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Come fare una mappatura della gestione aziendale dei fattori psicosociali?

Come fare una mappatura della gestione aziendale dei fattori psicosociali?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Valutazione dei rischi

30/10/2023

Un documento CIIP su stress lavoro correlato e rischi psicosociali si sofferma sulla revisione delle aree di analisi del rischio e raccoglie vari strumenti per una importante fase della valutazione del rischio psicosociale: la mappatura.

Milano, 30 Ott – Il Quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 dell’Unione europea individua, come visto in molti articoli del nostro giornale, le sfide e le azioni necessarie per proteggere lavoratori presenti nell’Unione Europea da infortuni e malattie professionali.

E questa strategia europea prevede anche l’attivazione di un “Focus sui rischi psicosociali” considerando “come i problemi di salute mentale colpiscano circa 84 milioni di persone nell'UE”.

Anche perché, a seguito della pandemia, sono stati molti i cambiamenti nel mondo del lavoro: “quasi il 40% dei lavoratori ha iniziato a lavorare da remoto e sono state introdotte in forma massiccia modalità di lavoro come la connettività permanente”. E, specialmente nella prima fase della pandemia da COVID-19, “la mancanza di interazione sociale, l'uso crescente delle tecnologie e la ricerca di nuovi equilibri nei tempi di vita-lavoro ha determinato un ulteriore aumento di rischi psicosociali ed ergonomici”.

 

A ricordarlo e a puntare verso una “gestione complessiva dei rischi psicosociali come da tempo l’approccio ergonomico e le norme tecniche indicano” è il documento “ Primo documento di consenso. Dallo stress lavoro correlato alla prevenzione dei rischi psicosociali” che è stato prodotto dal gruppo di lavoro sullo stress lavoro correlato (SLC) della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione ( CIIP) e coordinato da Antonia Ballottin.

 

Il documento, come abbiamo già visto in un precedente articolo di presentazione, esprime alcune “perplessità sull’efficacia del metodo di valutazione del rischio stress lavoro correlato in Italia”, anche perché, in considerazione dei cambiamenti intervenuti, “la metodologia di valutazione del rischio stress lavoro correlato individuata dalla commissione consultiva” è ormai “superata” (“non prevede l’analisi di fattori di stress emersi con la fase di gestione della pandemia”, “non analizza tra gli eventi sentinella dati di rilievo”, “non tiene conto dei cambiamenti intervenuti”, “non prevede specificità per settori dove sono subentrati fattori di stress differenti”, “non è coerente con il progressivo ricompattamento, anche normativo, dello stress lavoro correlato con i rischi psicosociali”, …).

 

A partire da queste considerazioni riprendiamo nel documento alcune delle proposte contenute con particolare riferimento alla revisione delle aree di analisi del rischio e alla fase di mappatura.

 

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:


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Revisione delle aree di analisi del rischio: i fattori di rischio psicosociale

La revisione delle aree di analisi del rischio, come proposta nel documento, “tiene conto dei fattori di stress lavoro correlato ‘tradizionali’ e li integra con le condizioni associate al lavoro agile, all’utilizzo della tecnologia, alla gestione del cambiamento, ad una maggiore attenzione alle relazioni ed estende la valutazione anche alle condizioni di molestia e violenza”.

 

Riguardo alle aree che possono essere individuate, il documento segnala (le mettiamo in corsivo) anche i fattori che “superano quelli previsti dalle indicazioni della Commissione Consultiva Permanente e dall’Accordo Quadro Europeo Stress Lavoro Correlato”:

  1. ASPETTI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: “ruoli e aspettative, controllo del lavoro o autonomia, richieste di lavoro, gestione del cambiamento organizzativo, lavoro a distanza e isolato, carico di lavoro e ritmo di lavoro, orario di lavoro e orari, sicurezza del lavoro e lavoro precario. Valutare la tolleranza all’uso delle nuove tecnologie (es. robotica avanzata, in particolare cobot; droni; stampanti 3D; realtà aumentata, ecc), all’accelerazione esponenziale dei cambiamenti nell’esecuzione del lavoro e l’impatto dei nuovi sistemi di controllo legati anche all’uso della sensoristica
  2. FATTORI SOCIALI SUL LAVORO: relazioni interpersonali, comando, cultura organizzativa/di gruppo di lavoro (riconoscimento e ricompensa, sviluppo di carriera, supporto), supervisione, civiltà e rispetto, equilibrio tra lavoro e vita privata, violenza sul lavoro, molestie, bullismo e vittimizzazione
  3.  AMBIENTE DI LAVORO, ATTREZZATURE E ATTIVITÀ PERICOLOSE: disponibilità, idoneità, affidabilità, manutenzione o riparazione delle apparecchiature inadeguate, mancanza di spazio, scarsa illuminazione e rumore eccessivo, lavorare in condizioni o situazioni estreme, come temperature molto alte o basse, o in quota e dover operare in ambienti instabili come zone di conflitto, con utilizzo di strumenti tecnologici.

