di ergonomia. Può essere un utile riferimento per la progettazione di tutti i posti di lavoro”.
È bene poi sottolineare che tutte le indicazioni presenti nel capitolo sono accompagnate da riferimenti a precise immagini esplicative contenute nell’ allegato n. 12 alle linee operative.
 

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Reparti, aree “retro”, magazzini, celle frigorifere, area vendita e vie di transito
Anche in questo caso è possibile progettare o riprogettare gli spazi e “fornire, banchi di lavoro, tavoli, arredi e attrezzature al fine di evitare il sovraccarico biomeccanico da posture incongrue e da movimentazione manuale carichi (MMC).
Utili riferimenti per ottimizzare l’ergonomia dei posti di lavoro possono essere le ‘condizioni ideali’ della ISO 11228-1 o la ‘zona migliore’ e la ‘zona preferita’ riportate nelle specifiche linee guida per la GDO di OSHA”, entrambe riportate in una allegato del documento.
Vediamo in breve alcuni interventi possibili:
 - spazi “ed arredi adeguati in ogni area vendita, area ‘retro’, magazzini e celle frigo che garantiscano il corretto ed ergonomico utilizzo di ausili ed attrezzature (es. carrelli su ruote, carrelli elevabili, transpallet manuali/elettrici elevabili e non, carrelli elevatori, manipolatori fissi e mobili);
- spazi adeguati alla installazione di attrezzature fisse per ausiliare la movimentazione di carichi particolari, di difficile presa e/o di peso anche superiore ai ‘pesi limite raccomandati’ pari a 25, 20 o 15 kg, secondo il genere e l’età, quali: in tutti i punto vendita, apparecchio di sollevamento esterno per quarti o mezzene di bovini o suini” e “apparecchio di sollevamento interno”; nei “punto vendita con superficie di vendita superiore a 1000 mq, manipolatore, fisso o su ruote”, per la movimentazione di “forme intere di Parmigiano-Reggiano, grana e formaggi simili e di angurie di grandi dimensioni (es. crimson)”;
- “spazi e banchi di lavoro o tavoli adeguati alla dotazione di sedili ergonomici con schienale o di sedili del tipo ‘assiso-eretto’ ai sensi dell’art. 71, comma 6 D.Lgs 81/08 e secondo la UNI EN ISO 14738, al fine di garantire la possibilità di alternare la posizione seduta con quella eretta ogni volta ciò è possibile (punto 1.11.1.5 dell’allegato IV del D.Lgs 81/08);
- spazi adeguati di manovra e buona percorribilità delle vie di transito al fine di facilitare il trasporto di carichi, manuale o ausiliato”.
 
Rimandando alla visione delle varie foto esplicative, riprendiamo quanto contenuto nell’allegato 8 alle linee operative relativo alle Linee guida OSHA 3192-05N 2004 “Guidelines for retail grocery stores – Storewide Ergonomic Solutions Best and Preferred Work Zones” (Linee guida per i negozi di alimentari al dettaglio - Zone di lavoro preferito e migliori soluzioni ergonomiche nei grandi magazzini): eseguire lavori all'interno delle zone di lavoro “migliore e preferita” “facilita la produttività e comfort. Il lavoro è sicuro quando il sollevamento viene eseguito in queste zone. Lavorare fuori di queste zone di lavoro risulta in postura non neutrale che può aumentare il rischio di lesioni. È particolarmente importante eseguire attività di sollevamento di carichi pesanti all'interno della zona di lavoro migliore”.
 
Concludiamo questa breve rassegna sulle indicazioni di progettazione e riprogettazione con altri aspetti rilevanti:
- pavimentazione dei luoghi di lavoro (vedi allegato 1 alle linee operative): “evitare, in fase di progettazione ergonomica, asperità, dislivelli o gradini tali da costringere ad una movimentazione manuale dei carichi che, viceversa, andrà effettuata privilegiando l’uso di mezzi/ausili (preferibilmente semoventi)”;
- piano elevabile interrato nel pavimento: “adottare tale soluzione nel caso in cui l’altezza di presa delle merci in arrivo (ortofrutta, macelleria, generi vari, ecc.) sia prevalentemente superiore a 175 cm”. In alternativa “adottare adeguate attrezzature” (vedi punto 5.3.4 delle linee operative, ndr) e “prevedere spazi adeguati all’uso di tali attrezzature (vedi punto 7.1.1); - tettoia e/o sistema di raffreddamento (es. con ventilazione forzata o sistemi sprinklers per il rilascio di acqua sopra la tettoia): ridurre l’eccessivo soleggiamento e tutte le condizioni di elevato stress calorico, per esempio, durante lo scarico manuale di merci (rif. allegato XXXIII e allegato IV punto 1.9 del D.Lgs 81/08). In particolare andranno verificate situazioni che prevedano la permanenza e la MMC in container o da camion senza pedana elevabile;
- sicurezza di macchine, attrezzature ed impianti: rispetto della normativa antinfortunistica e dei principi ergonomici/antropometrici di progettazione secondo la ‘Direttiva macchine’ (vedi allegato 5) garantendo il mantenimento di un buono stato di efficienza onde evitare, o ridurre il più possibile, il rischio di sovraccarico biomeccanico”.
 
 
 
Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) Emilia Romagna, “ Linee operative per la vigilanza sui rischi da sovraccarico biomeccanico nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) - Documento di omogeneità dei comportamenti in vigilanza dei SERVIZI PSAL”, revis. luglio 2013 (formato PDF, 264 kB).
 
Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) Emilia Romagna, “ Allegati da 1 a 10 delle Linee operative per la vigilanza sui rischi da sovraccarico biomeccanico nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO)” (formato PDF, 314 kB).
 
Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) Emilia Romagna, “ Allegato 12 -
 
 
Tiziano Menduto
 



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