Sostenibilità: non si stanno avviando le soluzioni necessarie
Nelle ricerche sociali si constata sempre di più un allontanamento degli individui dai problemi della sostenibilità, in entrambe le aree fondamentali: il rispetto dell’ambiente e il rispetto degli altri (etica, inclusione, relazionalità positiva).
Il tema dell’allontanamento dalla sostenibilità sta diventando sempre più preoccupante: egocentrismi, contrapposizioni crescenti, vita sociale sempre più difficile.
Purtroppo i rimedi che vengono progettati - si chiedono alle Aziende comportamenti più corretti in tutti gli ambiti dell’attività produttiva e distributiva -, pur essendo doverosi, non hanno rilevanti riflessi sulla soluzione del problema. Ciò perché il tutto – come vedremo - origina dalla gente, e dai loro problemi di benessere: il tema fondamentale – dal punto di vista delle conseguenze – ha infatti a che fare soprattutto con il comportamento degli individui - sia in ambito ambientale, che relazionale/etico - più che con il comportamento delle Imprese.
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La correttezza del comportamento degli individui dipende dalla percezione del proprio benessere:
- se la percezione è positiva – ci si sente bene -, il tema della sostenibilità è fortemente considerato;
- se la percezione non è positiva, il tema non viene considerato: si ritiene che il dover trovare delle soluzioni al proprio benessere, abbia l’assoluta priorità rispetto alla sostenibilità (cioè al rispetto di tutto ciò che ha ed avrà a che fare con la vita futura di chi verrà).
Esistono possibili soluzioni per questo problema, così importante e non rinviabile? Dalle ricerche sociali emerge che le soluzioni più efficaci sono due, e riguardano ciò che può essere fatto in aiuto agli individui. Sono soluzioni che non hanno relazione con le correttezze produttive delle Imprese, pur del tutto auspicabili. In particolare:
- Creare le condizioni che a monte consentano agli individui di evitare di cadere nel disagio sociale causato dal malessere, con incapacità di trovare rimedi. Si tratta di soluzioni progettabili, di lungo periodo, di investimento soprattutto culturale sugli individui (individui seguiti per una formazione completa, e mai abbandonati) a cura del sistema politico che deve riprogettare tutta la formazione basica (posto che il sistema politico abbia interessi a porsi obiettivi di lungo periodo...)
- Proporre rimedi immediati di progressiva attenuazione dei disagi, e quindi della progressiva acquisizione di benessere. Si tratterebbe di rimedi da parte del sistema economico
- che non hanno a che fare con l’attenzione alla correttezza delle procedure produttive (ovviamente necessaria, ma non produttiva per gli obiettivi di “attenuazione dei disagi”)
- ma che hanno a che fare con una attenzionalità sociale per gli individui, dipendenti e clienti, che hanno bisogno di aiuti non solo economici, e di attenzionalità di varia natura. Ciò tenendo anche - e soprattutto – conto che la centratura su se stessi degli individui, e il desiderio di essere al centro dell’attenzione, è incredibilmente aumentata in questi ultimi anni. Le potenziali soluzioni sono numerose.
Quello che attualmente invece si constata va in un’altra direzione: le energie mentali ed economiche delle aziende, in questi ultimi tempi, si sono prioritariamente spostate sui temi della sostenibilità produttiva. Certamente necessaria, ma non risolutiva del problema: i percorsi prioritari devono porre soprattutto attenzione ad affrontare il problema del benessere della gente, dipendenti e clienti.
Remo Lucchi
Fonte: Futuranetwork
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Rispondi Autore: Raffaele Di Palma - likes: 0 | 31/10/2024 (07:49:11) |
La sintesi è ampiamente condivisibile. Il problema è complesso e le soluzioni sono molto impegnative. Il nostro sistema sociale continua a perdere "coscienza", non si pone una delle domande più fondamentali: qual è il senso della nostra vita. Senza coscienza si è incapaci di prendere decisioni a favore della vita. Sarebbe necessario un nuovo illuminismo. Le persone dovrebbe essere messe nella condizione di coltivare il proprio benessere (fisico, intellettuale, sociale,...) ma in funzione di un benessere collettivo. Questa opportunità non dovrebbe essere appannaggio solo dei benestanti (ammesso che coltivino il loro benessere in funzione di un benessere collettivo) ma dell'intera collettività. Ciascuno di noi fa parte di un "tutto". Coloro che hanno maggiori poteri (media, politici, imprenditori, benestanti, fortunati, ecc.) dovrebbero farsi carico maggiormente di un cambiamento. La "gente comune", oggi, in assenza di coscienza, sceglie le strade più "semplici" per sopravvivere e da ciò spesso nasce il male. |