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Anche a Brescia occhi elettronici vigilano sulla sicurezza dei cittadini

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Criminalità

10/10/2002

Inaugurato il nuovo sistema di videosorveglianza a fibra ottica, collegato in tempo reale con Vigili urbani, Questura e Carabinieri

Più sorvegliati, ma più sicuri. L'occhio elettronico sarà pure un parente ingombrante (oggi usa dire «invasivo»), farà pure venire l'orticaria ai garantisti duri e puri, ma da oggi, con le 28 telecamere installate nelle zone nevralgiche del centro storico di Brescia, i cittadini della Leonessa andranno a passeggio con un amico invisibile che dovrebbe protegge meglio dalle insidie della micro-criminalità. In attesa della Polizia pre-crimine! (licenza poetica concessa a chi ha avuto modo di vedere in questi giorni nelle sale italiane "the minority report" con Tom Cruise di Steven Spielberg)

Lunedì mattina, al Comando della Polizia municipale, la presentazione alle autorità e ai giornalisti del nuovo sistema informativo, illustrato dal sindaco Paolo Corsini, dall'assessore alla Vigilanza Roberto Massari e dal comandante della Polizia municipale Virgilio Appiani. Eccola, alla prova, la rivoluzione in fibra ottica. Tre grossi video da 21 pollici, attraverso i quali è possibili sia avere la visione d'insieme delle zone monitorate, sia il «focus» di un punto particolare, con ampie zoomate. Nella circostanza, abbiamo potuto osservare un nitido quadro «mobile» di due importanti luoghi pubblici (ne omettiamo volutamente il nome), fissati nell'obiettivo di due delle dieci telecamere installate al di fuori fuori dell'area critica per eccellenza, il Carmine. Sulla precisa localizzazione dei 28 occhi elettronici guidati dalla fibra ottica, è stato steso un velo di comprensibile riserbo. Al malintenzionato «è meglio non far sapere». Anche se poi, nel rispetto del decalogo stabilito dal Garante della Privacy, gli spazi sotto osservazione sono obbligatoriamente segnalati da un'apposita cartellonistica.

Si sa soltanto che nella «casbah» della città sono concentrate 18 delle 28 telecamere realizzate. Le altre dieci sono posizionate in altri punti nevralgici del centro. E presto, «entro marzo 2003», arriveranno una trentina di nuovi "occhi elettronici", a copertura delle zone a rischio della semiperiferia e periferia cittadine. A tale scopo, saranno raccolti pareri e informazioni presso i cittadini, le associazioni, le forze dell'ordine.

La qualità dell'intervento effettuato non è in discussione. Ogni telecamera permette di sorvegliare 24 ore su 24 la zona di competenza, inviando alle tre sale di controllo della Questura, del comando Polizia municipale e del comando Carabinieri, tramite cavi in fibra ottica, tutti i segnali registrati. Le telecamere sono del tipo «autopivoting» (autogiranti), in caso di fine corsa del meccanismo di inseguimento verticale. È anche possibile impostare un ciclo di ronde predefinite, sulle quali l'operatore alla consolle è sempre in grado di intervenire manualmente. Un gioiello della tecnologia, dunque. Frutto di una rodata sinergia fra le società per azioni Brescia Mobilità, Asm e Selene, controllate da Palazzo Loggia ed affidato per la realizzazione tecnica a Mega Italia spa, leader italiano dei sistemi di sicurezza e forte dell'esperienza maturata con il pressochè analogo sistema realizzato nel vicino comune Bergamasco (primi in Italia).

Questa prima «tranche» del progetto videosorveglianza è costato 934 mila euro (1,8 miliardi di lire). L'estensione del sistema al di fuori del centro cittadino (le altre 25-30 telecamere da rendere operative entro fine marzo 2003), comporterà un investimento da 1 milione di euro (quasi due miliardi di ex lire).

Il criminale, reale e potenziale, ha dunque un insidioso «poliziotto» tecnologico con cui confrontarsi. «L'esperienza di altre città italiane ed europee dimostra che i risultati possono essere significativi», dice convinto Corsini. «Deterrenza e conoscenza approfondita del territorio si integrano con l'azione diretta a "vedere" l'illecito», fa eco l'assessore Massari, convinto che «information is power, come dicono negli Stati Uniti». E la privacy? Chi ci garantisce il diritto alla riservatezza? «Tutto è stato fatto nella scrupolosa osservanza delle norme», è la risposta delle autorità comunali. Quindi - ha spiegato l'assessore Massari - la registrazione delle immagini da parte delle forze dell'ordine vale come elemento di prova di eventuali reati, ma se non utilizzate, vengono eliminate dopo 10 giorni. Vale la pena di ricordare che in Italia, a differenza di altri Paesi come Spagna, Francia, Gran Bretagna e Germania, non esiste ancora una legge specifica sulla videosorveglianza, ma solo norme generali dettate dalla legge sulla privacy. In Germania, tuttavia, le autorità garanti della protezione dei dati personali hanno denunciato i pericoli connessi alla «industrializzazione della sorveglianza». Il tema è di quelli destinati a lunghe e ripetute discussioni fra garantisti e «sicuristi».

Brescia, in ogni caso, si conferma città tecnologicamente avanzata e, a propostito di privacy, qualcuno ha ricordato che è da tempo che alcuni parcheggi cittadini sono monitorati da qualcosa come 400 telecamere.




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