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Stop the Clock: la direttiva UE 2025/794 che modifica CSRD e CSDDD

La Direttiva UE 2025/794 rappresenta un significativo aggiornamento normativo nel panorama europeo della rendicontazione di sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa. Questo intervento modifica e integra due direttive fondamentali già in vigore: la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Le modifiche apportate intendono armonizzare e rafforzare gli obblighi informativi e gestionali delle imprese, al fine di assicurare una maggiore trasparenza, comparabilità e affidabilità delle informazioni ESG (Environmental, Social, Governance) e un’applicazione più rigorosa del dovere di diligenza nella gestione degli impatti negativi derivanti dalle attività aziendali.
L’evoluzione normativa si inserisce nel più ampio contesto degli obiettivi strategici europei relativi alla transizione verso un’economia sostenibile e alla realizzazione del Green Deal europeo, ponendo al centro la necessità di integrare i criteri di sostenibilità nel reporting aziendale e nelle politiche di gestione del rischio.
La Direttiva UE 2025/794 estende significativamente la platea di soggetti obbligati alla rendicontazione ESG, includendo non solo le grandi imprese quotate ma anche una più ampia gamma di PMI che superano determinati parametri dimensionali o operano in settori ad alto impatto ambientale o sociale. Questo ampliamento ha l’effetto di introdurre una maggiore omogeneità nel sistema informativo europeo, uniformando le metodologie di raccolta e comunicazione dei dati secondo standard armonizzati elaborati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group). Tali standard sono stati concepiti per garantire la coerenza delle informazioni rendicontate, facilitando così l’analisi comparativa da parte di investitori, enti regolatori e altre parti interessate.
Stop the clock
Un punto di particolare rilievo introdotto dalla Direttiva riguarda il cosiddetto meccanismo di “stop the clock”, ovvero la possibilità per le imprese di sospendere temporaneamente il computo dei termini previsti per l’adeguamento ai nuovi obblighi di rendicontazione. Questo meccanismo è stato pensato per mitigare le difficoltà operative connesse all’implementazione di processi complessi di raccolta dati e allineamento con i nuovi standard, senza compromettere la qualità e l’integrità delle informazioni fornite. Il “stop the clock” consente quindi un margine di flessibilità che facilita una transizione graduale, evitando penalizzazioni premature.
Rafforzamento del dovere di diligenza
Parallelamente, la Direttiva rafforza il quadro relativo al dovere di diligenza previsto dalla CSDDD, che richiede alle imprese di adottare misure preventive e correttive volte a identificare, valutare e mitigare gli impatti negativi delle proprie attività e delle catene di fornitura su diritti umani, ambiente e governance. Le imprese sono chiamate a implementare sistemi di gestione del rischio integrati e a mantenere un monitoraggio continuo per garantire la conformità alle disposizioni normative. Inoltre, viene ampliato il regime sanzionatorio, prevedendo sanzioni amministrative più severe e introducendo la possibilità di azioni legali da parte di soggetti danneggiati, con l’obiettivo di rafforzare la responsabilizzazione effettiva delle imprese.
Maggiore integrazione con gli obiettivi UE di sostenibilità
Dal punto di vista contenutistico, la Direttiva prescrive una maggiore integrazione tra la rendicontazione ESG e le strategie aziendali di sostenibilità, con particolare attenzione all’allineamento agli obiettivi del Green Deal. Viene enfatizzata l’importanza di rendicontare dati quantitativi e qualitativi che riguardano la mitigazione del cambiamento climatico, la tutela della biodiversità, la promozione dell’economia circolare e la protezione dei diritti umani e sociali. Questi elementi devono essere inclusi nei report in modo sistematico e secondo metodologie uniformi, al fine di garantire trasparenza e responsabilità.
Impatti per le imprese
L’adeguamento a questi nuovi obblighi impone alle imprese un significativo sforzo organizzativo e tecnologico. Le aziende devono predisporre sistemi di raccolta dati altamente sofisticati, in grado di garantire accuratezza e tempestività, e sviluppare competenze interne specifiche in materia ESG. La governance aziendale deve essere rafforzata per integrare la sostenibilità come elemento centrale della strategia e della gestione del rischio, con una chiara attribuzione di responsabilità e un adeguato coinvolgimento degli organi di controllo.