 

Si indica poi che, oltre ai fattori di rischio psicosociale indicati, “possono essere introdotti ulteriori aree o fattori che vengano ritenuti importanti da integrare nel contesto aziendale specifico e che possono essere individuati” anche attraverso la fase connessa alla mappatura.

 

Riprendiamo dal documento una tabella che fa riferimento alla relazione tra i fattori di stress lavoro correlato e i fattori di rischio psicosociale:

 

 

Valutazione del rischio psicosociale: l’importanza di un approccio moderno

Iniziando poi a parlare di valutazione del rischio, si indica che è importante un “approccio moderno” che consideri i fattori di rischio psicosociale “una mappa con cui l’azienda può costruire un percorso proprio di conoscenza e crescita, individuare misure di prevenzione adeguate e progettare lo sviluppo di competenze interne o l’acquisizione di professionalità che garantiscano un miglior funzionamento dell’organizzazione in ottica di benessere individuale e collettivo”.

 

In questo senso la valutazione del rischio psicosociale “richiede l’impegno di tutta l’azienda, a partire dalla direzione che progetta e gestisce l’organizzazione del lavoro favorendo la partecipazione ed il feedback da parte dei lavoratori per aiutare a determinare l’efficacia delle misure di prevenzione”.

 

Fasi della valutazione del rischio: gli strumenti per la mappatura

Riguardo alle varie fasi della valutazione del rischio il documento si sofferma innanzitutto sulla mappatura, indicando e fornendo utili strumenti a operatori e aziende.

 

Si indica che il gruppo di valutazione aziendale “può utilizzare alcuni strumenti di ricognizione generali per avere una panoramica sulla gestione aziendale dei fattori psicosociali e decidere come attuare il piano di valutazione del rischio”. E questi strumenti “possono inoltre essere utilizzati dalle aziende di nuova costituzione come guida per una progettazione ed organizzazione del lavoro attenta al controllo dei fattori psicosociali”.

 

La ricognizione compiuta dal gruppo di lavoro sullo stress lavoro correlato ha individuato e messo a disposizione i seguenti strumenti:

  • Checklist per la valutazione ergonomica degli ambienti di lavoro integrata stress lavoro correlato e fattori psicosociali”: una check list, costruita sulle norme tecniche ergonomiche Iso, Cen, Uni, che può essere integrata con items “tratti dai contenuti della norma iso 10075-2 e riformulati nel technical report uni 11457 (2012) sullo stress lc e fattori psicosociali” (della check list, con gli items di integrazione, si parla alla pagina 18 del documento – Allegato A);
  • Lista di controllo per l’analisi dei fattori psicosociali nell’organizzazione – PSAC Psycho-social Assessment Checklist”. La lista di controllo – Allegato B del documento - “consente una mappatura preliminare che permette di evidenziare punti di forza e necessità di miglioramento riguardo alla gestione dei fattori psicosociali”;
  • Scheda Rischi Psicosociali in Azienda”: la scheda (Allegato C) “riprende e contestualizza il lavoro proposto da SECO - Direzione del lavoro Confederazione Svizzera, con l’obiettivo di fornire uno strumento di supporto nella mappatura della situazione aziendale e guida alla progettazione di un intervento di Prevenzione dai rischi psicosociali sul posto di lavoro”. La scheda è presentata anche attraverso un contributo scritto per la Società Italiana di Psicologia del Lavoro e dell'Organizzazione ( Siplo) relativo alle “Prime indicazioni per la prevenzione delle molestie e violenze in occasione di lavoro”.

 

Rimandiamo i nostri lettori alla lettura integrale del documento CIIP che contiene indicazioni sulle successive fasi della valutazione dei rischi, sugli strumenti e metodi per la valutazione, sull’individuazione di misure correttive collettive e individuali e sul ruolo dei servizi pubblici nella prevenzione e gestione dei rischi psicosociali e dello stress lavoro-correlato.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

CIIP - Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione, “Primo documento di consenso. Dallo stress lavoro correlato alla prevenzione dei rischi psicosociali”, versione dicembre 2022, realizzato dal gruppo di lavoro composto da Antonia Ballottin (SNOP), Quintino Bardoscia, Tommaso Bellandi (SIE), Laura Bodini (CIIP), Danilo Bontadi (ANMA), Renata Borgato (Ambiente&Lavoro), Maria Pia Cancellieri, Paola Cenni, Alberto Crescentini (SIPLO), Angelo D’Errico (AIE), Priscilla Dusi (AIFOS), Claudia Fabris, Maria Frassine (AIFOS), Maria Grazia Fulco, Antonia Guglielmin (SNOP), Annalisa Lama (SIE), Michele Maisetti, Maurizio Martinelli (UNPISI), Modesto Prosperi (casa RLS Milano), Patrizia Serranti (SIE), Matteo Tripodina (AIRESPSA), Katia Razzini (UNPISI).

 



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