Se da un lato le imprese si trovano di fronte a sfide importanti legate ai costi di implementazione e alla complessità normativa, dall’altro l’adeguamento alla Direttiva 2025/794 rappresenta un’opportunità strategica rilevante. La trasparenza e la responsabilità nella rendicontazione ESG possono infatti migliorare l’accesso al capitale, attrarre investimenti sostenibili e rafforzare la reputazione aziendale. Inoltre, l’integrazione della sostenibilità nelle strategie di business favorisce l’innovazione e la resilienza a lungo termine in un mercato sempre più attento agli aspetti ambientali e sociali.
Rinvio graduale degli obblighi previsti dalla CSRD
La direttiva CSRD 2022/2464 stabilisce le date a partire dalle quali gli Stati membri devono applicare gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità per diverse categorie di imprese, differenziate in base alla loro dimensione e complessità. Con la nuova direttiva Stop the Clock 2025/794 le cose cambiamo: mentre le grandi imprese e gli enti di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti devono comunicare le informazioni di sostenibilità a partire dagli esercizi con inizio il 1° gennaio 2024 o successivi così come già previsto, e rimane invariato anche quanto previsto per le società extra-UE (con obbligo di segnalazione nel 2029 sull'anno di esercizio 2028), per altre categorie di imprese la scadenza è stata spostata di due anni, ovvero al 1° gennaio 2027 o 2028, a seconda dei casi:
- Altre grandi imprese (quelle così dette della seconda ondata), ovvero quelle altre grandi imprese, anche non quotate, che alla data di chiusura del bilancio abbiano superato, nel primo esercizio di attività o successivamente per due esercizi consecutivi, due dei seguenti limiti: più di 250 dipendenti, 25 milioni di euro di stato patrimoniale e 50 milioni di euro di ricavi, l'obbligo è rinviato per gli esercizi con inizio dal 1° gennaio 2027 o successivi (invece del 2025 originario).
- Piccole e medie imprese (PMI), escluse le microimprese, enti piccoli e non complessi, imprese di assicurazione captive e riassicurazione captive: obbligo rinviato per gli esercizi con inizio dal 1° gennaio 2028 o successivi (invece del 2026 originario).
Questi rinvii sono stati introdotti per evitare che le imprese che avrebbero dovuto iniziare la rendicontazione nel 2025 o 2026 sostengano costi eccessivi e per dare tempo alla Commissione di semplificare ulteriormente gli obblighi di rendicontazione.
Modifiche alla direttiva CSDDD
Per quanto riguarda la direttiva CSDDD, in merito al suo recepimento lo Stop the Clock prevede che: "Gli Stati membri adottano e pubblicano, entro il 26 luglio 2027, le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva. Essi comunicano immediatamente alla Commissione il testo di tali disposizioni". Per quanto riguarda la sua obbligatorietà da parte delle aziende è prevista la proroga di un anno in questi termini:
- Società con oltre 3.000 dipendenti e fatturato netto superiore a 900 milioni di euro: obbligo applicabile dal 26 luglio 2028.
- Società costituite in paesi terzi con fatturato netto superiore a 900 milioni nell’UE: obbligo dal 26 luglio 2028.
- Tutte le altre società soggette alla direttiva: obbligo dal 26 luglio 2029.
Questi rinvii sono stati pensati per permettere alle imprese di prepararsi adeguatamente, anche in vista degli orientamenti pratici che la Commissione europea deve ancora emanare per facilitare l’adempimento degli obblighi di diligenza.
La Direttiva (UE) 2025/794 è entrata in vigore il 17/04/2025, ma il recepimento da parte degli Stati membri deve avvenire entro il 31/12/2025.
RFG
Direttiva (Ue) 2022/2464 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022 che modifica il regolamento (UE) n. 537/2014, la direttiva 2004/109/CE, la direttiva 2006/43/CE e la direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità - Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

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